Il 6 giugno esce la ristampa speciale di “Ballate per Piccole Iene”, album fondamentale nella discografia degli Afterhours e pietra miliare nella scena indipendente degli anni Duemila. Per l’occasione, Manuel Agnelli riunisce la formazione storica per un tour celebrativo che prenderà il via il 26 giugno.
“Ballate per Piccole Iene” si compone di 10 tracce registrate in presa diretta tra Catania e Milano da Paolo Mauri e Daniele Grasso e contiene capolavori come “Ballata per la mia piccola iena”, “Ci sono molti modi”, “Carne fresca” e “La vedova bianca”, ancora oggi parte importante del repertorio live di Agnelli solista e degli Afterhours.
Co-prodotto da Manuel Agnelli e Greg Dulli (leader degli Afghan Whigs e dei Twilight Singers che ha anche partecipato alle registrazioni), “Ballate per Piccole Iene” vanta la collaborazione di un’altra eccellenza del panorama musicale internazionale: il missaggio di sei brani è infatti firmato da John Parish, produttore e cantautore di fama internazionale (PJ Harvey, Eels, Sparklehorse) mentre Hugo Race (Hugo Race and the True Spirit, The Fatalist e chitarrista nei Bad Seeds di Nick Cave) è alla chitarra slide nella title track.
La sua copertina iconica è stata realizzata in quattro versioni con foto di Guido Harari e artwork di Thomas Berloffa che, per la ristampa, ha creato una nuova versione della grafica originale.
Più che una semplice ristampa, Ballate per Piccole Iene si presenta come un’occasione per restituire nuova vita a un lavoro che ha segnato un’epoca, anche grazie a un suono rinnovato, più profondo e definito, e a un ritorno emotivo alla materia viva di quelle canzoni.
Ecco il racconto e il ricordo di Manuel.
IL RACCONTO DEL DISCO
Il periodo in cui abbiamo creato “Ballate per Piccole Iene” era davvero particolare, un momento di passaggio e di grande disorientamento per la band e per me personalmente. Gli Afterhours nascevano da una volontà di provocare, di scuotere un panorama musicale italiano che allora mancava di quell’energia brutale e quasi fisica che volevamo portare sul palco. Nei primi anni eravamo quasi degli “disturbatori”: salivamo sul palco vestiti da bambine con le treccine, giocavamo con l’immagine, e suonavamo pezzi molto pesanti, non solo dal punto di vista sonoro ma anche emotivo e viscerale. La nostra attitudine era quella di scuotere il pubblico anche perché in Italia mancava una forma di violenza e provocazione autentica nella musica, nonostante ci fossero stati gruppi come i CCCP che avevano lasciato un segno.
Con l’uscita di “Hai paura del buio?” nel ’97 qualcosa cambiò radicalmente. Il pubblico iniziò a riempire i locali, a cantare insieme a noi tutte le canzoni, e quella esperienza fu per noi incredibilmente esaltante. Era la conferma che, dopo anni di fatica, eravamo diventati un gruppo “cool”, con un seguito reale, che sentiva nostre quelle canzoni. Però col tempo quella celebrazione collettiva iniziò a diventare per noi un peso: il pubblico cantava tutto, ma spesso senza ascoltare davvero, senza curarsi di come stavamo suonando o di cosa stavamo cercando di comunicare. Il pubblico era li per fare festa ma non era il nostro.
Noi non volevamo diventare un gruppo di intrattenimento fine a se stesso, non volevamo essere la “festa” ma qualcosa di più complesso, di più intimo e meno convenzionale.Fu allora che arrivarono “Quello che non c’è” e “Ballate per Piccole Iene”, due dischi molto diversi dal resto della nostra discografia, più scuri, più riflessivi, quasi malinconici. Due lavori che raccontano un momento di crisi, di accettazione delle proprie fragilità e di rifiuto delle aspettative di successo facili. Questi dischi sono nati in un clima di disorientamento esistenziale e artistico, in cui ci interrogavamo sul nostro ruolo, sulla nostra identità e sul modo in cui volevamo far musica. Non c’è ironia in questi album, non c’è leggerezza: erano la nostra risposta sincera, a volte dura, al senso di smarrimento che stavamo vivendo.
Un incontro decisivo fu quello con Greg Dulli, leader degli Afghan Whigs, che con la sua esperienza e sensibilità ha portato una nuova dimensione al disco. Con lui abbiamo iniziato a progettare cose.
