SHADE: tra responsabilità, realtà e verità, ecco Truman

SHADE: tra responsabilità, realtà e verità, ecco Truman

Torna Shade un rapper anomalo, sicuramente concreto e reale.

Ciò è quello che traspare da Truman, il disco di inediti a tre anni dal precedente, che vede oltre a numerosi featuring (J-Ax, Nitro, Federica Carta, per citarne qualcuno) una scrittura interessante e uno scenario che ci sbatte in faccia il mondo in cui viviamo. Truman un titolo non casuale, un gioco di parole per identificare l’uomo vero che muove i suoi passi dal Truman Show, film passato alla gloria per mostrarci in anteprima gli effetti dell’occhio eterno creando una realtà artefatta.

In Truman compare Vito più che Shade? Possiamo sicuramente asserire che coesistono essendo la stessa persona.

Truman vede le origini da Truman Shown, nel film si contrapponeva l’artefatto alla realtà. Stessa cosa per il tuo disco. Qual’è stato il percorso che ti ha portato all’album?

Ho sempre scritto in questi 3 anni, oltre ai freestyle su Youtube. La lavorazione di Truman è iniziata un anno fa e la fase di registrazione invece è stata paradossalmente concitata ho racchiuso tutto in tre, quattro mesi. La scrittura era già stata fatta. Ad eccezione di una traccia che è anche la più sentita ed è nata una mattina andando in studio, Overtour. Quello che mi sono posto come paletto, è stato non fare cose non mie, ci sono tante canzoni che ho scartato perché non erano coerenti con la verità che volevo raccontare e che non sempre quest’ultima, è qualcosa di aulico e filosofico. La verità di Severo ma giusto, ma anche quella di Replay e Overtour. Ci sono tanti concetti, alcuni più frivoli altri più sentiti ma che comunque fanno tutti parte della verità di ciò che sono senza vergogna e senza la costruzione di un personaggio che non sono.

Ti metti infatti in contrapposizione a quelle che sono “le linee guida del rap” dove si parla facilmente di Bling Bling e la mistificazione della donna è la parola d’ordine nei brani.

Non so quanto sia vero che questi artisti si portino una ragazza a letto diversa ogni sera, io non sono mai riuscito a concepire questo modo di fare, figuriamoci raccontarlo nelle canzoni per sembrare più cool. Se devi arrivare a parlare di marche di vestiti delle canzoni, piuttosto vado su Amazon. Non mi interessano abbigliamento e gioielli, non li reputo interessanti. Uno dei complimenti più belli ricevuto viene da chi il rap non lo ascolta proprio per i messaggi contenuti, ma apprezza i miei brani.

E’ una stortura della nostra società che ben descrivi anche in Jesus Christ Webstar. Idolatrare persone senza talento, seguendo l’onda dei like.

Vedi proprio l’atteggiamento cambiare verso persone che l’anno prima non erano seguite, ed ora sono seguite con discreto successo. Vedi la gente cambiare, iniziano dei leccaculismi infiniti. Jesus Christ Webstar mi è arrivata addosso pensando a Jesus Christ Superstar vista la prima volta durante l’ora di religione anni or sono, e mi rimase molto. Ora come ora ci sono i social e sembra questa la nuova religione, ho cercato di creare uno spaccato con la versione moderna di quel musical. Non voleva essere blasfemo e offensivo verso le religione. Seguo molto le religioni, è una cosa che mi è sempre piaciuta. Volevo fare teologia all’università, poi in realtà ho scoperto che bisogna essere cattolici per insegnare religioni in Italia. Sono molto affascinato dalle religiosi.

E’ un disco rispettoso del genere e delle collaborazioni, tra tutte mi colpisce Grido. Perché lui?

Grido perché siamo legati da un grande rapporto di amicizia da quattro anni a questa parte. E’ una persona fantastica, io lo ascoltavo alle medie. Su quel pezzo mi sono immaginato Grido, cercando di calare lui nel mio mondo. La sua strofa è molto tecnica, con extrabeat e incastri mai fatti. Lo stimo umanamente e artisticamente, lui come tutti gli artisti presenti in Truman. Sono tutti dei Truman.

Chi ti aspetti di trovare ai tuoi instore?

Speriamo di trovare qualcuno, perché io ho gli incubi che non venga nessuno. Non so cosa aspettarmi, tre anni fa c’era parecchia gente per chi ero. Ragazzi tra i 16 e i 22 anni. Ora penso che ci possa essere dal bambino di 7 anni, al ragazzo di 28. Non saprei cosa aspettarmi. Ho fatto di tutto in questi anni, da discoteca, al centro commerciale. Non so cosa aspettarmi, chi e se compreranno il mio disco. Al massimo pagherò delle comparse (ridendo ndr)

Senti addosso il peso della responsabilità di veicolare dei messaggi che colpiscono poi una fetta giovanissima di mercato?

Questo sì, non mi sostituisco agli insegnanti però. Quando scrivo, parto dell’idea di raccontare qualcosa e spero che in alcuni casi, li lasci qualcosa da un punto di vista emotivo che li faccia pensare e ricredere di certi atteggiamenti. Quello che è davvero importante per me è non veicolare un messaggio sbagliato, dirgli che sono dei fighi solo se vestono in un determinato modo. Un paio di settimane fa per uno scherzo ho dovuto cercare su internet dei vestiti di quello stile lì. Costano una marea di soldi 500 euro per una felpa. Cifre folli. Quello che è importante è non far credere determinate cose che purtroppo riscontro anche su di me quasi accusato di non proporre questo tipo di messaggio.

Il tuo anno è un bell’esempio, di ciò che rappresenta Truman davvero.

Tutti i rapper che si proclamano così dicendo quest’anno è il mio anno, floppano clamorosamente. C’è una rima in cui dico “tengo lezioni come i professori o prendi appunti o vai fuori, la risolviamo come rapper di strada, Instagram story”. C’è il caricamento della pistola in cui sembrano tutti dei gangster e poi il massimo che fanno sono storie su Instagram in cui si insultano. Collegandosi al discorso del Truman Show è davvero come se i social spiassero la tua vita volente o nolente, coscientemente o meno. Nella copertina del mio disco ci sono foto di me da piccolo, come se fossi stato spiato da sempre, cosa che a me non è successa ma ad altri sì.

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