Intervista: FEDERICO FABI e GUIDOBALDI – Elogio della pigrizia

Intervista: FEDERICO FABI e GUIDOBALDI – Elogio della pigrizia

La musica non si ferma mai, nemmeno ai tempi del coronavirus. Ce lo insegnano Federico Fabi e Guidobaldi, che proprio in questi giorni hanno scritto una canzone a quattro mani.  Rigorosamente a distanza!

Si chiama “Non mi va di fare niente”: è la canzone che Federico Fabi e Guidobaldi hanno scritto per fare compagnia a tutti gli amici chiusi a casa, perchè “la musica che è un rimedio infallibile per lo stress e l’ansia”. Ne abbiamo parlato con loro in questa intervista doppia.

Com’è nata l’idea della canzone? Raccontateci la sua genesi e la sua creazione “a distanza”. 

Guidobaldi: Stavamo entrambi lavorando a delle cose nuove, ci siamo sentiti e abbiamo pensato che potevamo provare a scrivere qualcosa insieme. Federico aveva già una base dalla quale partire, insieme, tra un audio vocale e l’altro abbiamo sviluppato testo e accordi nel giro di una giornata. Lui era quello con più mezzi a casa per cui ha registrato la chitarra e la sua voce e mi ha mandato le tracce, io ho registrato la mia voce con Audacity e le cuffiette dell’iphone, e poi Federico ha mixato il tutto. Non siamo produttori, ma volevamo comunque regalare un brano ai nostri amici rinchiusi in casa, per fargli compagnia.

Federico Fabi: Con uno scambio di battute su Instagram, poi da cosa nasce cosa e in meno di due giorni l’abbiamo registrata. Pensavo fosse più difficile scrivere a quattro mani, non mi era mai capitato, ma evidentemente Matteo è un bravo cantautore ed è filato liscio tutto come l’olio, è stato divertente.

Come vi siete conosciuti?

Guidobaldi: Tutti e due ci conoscevamo per via delle nostre canzoni, ma ci siamo conosciuti realmente solo un anno fa, quando abbiamo partecipato entrambi a un festival per “Sei tutto l’indie”.

Federico Fabi: Come dice Matteo.

Guidobaldi

Guidobaldi

Cosa c’è fuori dalla vostra finestra?

Guidobaldi:Un palazzo che mi ostruisce la vista di Via Appia Nuova, ma che, allo stesso tempo, mi consente di entrare nelle vite di parecchie persone.

Federico Fabi: Il vuoto, come racconta la canzone, tranne qualche imbecille che ha l’impellente voglia di farsi un corsetta. Io non ho mai corso, odio fare attività fisica, figurati durante una pandemia.

Adesso c’è una reattività quasi esagerata a livello musicale, sicuramente bella e commovente. Soprattutto sui social: dirette, home-concert, musicisti che condividono la loro intimità con i propri fan, messaggi di speranza e vicinanza. Che ne pensate? Durerà o è solo la fase iniziale?

Guidobaldi: on penso che sia una reattività esagerata. Insomma, sono saltati tutti i nostri piani per questa parte dell’anno  (uscite, promo, tour) ma non possiamo fare a meno di stare a contatto “diretto” con le persone che ci seguono. Penso che durerà fino a quando le persone avranno voglia di seguirci, se questo stare insieme dà un minimo di speranza!

Federico Fabi:Durerà, la musica è uno dei mezzi più potenti per comunicare, per tenere compagnia. Come dice De Gregori in una sua canzone: “Meno male che c’è sempre qualcuno che canta e la tristezza ce la fa passare”.

Come avete reagito alla notizia della diffusione del virus in Italia e alle restrizioni conseguenti? All’inizio gli italiano si sono divisi nettamente nei due schieramenti “E’ solo una banale influenza” e “Moriremo tutti”… 

Guidobaldi: È stato difficile interpretare le notizie: all’inizio cercavo di essere il più razionale possibile, pensando che sarebbe durata poco, ma che comunque in generale bisognava essere più prudenti. Poi col tempo si è capito che era qualcosa di molto più pericoloso, e quindi di conseguenza mi sono adattato. Come penso molti di noi italiani.