Lui ha prodotto “Ballate per Piccole Iene” e ha avuto il merito di compattare un insieme di pezzi piuttosto diversi e poco coerenti tra loro, dando loro una direzione precisa e nuova, introducendo influenze di black music nella ritmica e suggerendo di registrare live in studio, per mantenere l’energia vera e spontanea del gruppo. Lui ci ha permesso di togliere quella patina di provincialismo che spesso i dischi italiani hanno.La collaborazione con Greg ha permesso al disco di trovare una sua voce unica e di diventare, negli anni successivi, una pietra miliare del nostro live, con canzoni come “La vedova bianca ” o “Ballata per la mia piccola iena” che sono diventate inni, non solo per noi ma anche per chi ci ascolta.
L’uscita del disco nel 2005 coincise con un momento di grande cambiamento anche nella formazione della band e con una crescita esponenziale della nostra attività live, che ci portò a girare il mondo con intensità impressionante. Abbiamo fatto una decina di tour americani e una dozzina di tour europei, oltre a quelli italiani, io ricordo nel 2006 abbiamo fatto 146 date in giro per il mondo, una cosa che per l’età che avevamo, io, nel 2006 ho compiuto 40 anni, era tanta roba insomma e chiaramente ci ha portato a fare dei pensieri anche su che cosa volevamo veramente, parlo al plurale perché questo è successo un po’ per tutti, le cose stavano andando molto molto bene qua, andare all’estero era galvanizzante perché era una cosa meravigliosa fare i tour negli Stati Uniti, è stupendo perché è un continente dove vivi delle cose molto diverse, però ci siamo chiesti se volevamo fare altri vent’anni di gavetta a quel punto della nostra vita, quando le cose invece qua erano del tipo che facevamo quello che volevamo e ci siamo dato una risposta dopo dieci anni perché siamo andati anche fino al 2012 a girare insomma.
Ballate per Piccole Iene racconta tutto questo, è il documento di una fase in cui abbiamo messo a nudo le nostre insicurezze, ma anche le nostre convinzioni più forti. È un disco che, a vent’anni di distanza, continua a parlarci, a restituirci quella forza che ha saputo trasformare il disagio in musica autentica e potente.
LA RISTAMPA
Questo remastering è stata una occasione d’oro per ridare la vita a certi pezzi. Il processo di ristampa e rimasterizzazione di “Ballate per Piccole Iene” è stato per noi un’occasione importante di confronto con un capitolo fondamentale della nostra storia artistica. Quando abbiamo deciso di tornare su questo disco a distanza di vent’anni, l’obiettivo non era soltanto quello di riproporlo al pubblico in una veste aggiornata, ma di restituirgli nuova vita, senza tradirne lo spirito originale.
Il lavoro di rimasterizzazione ha richiesto un’attenta operazione di equilibrio: da un lato volevamo valorizzare la qualità sonora, migliorando la definizione e la chiarezza del suono grazie alle tecnologie attuali; dall’altro, era fondamentale preservare quella tensione emotiva e quella patina di autenticità che caratterizzavano le registrazioni originali. Non si trattava di una semplice pulizia del suono, ma di un vero e proprio dialogo con la memoria del disco, con i dettagli più intimi e le sfumature che lo rendevano unico.
Abbiamo collaborato con tecnici e professionisti che conoscevano bene la nostra musica e che hanno affrontato il progetto con rispetto e cura, evitando di sovrascrivere o stravolgere ciò che “Ballate per Piccole Iene” rappresenta. Il risultato finale è un suono più nitido, più presente, che però conserva intatta la sua atmosfera rarefatta, quella malinconia vibrante che è parte integrante della sua identità.
Ma al di là degli aspetti più “misurabili” – oggi il disco suona 10 decibel più alto, anche se questo, da solo, non significa molto – quello che conta davvero è il salto qualitativo in termini di profondità, definizione, trasparenza. La nuova versione ha una pasta sonora completamente diversa, che l’edizione originale non era riuscita a restituire. È qualcosa che, rispetto ad altri nostri dischi magari meno attuali come Germi, mancava proprio a Ballate per Piccole Iene.
