Nessun filtro, nessuna patina. Solo la verità, per quanto scomoda, cruda o sporca possa sembrare. I Patagarri arrivano al debutto discografico con “L’ultima ruota del caravan”, un album nato sotto un tendone da circo e concepito come un diario di vite ai margini.
Dieci giorni di immersione creativa a Piozzo, nel cuore delle Langhe, tra cori presi al volo, microfoni ambientali e l’aiuto sapiente di Taketo Gohara in produzione. Dieci tracce che somigliano a dieci racconti, piccoli film sonori che parlano di solitudini, precarietà, contraddizioni e ironie umane.
Li abbiamo incontrati alla vigilia dell’uscita dell’album, tra ansia e orgoglio, per parlare di cosa significa sentirsi “ultime ruote” e continuare comunque a spingere il carro.
L’INTERVISTA
Come vi sentite all’uscita del disco? Emozioni, aspettative, tensioni?
Siamo carichi, emozionati, un po’ in fibrillazione. È il nostro primo disco e lo sentiamo come un traguardo, ma anche come un punto di partenza. A noi piace, speriamo che possa piacere anche agli altri. Poi ovvio, c’è anche dell’ansia: come verrà percepito, cosa leggeranno tra le righe, se troveranno qualcosa che li tocchi davvero. Ma più che altro siamo curiosi, curiosi di vedere come verrà accolto questo nostro mondo.
Il disco dà l’idea di un racconto corale, fatto di storie che sembrano piccoli film. È una chiave di lettura che vi rappresenta?
Sì, è una lettura che ci sta. Ogni brano è una storia a sé, ma c’è un filo comune: il tentativo di raccontare pezzi di umanità, di dare voce a figure che spesso restano ai margini. Non è un concept album in senso stretto, ma ogni canzone ha un suo microcosmo. Veniamo da una dimensione live molto legata al racconto, a quella specie di atmosfera da “barettino” in cui la narrazione è centrale. Anche se oggi sembra quasi “sconsigliato” raccontare una storia in musica, a noi è venuto naturale.
Scriviamo testi che vogliamo siano immediati, comprensibili, senza giri troppo complicati. Poi è chiaro: c’è sempre chi ci arriva subito e chi ha bisogno di un secondo ascolto. Ma per noi l’importante è che arrivi la verità del racconto, anche con semplicità.
I personaggi del disco — il camionista, il giostraio, il senzatetto — da dove nascono? Sono invenzioni o osservazioni del reale?
Diremmo che sono osservazioni, rielaborate. Milano — ma in generale le città — ti mettono davanti ogni giorno a una quantità enorme di vite invisibili. A noi è venuto naturale raccontarle. Non c’è bisogno di inventarsi molto, basta guardarsi intorno. Alcune storie nascono da incontri, altre sono il frutto di un immaginario condiviso, ma tutte ci appartengono in qualche modo.
Dal punto di vista musicale, il disco suona sporco ma potente. Com’è stato lavorare con Taketo Gohara?
Taketo ha fatto un lavoro pazzesco. Ci ha aiutati a rendere ogni suono esattamente come lo volevamo: crudo ma curato, grezzo ma espressivo. Abbiamo registrato tutto in presa diretta sotto un tendone, senza cercare la perfezione, ma l’autenticità. Ogni rumore ambientale, ogni coro registrato con un solo microfono, tutto è servito a creare quella sensazione di “presenza”. Taketo è stato bravissimo a non snaturarci, ma anzi a tirar fuori quello che avevamo dentro. Ci ha fatto sentire a casa.
C’è un brano in particolare, “Scimmia”, che suona più urban, quasi rap. Com’è nato?
“Scimmia” è nato da un giro di basso tirato fuori da Dani, il nostro bassista. Lui in quel periodo era molto dentro certe sonorità, più moderne, con influenze anche latine e hip hop. Svanda invece ha ascolti molto rap, e anche lui ci ha messo del suo. Alla fine, il bello è proprio questo: ci influenziamo a vicenda, ci portiamo le nostre passioni dentro i pezzi. “Scimmia” è forse la traccia più “moderna” del disco, ma è sempre nostra, dentro il nostro stile.
Parliamo un attimo dei vostri gusti musicali: chi vi ha formati, chi vi fa compagnia oggi?