Federico Fabi: io cerco di evitare le persone a prescindere, in più sono leggermente ipocondriaco quindi il virus mi ha reso il lavoro più facile. Quando vedi che un Paese come la Cina barrica e militarizza una città intera non puoi pensare che non sia una cosa seria.

Come pensate che ci stia cambiando questa situazione? Come saremo quanto tutto sarà finito o quantomeno cosa vi aspettate?

Guidobaldi: Sinceramente? Non mi faccio molte illusioni sul genere umano. Spero solo che, alla fine di questa brutta faccenda, la minoranza che ha sempre rispettato le regole, e il prossimo, diventi un po’ più affollata.

Federico Fabi: Saremo sempre gli stessi, l’uomo come la storia insegna non impara mai.

E la musica cosa può fare, se secondo voi può fare effettivamente qualcosa?

Guidobaldi: La musica in sé, come tutte le arti, aiuta l’uomo a vivere il presente e lo fa in due modi, secondo me: addolcendo la pillola oppure favorendo riflessioni. Con questo brano abbiamo scelto il primo.

Federico Fabi: Credo di aver risposto qualche domanda fa.

“Non mi va di fare niente” significa che passate questo tempo davvero senza fare niente o avete trovato delle attività per riempire le vostre giornate?  Quali?

Guidobaldi: Confesso che alterno giorni in cui non mi va di fare molto ad altri in cui invece sono molto produttivo. In ogni caso cerco di non far spegnere il cervello: leggo molto, suono, vedo serie tv, faccio un po’ di freewriting per buttare giù qualche pensiero e cerco di tenermi in forma.

Federico Fabi: Significa che non è un problema non fare niente, non è obbligatorio leggere,  scrivere, dipingere, tenersi in forma. Non fare niente è un arte, bisogna saper non fare. Non è una cosa facile. Non fare niente è una presa di posizione forte, è una forma di libertà.

Quanto è difficile per un musicista rinunciare alla cosa più importante, ovvero il contatto col pubblico?

Guidobaldi: penso che il contatto col pubblico sia tutto, viviamo per quel momento in cui la nostra musica dalle nostre dita fluisce nelle corde vocali di chi ci ascolta. Per questo molti di noi stanno cercando di avvicinarsi con i social network. Non è la stessa cosa, ma non ci sono alternative.

Federico Fabi: Ah boh, io ormai è quasi un anno che non faccio un live, ci sono abituato. Mi manca, ma ci sono abituato.

Federico Fabi

Federico Fabi

Cosa ne pensate nei flash mob al balcone? Tanta gente cerca di reagire e trova conforto nel sentirsi unita in questo modo, ma molti criticano questa spensieratezza. In particolare di fronte al numero alto di persone decedute, soprattutto in alcune province della Lombardia, in cui la gente non ha voglia di affacciarsi alla finestra e cantare…

Guidobaldi: Inizialmente ho accolto il flash mob dei balconi come una reazione positiva della popolazione che ha capito di dover restare a casa per evitare la diffusione del virus. Ho conosciuto i miei vicini, persone di cui fino al giorno prima ignoravo l’esistenza o comunque, nel dubbio, pensavo votassero Lega, invece sono californiani. Penso che i primi giorni fosse davvero qualcosa di buono, ora forse si è perso un po’ il senso e non mi affaccio più.

Federico Baldi: Come gesto e come reazione in sé è una cosa simpatica, ma allo stesso tempo mi mette tristezza. È come se in quel momento realizzassi veramente la situazione surreale stiamo vivendo.

Vi va di condividere con noi un pensiero positivo?

Guidobaldi: Quando sarà tutto finito, invito tutti quanti ad apprezzare di più le piccole cose della nostra vita quotidiana. Che lo vogliate o no, siamo tutti parte di qualcosa, abbiatene cura di voi e di chi vi sta intorno. E non smettete mai di ascoltare la musica che è un rimedio infallibile per lo stress e l’ansia.

Federico Fabi: Andrà tutto bene, torneremo ad abbracciarci, a lanciarci per aria, a litigare, a fare l’amore, torneremo ad essere i soliti stronzi pazzi scatenati, torneremo ad essere normali.

 

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