Per me è stata una sorpresa: questo remastering ha riacceso il desiderio di riascoltare quei brani, cosa che non capita spesso. Dopo l’uscita di un disco, può succedere che tu non lo tocchi più: lo vivi con una passione feroce mentre lo fai, ma poi si spegne tutto, magari perché hai inseguito un’idea che non sei riuscito a realizzare fino in fondo. Non parlo di perfezione, perché quella non si raggiunge mai, ma di freschezza, di una nuova voglia di rientrare in quel mondo sonoro. Ecco, in questo caso è successo. Ed è forse il miglior risultato che potevamo ottenere con questa ristampa.
Giovanni Versari: A distanza di vent’anni, l’album torna in una nuova versione rimasterizzata che non è una semplice operazione di restyling, ma un vero e proprio atto di rilettura creativa, frutto di un lavoro di riscoperta e reinvenzione sonora che va oltre la semplice operazione di restauro sonoro.
Il lavoro è stato realizzato a quattro mani tra Manuel Agnelli e Giovanni Versari, con l’intento di donare al disco una nuova profondità, una tridimensionalità sonora capace di restituire tutta l’urgenza emotiva e l’attitudine rock che il disco aveva.
L’accesso ad alcune tracce separate dell’epoca ha permesso di lavorare con una maggiore sensibilità sul dettaglio, rinnovando la spazialità del suono e valorizzando tanto le sfumature più intime e crepuscolari quanto le esplosioni più abrasive e crude.
Le voci sono ora più presenti, più vive, come se ti stessero parlando da dentro le viscere. Le chitarre brillano di nuove distorsioni e fragilità, le batterie pulsano in un respiro più ampio, e i bassi scavano ancora più a fondo. È un suono che respira, che graffia, che accarezza e colpisce, in un equilibrio fragile tra violenza e vulnerabilità — proprio come le “piccole iene” di cui parlano queste ballate.
Il mastering è stato realizzato con un approccio ibrido analogico-digitale. Questa scelta ha permesso di preservare il carattere ruvido e viscerale del suono originale, esaltandone però la chiarezza e il dettaglio. È un lavoro fatto con cura artigianale, in bilico costante tra fedeltà e reinterpretazione”.
LA MUSICA ATTUALE
A un certo punto ho iniziato a informarmi davvero, non solo leggendo in rete ma andando a vedere le cose con i miei occhi. Ho ricominciato dai centri sociali, dai piccoli locali che ancora resistono, e l’ho fatto anche grazie a mia figlia. Lei suonava in una band, io andavo a vederla, e lì, in quelle rassegne, ho scoperto qualcosa che non trovavo più da anni: strumenti veri, gente che suona con attitudine, con fame, e un pubblico giovane, dai quindici ai trent’anni, che ascolta davvero. Non lo fai tutti i giorni, ma bastano poche serate per capire che sotto la superficie esiste ancora una scena.
Il paradosso è che questa scena non compare da nessuna parte. Non sui giornali specializzati, non sui media musicali. È come se non esistesse. Eppure c’è. Ci sono gruppi bravi, gruppi colti, ragazzi che hanno letto, che hanno ascoltato, che non sono lì per fare i fenomeni. E allora abbiamo pensato di dare un segnale. È nata così Carne Fresca, una rassegna per dare spazio a chi ha tra i 15 e i 30 anni. Perché è quella l’età in cui puoi davvero crescere. In un anno puoi diventare un altro. A quarant’anni puoi anche migliorare, ma parliamoci chiaro: se non hai combinato niente fin lì, è difficile che cambi qualcosa.
Questi ragazzi invece hanno energia, una forza dirompente. Suonano anche se non c’è un euro, anche se piove, anche se dormono per terra. Non gliene frega niente: vogliono suonare. E questo li rende forti, perché non chiedono niente, non aspettano il permesso, non fanno calcoli. È il contrario della mia generazione, dove ormai siamo tutti diventati rompicoglioni, con le nostre pretese e le nostre ansie da prestazione. Loro no. Loro sono liberi.
Quando abbiamo lanciato la call, ci sono arrivate centinaia di candidature. Ne abbiamo ascoltate 500, forse 600. E, sorpresa: almeno il 30% era roba notevole. Non parlo solo di progetti finiti, parlo di talento. Di potenziale. Perché io preferisco mille volte qualcuno ancora acerbo ma speciale, piuttosto che qualcosa di ben fatto ma che non dice niente. Questi ragazzi non sanno nemmeno di essere una scena, ma lo sono. Il nostro compito è dirglielo, farglielo vedere. Riconoscerli.