Siamo molto eterogenei nei gusti, e forse è anche il bello del nostro suono. Alcuni di noi arrivano dall’hip hop — vecchia e nuova scuola — altri da un’idea più cantautorale della musica.
Poi c’è chi ascolta rock, chi è più jazz, chi si butta sulla musica latina. Un bel caos, ma un caos fertile. Ogni tanto uno arriva in sala con un giro che sembra venire da tutt’altro mondo, e poi magicamente funziona. Non abbiamo una band di riferimento assoluta, ma sicuramente ascoltiamo molto musica italiana e internazionale: da Anna Castiglia a Kamasi Washington, da Jeanette una cantante malinconica spagnola a Lucio Corsi che l’abbiamo sentito live al 1 maggio e live suona in un modo incredibile.
E il tour? Porterete il vostro “caravan” in giro per davvero?
Certo! Abbiamo già iniziato a suonare il disco nelle prime date del tour.
Saremo in giro per tutta l’estate e ci piacerebbe arrivare ovunque, anche nei luoghi più improbabili. Non solo club o festival, ma magari piazze, cortili, luoghi dove si possa creare un’atmosfera vera. Vogliamo che la gente si senta dentro le nostre storie, e dal vivo è il modo migliore per farlo.
Quindi, per chiudere: se doveste dire in una frase cosa rappresenta questo disco per voi, quale sarebbe?
È un album che nasce da un’urgenza: raccontare quello che vediamo, che sentiamo, che viviamo. È la nostra maniera di dire che anche l’ultima ruota del caravan ha un ruolo. Non serve essere davanti ai riflettori per avere una storia da raccontare. Anzi, spesso è proprio nel margine che succedono le cose vere.
LA TRACKLIST
1. “Diavolo”;
2. “Sogni”;
3. “Willy”;
4. “Io non ti conosco”;
5. “Caravan”;
6. “Sole zingaro”;
7. “Mutui”
8. “Scimmia”;
9. “Il camionista”;
10. “Il pollo”
IL TOUR
la band calcherà i palchi di tutta la penisola con “L’ULTIMA RUOTA DEL CARAVAN TOUR ESTATE 2025”. Le prime date confermate rappresentano solo l’inizio: il tour estivo si svilupperà da maggio a settembre, con tanti appuntamenti ancora da svelare.
martedì 27 maggio – Potenza – Potenza Folk Festival
domenica 1 giugno – Livorno – Straborgo
venerdì 6 giugno – Rende (CS) – Be Alternative Festival
sabato 14 giugno – Senigallia (AN) – Mamamia Festival Estate 2k25
giovedì 19 giugno – Firenze – Anfiteatro delle Cascine – Ernesto De Pascale
venerdì 20 giugno – Bergamo – Bergamo NXT
sabato 21 giugno – Bologna – BOnsai
sabato 28 giugno – Collegno (TO) – Flowers Festival
venerdì 4 luglio – Napoli – Ex base NATO
sabato 5 luglio – Molfetta (BA) – Luce Music Festival
giovedì 10 luglio – Savona – DownTown Music Festival
venerdì 11 luglio – Treviso – Suoni di Marca Festival
sabato 12 luglio – Perugia – Umbria Jazz
domenica 13 luglio – Centobuchi (AP) – Cassandra Fest
venerdì 18 luglio – Palermo – Spazio Open Cantieri Culturali
sabato 19 luglio – Catania – Cortile Platamone
domenica 20 luglio – Isola Di Salina (ME) – SalinaDocFest
giovedì 24 luglio – Trento – Teatro Capovolto
venerdì 25 luglio – Recco (GE) – Lungomare Bettolo
domenica 27 luglio – Riccione (RN) – Riccione Summer Jazz
martedì 29 luglio – Roma – Summertime – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Cavea
giovedì 31 luglio – La Spezia – Palio del Golfo
sabato 2 agosto – Sella Nevea (UD) – No Borders Music Festival
venerdì 8 agosto – Massa (MS) – Palcoscenici Stellati
sabato 16 agosto – Cabbia Di Montereale (AQ) – Piazza S. Rocco
venerdì 22 agosto – VEROLI (FR) – Tarantelliri Festival
sabato 6 settembre – Rhêmes-Saint-Georges (AO) – Musicastelle
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PH: Patagarri_PhVirginiaBettoja