Ormai Lazza ci ha abituato a rivestire le sue canzoni di orchestrazioni.
Lazza non si accontenta più di stare nel gioco: vuole ridisegnarne le regole. Con LOCURA JAM e LOCURA OPERA porta il suo immaginario su due binari paralleli, complementari, dove il suonato incontra il sinfonico e l’autotune si piega al pathos degli archi. È un progetto ambizioso, certo, ma anche calcolato: due drop speculari che raccontano la stessa storia da due punti di vista opposti – uno più istintivo, l’altro più solenne.
In LOCURA JAM si torna alla pelle viva della musica: sette tracce che respirano, sbattono, s’incastrano come nei garage, tra vibrazioni analogiche e un groove che sa di sudore e prove in sala. Qui Lazza spoglia le sue barre dalle sovrastrutture e le lascia ballare con una band che sa tenere il tempo ma anche prendergli spazio. È un lavoro più crudo, meno glamour, ma onesto: suona reale, suona “live”.
Dall’altra parte LOCURA OPERA è il lato teatrale dell’operazione. Riletture orchestrali che vestono di velluto le strofe di Locura, senza scadere mai nella caricatura. L’Orchestra Sinfonica di Milano, guidata dal Maestro Campagnoli, porta in scena un’epica post-trap, dove il dramma dell’introspezione urbana si fa lirico.
Non tutto funziona alla perfezione – alcune scelte d’arrangiamento appesantiscono l’impatto originario – ma il rischio va riconosciuto e premiato.
In tutto questo, Lazza si conferma un architetto sonoro consapevole del suo status: capace di radunare oltre 40 musicisti per far suonare il suo ego, sì, ma anche per mettere in mostra quanto ancora ci tenga alla musica fatta con le mani e non solo con le macchine. Il messaggio è chiaro: non è solo un esercizio di stile, è un manifesto di coerenza artistica.
Non è un capolavoro, non è un bluff. È un ibrido che funziona e che apre porte interessanti. E per un artista già saldamente nel mainstream, è un buon segnale.
In attesa di vedere il suo compimento in formato live (a SanSiro)
SCORE: 7,25
DA ASCOLTARE SUBITO
Hot (Opera) – -3 (Jam) – 100 Messaggi (Jam+Opera)
DA SKIPPARE SUBITO
E’ una bella tirata farsi i due album un dritto dietro l’altro ma è fattibile!