Il problema è che il mercato, oggi, è strutturato per non lasciare spazio. È una catena di montaggio efficiente, ma che non lascia margine a nessuna crescita. Se non sfondi subito, sei fuori.
Questi ragazzi vengono scelti dai team di produzione per i loro volti telegenici, ma finiscono spesso sfruttati fino all’osso. L’industria discografica, dal canto suo, ha tagliato quasi tutti i costi: non ha costi di distribuzione perché è quasi tutto in digitale, non ha resi, non ha macero, non ha quasi promozione perché sono tutti influencer, quindi si promuovono quasi da soli, alla fine a livello di impresa è fantastico, a livello di qualità è una merda, è una disgrazia, da vent’anni a questa parte la musica italiana sta diventando una merda– salvo eccezioni, che fortunatamente esistono – sta scivolando verso un appiattimento deprimente. Il grosso del mercato è una catena di montaggio chiusa, impermeabile a ogni tipo di innovazione o visione alternativa.
Non esistono più le sottoetichette delle major che un tempo scommettevano sui gruppi, li facevano crescere disco dopo disco nella speranza che al terzo arrivasse il successo. Oggi funziona così: se al primo singolo non fai San Siro, sei fuori. E anche quando lo fai, spesso è un fuoco di paglia. La carriera media dura tre o quattro anni, poi il silenzio.
E in più c’è questa retorica tossica del riscatto sociale, come se bastasse cantare per uscire dalla periferia. È una bugia. Per ogni artista che ce la fa, ce ne sono milioni che non hanno alcuna possibilità. E mentre raccontano che è un sogno accessibile, intanto si diffonde una cultura dell’ego, del successo a tutti i costi, del numero come unica misura. È un materialismo mostruoso, senza empatia, senza condivisione. Niente a che vedere con l’energia che c’era negli anni ’90, quando la musica era un movimento collettivo, non un monologo.
Però adesso sta emergendo qualcosa. Una generazione che rifiuta questa logica, che non vuole piegarsi all’estetica imposta, che non si riconosce nell’idea di musica come carriera. Loro vogliono solo suonare. E non sono pochi. Sono tanti. Tanti più di quanto si pensi. Il nostro lavoro è solo cominciato: farli incontrare, dar loro uno spazio, farli sentire parte di qualcosa.
Perché questa sarà la prossima wave. E sarà vera. Ma ci vorrà tempo. Anni, non settimane. Però sta arrivando. E noi c’eravamo.»
IL TOUR
In occasione dell’anniversario Manuel Agnelli ha deciso di tornare sul palco con la band di allora, composta da Andrea Viti (basso), Dario Ciffo (violino, chitarra) e Giorgio Prette (batteria).
La storica formazione sarà in tour a partire dal 26 giugno: 19 date per riportare live lo spirito e la forza di “Ballate per Piccole Iene”
26.06 – Bologna – Sequoie Music Park
28.06 – Firenze – Anfiteatro Delle Cascine Ernesto De Pascale – SOLD OUT
02.07 – Genova – Balena Festival – Porto Antico
03.07 – Torino – Flowers Festival
05.07 – Roma – Roma Summer Fest
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Cavea
06.07 – Roma – Roma Summer Fest – SOLD OUT
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Cavea
08.07 – Milano – Kozel Carroponte
09.07 – Padova – Sherwood Festival
12.07 – Arezzo – Mengo Music Fest
15.07 – Brescia – Brescia Summer Music – Arena Campo Marte
19.07 – Pordenone – Pordenone Blues & C. Festival
23.07 – Napoli – Noisy Naples Fest – Arena Flegrea
25.07 – Servigliano (FM) – NoSound Fest – Parco Della Pace
26.07 – Bellaria Igea Marina (RN) – Beky Bay
01.08 – Cagliari – Arena in Fiera
03.08 – Assisi (PG) – Suoni Controvento – Rocca Maggiore
08.08 – Locorotondo (BA) – Locus Festival
10.08 – Reggio Calabria – Fatti di Musica Festival -Tempietto Arena
13.08 – Zafferana Etnea (CT) – Anfiteatro Falcone e Borsellino
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OPENING ACT CARNE FRESCA
26.06 BOLOGNA Sequoie Music Park
GRIDA
Figli dell’underground modenese, i GRIDA uniscono energia pura a passaggi psichedelici e avvolgenti. La loro identità sonora mescola metal e grunge sporco con sfumature eteree, creando un paesaggio sonoro difficile da etichettare. Il progetto, nato nell’estate 2021, ha debuttato nel 2024 con l’omonimo EP. Instagram: grida.band
PALEA
Nati agli inizi del 2023, i Palea sono un quartetto alternative rock.
Il progetto prende forma tra sessioni in saletta e una continua ricerca sonora, che ha portato alla pubblicazione del loro EP di debutto Everything Will Fall Into Place nell’aprile 2024. Il sound dei Palea unisce melodie brit rock all’energia dell’alternative americano, intrecciando richiami al garage rock, al punk e al grunge. Ne risulta un’identità che si potrebbe definire indie rock alternative. Il primo singolo, Cleo, è un omaggio alla scena garage rock statunitense, mentre As We Fall esplora territori più oscuri e intensi, ispirandosi a band come i Deftones. https://www.instagram.com/irispalea/
28.06 FIRENZE Anfiteatro Delle Cascine Ernesto De Pascale
AUT!
AUT! è il progetto solista di Omar Carbonieri, giovane operaio mantovano e mente creativa dietro un post-punk viscerale. Il suo sound, caratterizzato da urla, chitarre, campionamenti e drum machine, si fa colonna sonora di questi “anni Venti non ruggenti”, catturando la tensione nervosa e le disillusioni di una generazione. Dopo il debutto nell’ottobre 2024 con due EP autoprodotti attualmente è al lavoro sul suo primo album. Influenzato da new wave tedesca, primo punk e nuove leve inglesi come Sleaford Mods e Viagra Boys. Instagram: aut_neupunk
02.07 GENOVA Balena Festival, Porto Antico
MARS ON SUICIDE
Band milanese giovanissima (15-18 anni) ha già conquistato un pubblico internazionale con l’EP d’esordio Spleen (settembre 2023), superando i 13.000 ascolti. Hanno partecipato a “Carne Fresca” e sono stati ospiti su Radio 24. Il 7 aprile hanno pubblicato Sparivano Nel Silenzio, a cui è seguito il Silenzio Tour.
https://www.instagram.com/marsonsuicide/
FRISARI
Francesco Frisari, musicista salentino classe ’96, propone un progetto solista che fonde cantautorato, indie rock, alternative e shoegaze. Dopo l’EP autoprodotto Tesi Triennale, ha collaborato con Lorenzo Amabile e Simone Massaro per i successivi Carpe Fluorescenti e Non è la Siccità. Attualmente sta registrando il secondo album con Futura Dischi, focalizzandosi sulla canzone dal vivo. Instagram: frisari.fluorescente
03.07 TORINO, Flowers Festival
XYLEMA
Power trio punk-grunge nato nel 2014, gli Xylema propongono un equilibrio tra impatto e vulnerabilità. Il loro sound alterna brani ruvidi e urlati a momenti melodici e introspettivi, richiamando le sonorità degli anni ’90. Nel 2023 sono stati selezionati al Reset Festival di Torino. Hanno pubblicato l’album Linfa Grezza nel 2018. Instagram: xylema
MASS DEMONSTRATION
Nati nel 2021 e figli della pandemia, i Mass Demonstration suonano con onestà e senza compromessi. La loro musica fonde post-punk e garage rock con chitarre taglienti, distorte e riverberate. Instagram: mass.demonstration
5.07 ROMA, Roma Summer Fest – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
DLEMMA
Band rock romana (2023) composta da Emma Leggieri (voce), Emma Sola (basso), Elisa Leggieri (chitarra) e Edoardo Leggieri (batteria). Influenzati da grunge e metal, affrontano nei loro brani i dilemmi delle giovani generazioni. Dopo il singolo Alien (2024), hanno pubblicato l’EP Forget Me Not. Il primo album è previsto per fine 2025. Instagram: dlemma_band
KAHLUMET
Progetto di Luca Santuccio (classe 2002), cantautore e compositore milanese. Le sue canzoni mescolano alternative rock, dream pop, psichedelia e sonorità sperimentali, creando paesaggi sonori liquidi e malinconici. Dopo l’EP Homeless Recordings (2021), nel 2024 insieme al produttore Carlo Gasparetto, inizia a sperimentare nuove sonorità integrando jazz, soul e bossa nova, come nel singolo Someday (marzo 2025). Ha già calcato palchi importanti della scena milanese e nazionale. Instagram: kahlumet
06.07 Roma, Roma Summer Fest – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
FITZA
Beatrice Fita (classe 2004), in arte FITZA, è una cantautrice autodidatta con influenze alternative rock (Verdena, Basement) e cantautorato italiano (Carmen Consoli, Cristina Donà). Il suo EP d’esordio omonimo (febbraio 2024) esplora la ricerca del proprio posto nel mondo. Ha ottenuto notevole visibilità e un ottimo riscontro di pubblico e critica a XFactor 2024. Il 25 ottobre ha pubblicato il mini EP dove sei stata? e il 15 novembre Piano forte. Il 6 giugno uscirà Delitto d’amore con The Snookers. Instagram: aofitza
DIRTY NOISE
Quartetto formatosi nel gennaio 2023 (Luca Rigamonti, Emma Agnelli, Luca Cribiú, Camilla Olgiati). Si inseriscono nella neo-scena alternativa milanese con un sound che spazia tra new wave, rock, pop e post-punk. Instagram: ddirtynoise
08.07 MILANO, Carroponte
KAHLUMET
Progetto di Luca Santuccio (classe 2002), cantautore e compositore milanese. Le sue canzoni mescolano alternative rock, dream pop, psichedelia e sonorità sperimentali, creando paesaggi sonori liquidi e malinconici. Dopo l’EP Homeless Recordings (2021), nel 2024 insieme al produttore Carlo Gasparetto, inizia a sperimentare nuove sonorità integrando jazz, soul e bossa nova, come nel singolo Someday (marzo 2025). Ha già calcato palchi importanti della scena milanese e nazionale. Instagram: kahlumet
FITZA
Beatrice Fita (classe 2004), in arte FITZA, è una cantautrice autodidatta con influenze alternative rock (Verdena, Basement) e cantautorato italiano (Carmen Consoli, Cristina Donà). Il suo EP d’esordio omonimo (febbraio 2024) esplora la ricerca del proprio posto nel mondo. Ha ottenuto notevole visibilità e un ottimo riscontro di pubblico e critica a XFactor 2024. Il 25 ottobre ha pubblicato il mini EP dove sei stata? e il 15 novembre Piano forte. Il 6 giugno uscirà Delitto d’amore con The Snookers. Instagram: aofitza
DIRTY NOISE
Quartetto formatosi nel gennaio 2023 (Luca Rigamonti, Emma Agnelli, Luca Cribiú, Camilla Olgiati). Si inseriscono nella neo-scena alternativa milanese con un sound che spazia tra new wave, rock, pop e post-punk. Instagram: ddirtynoise
09.07 PADOVA, Sherwood Festival
NO SEX BEFORE MARRIAGE
Cinque ventenni veronesi che propongono un alt-rock coinvolgente e suggestivo. Il loro sound si estende dal post-punk moderno a dream pop, retrò-dance, atmosfere psichedeliche e guizzi jazz/latini. Il primo EP, Clamor, è uscito a gennaio 2025, e un nuovo capitolo artistico è atteso quest’estate. https://www.instagram.com/nosexbeforemarriage_?igsh=c2Mxb2N5anh1ZHM2&utm_source=qr
INARIA
Il sestetto veronese Inaria, formatosi nella primavera del 2022, si distingue per la costante ricerca di sonorità originali e un’intensa attività live. Nati dall’idea di un gruppo di amici durante le pause lavorative in una casa di riposo per malati psichiatrici, hanno trasformato questa singolare genesi in una spinta creativa. In soli tre anni hanno collezionato diverse esibizioni dal vivo e pubblicato brani come Educati Al Declino, Dr*Ga! e La Tua Casa, quest’ultimo registrato alle prestigiose Officine Meccaniche di Milano. Organizzano inoltre un apprezzato “Secret Party” annuale. Instagram: inariaband
12.07 AREZZO, Mengo Music Fest
DESRT KOSMO
Trio romano (2018) composto da Federico (voce e chitarra), Samuele (basso) e Michelangelo (batteria). Suonano un alternative rock che potremmo definire emogaze, alternando intimità lirica a esplosioni sonore intense. Dopo l’album d’esordio LXVIII (2022), hanno pubblicato la prima parte del loro nuovo lavoro, II (Atto Primo), a marzo 2024. https://www.instagram.com/desert_kosmo/
15.07 BRESCIA, Brescia Summer Music – Arena Campo Marte
LIQUID WORDS
Progetto bresciano (2021) con una ricerca sonora tra post-punk “art” e noise rock. Le loro composizioni esplorano anche ambienti no-jazz oscuri, caotici e psichedelici. Il disco di debutto, The Dept. Of Corrections Praises Imperfections, è uscito a novembre 2024 via Kandinsky Records. Il loro approccio al testo è evocativo: “Parole come se fossero liquide, come se fossero delle pozzanghere colme d’inchiostro.” Instagram: liquidwords.band
MARS ON SUICIDE
Band milanese giovanissima (15-18 anni) ha già conquistato un pubblico internazionale con l’EP d’esordio Spleen (settembre 2023), superando i 13.000 ascolti. Hanno partecipato a “Carne Fresca” e sono stati ospiti su Radio 24. Il 7 aprile hanno pubblicato Sparivano Nel Silenzio, a cui è seguito il Silenzio Tour.
https://www.instagram.com/marsonsuicide/
19.07 PORDENONE, Pordenone Blues & C. Festival
KOALA KATANA KIWI
Band triestina di cinque amici, i Koala Katana Kiwi incarnano le contraddizioni della loro città di confine. Il loro sound, frutto di un lavoro corale, spazia dall’indie all’elettronica, con influenze dal post rock al midwest emo, attraversate da una vena pop. L’EP d’esordio Per farmi coraggio mi sono buttato dal piano terra (2024) segna la chiusura di un percorso e l’inizio di una ricerca. Sono stati in tour in Italia, esibendosi in locali come Germi, Santeria Toscana 31, Covo Club e Largo Venue. Instagram: ka.ko_ki
23.07 NAPOLI, Noisy Naples Fest – Arena Flegrea
PER ASPERAX
I PER ASPERAX (Giuga, Alessio, Alessio, Enrico) sono una band rock tarantina (2018) che non accetta “piani b”. Il loro rock in italiano incorpora cantautorato, rap, rock nazionale e internazionale, fino al metal estremo. L’album No è uscito nel 2024. Hanno già registrato un successo al Germi di Milano per “Carne Fresca” e quest’estate apriranno tre date al sud per gli Afterhours (20 anni di Ballate per piccole iene). Il prossimo disco è in fase di registrazione. Instagram: xasperax
25.07 SERVIGLIANO (FM), NoSound Fest – Parco Della Pace
JACK NUR
Jack Nur (classe 2006) è un polistrumentista marchigiano, influenzato dal cantautorato americano e dalla scena indie/rap milanese. Nel suo stile convivono retaggio indie-rock, studi musicali e cultura hip-hop. Dopo aver composto beat e colonne sonore dal 2018, ha debuttato live nel 2020. I singoli Giochi Proibiti (2023, Musica Distesa), Spaiato e Rose del Deserto (2024) anticipano l’album Senhal (2025) Instagram: jack_nur_
RAIN TAYLOR
Rain Taylor (classe 2001) è un cantautore riminese che dal 2021 esplora la musica in modo sperimentale con i Rain Taylor’s Project, superando i confini di genere per tradurre le emozioni umane in paesaggi sonori immersivi. Il progetto include Katia Giannini (basso), Luca Dellapasqua (batteria) e Alessandro Volanti (sintetizzatori), creando un suono unico che mescola diversi generi. Instagram: rain_taylor_
26.07 BELLARIA IGEA MARINA (RN), Beky Bay
RAIN TAYLOR
Rain Taylor (classe 2001) è un cantautore riminese che dal 2021 esplora la musica in modo sperimentale con i Rain Taylor’s Project, superando i confini di genere per tradurre le emozioni umane in paesaggi sonori immersivi. Il progetto include Katia Giannini (basso), Luca Dellapasqua (batteria) e Alessandro Volanti (sintetizzatori), creando un suono unico che mescola diversi generi. Instagram: rain_taylor_
GRIDA
Figli dell’underground modenese, i GRIDA uniscono energia pura a passaggi psichedelici e avvolgenti. La loro identità sonora mescola metal e grunge sporco con sfumature eteree, creando un paesaggio sonoro difficile da etichettare. Il progetto, nato nell’estate 2021, ha debuttato nel 2024 con l’omonimo EP. Instagram: grida.band
01.08 CAGLIARI, Arena in Fiera
DODO Q
Nati da un incontro fortuito, i DODO Q (Cagliari) hanno trasformato un’estemporanea jam session in un progetto solido, scegliendo il nome per la loro intenzione iniziale di “estinguersi” dopo un solo giorno. La crescente sintonia li ha spinti a proseguire, pubblicando nel 2023 l’EP d’esordio San Domenico.
La loro ricerca sonora ibrida influenze hip hop e indie pop con un’anima cantautorale. Dopo una serie di singoli nel 2023 e 2024, i DODO Q annunciano l’uscita del loro primo LP, 75 idee, già disponibile su tutte le piattaforme streaming.
Instagram: dodoq___
03.08 ASSISI (PG), Rocca Maggiore
AIMLESS
Duo alternative rock milanese (Emanuele, Jacopo) con un sound ruvido e viscerale che fonde grunge, post-punk e alternative rock, esplorando il caos emotivo della contemporaneità. Dopo l’EP d’esordio Eye2Eye, pubblicheranno il nuovo EP Stain, che li porterà in tour in Italia e UK. Instagram: aimlessband
LINFA
Trio Alternative Rock “alla vecchia maniera” si formano a Monza nel 2023. Il loro sound è un vortice di distorsioni acide e ritmiche pesanti ma ricercate, con testi incisivi in italiano. Il loro obiettivo è “spaccare il palco” onorando la tradizione del Rock’n’Roll.
08.08 LOCOROTONDO (BA), Locus Festival
VIDAGE
Vidage propongono uno “spaghetti stoner” che unisce le atmosfere del desert rock americano alla tradizione alternativa italiana. Quattro giovani pugliesi con un sound pesante e d’impatto, un background poetico e letterario, e una pura attitudine DIY e underground. Nati da una jam session per “silenziare la noia della provincia”, dopo il singolo “(io)”, stanno mettendo a punto il loro primo album. Instagram: vidage.off.the.grid
PER ASPERAX
I Per Asperax sono una band rock tarantina (2018) che non accetta “piani b”. Il loro rock in italiano incorpora cantautorato, rap, rock nazionale e internazionale, fino al metal estremo. L’album “No” è uscito nel 2024. Hanno già registrato un successo al Germi di Milano per “Carne Fresca” e quest’estate apriranno tre date al sud per gli Afterhours (20 anni di Ballate per piccole iene). Il prossimo disco è in fase di registrazione. Instagram: xasperax
10.08 REGGIO CALABRIA, Fatti di Musica Festival – Tempietto Arena
PER ASPERAX
I Per Asperax sono una band rock tarantina (2018) che non accetta “piani b”. Il loro rock in italiano incorpora cantautorato, rap, rock nazionale e internazionale, fino al metal estremo. L’album “No” è uscito nel 2024. Hanno già registrato un successo al Germi di Milano per “Carne Fresca” e quest’estate apriranno tre date al sud per gli Afterhours (20 anni di Ballate per piccole iene). Il prossimo disco è in fase di registrazione. Instagram: xasperax
13.08 – ZAFFERANA ETNEA (CT), Anfiteatro Falcone e Borsellino
CHRISTIAN THE SEAGULL
Christian The Seagull è un trio psych e garage rock nato tra Catania e Manchester nel 2020.
Tra esoterismo e riferimenti alla cultura pop italiana, i Christian The Seagull raccontano una parabola psichedelica fatta di pedali fuzz, ritmi ostinati e Iva Zanicchi. Dopo un primo EP nel 2022, e da una serie di date in UK, Belgio, Francia e Italia, a dicembre 2024 pubblicano il loro secondo lavoro “Christian The Seagull II” pubblicato in formato musicassetta per Sour Grapes Records (Manchester), anticipato dal singolo “Jerry Galaxy”.
https://www.instagram.com/christiantheseagull/
HELEN BURNS
Gli Helen Burns sono una band post-punk siciliana che integra influenze alternative, punk, shoegaze e stoner. Il loro sound è un contrasto affascinante: oscuro ma tagliente, capace di evocare atmosfere malinconiche e “bagnate”, per poi incendiarsi con un’intensità secca e “incandescente”, che riflette la loro terra d’origine. Dopo un’intensa attività live in Sicilia la band ha registrato il suo album di debutto. Il 15 novembre 2024 è uscito “The Rain Caller”, autoprodotto al Buddy Sound Studio di Catania e distribuito da Alka Record Label.
https://www.instagram.com/helenburnsofficial/
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