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Recensione: SPARKS – “Mad!”

SPARKS_MAD_album-2025

“Terminal Jive” è uno degli album che in adolescenza ho consumato di più. Brani come When I’m with You continuava a girare in loop sul mio giradischi, ma il mio pezzo preferito è sempre stato Beat the Clock. Una bomba futuristica che ancora oggi, a distanza di oltre 45 anni (il brano è uscito nel 1979 con la produzione di Giorgio Moroder), suona attuale.  

I  fratelli Ron e Russell Mael sono sempre stati presenti nelle mie playlist e nei miei radar sonori. Inevitabile non ascoltare e raccontare “Mad!” il loro ventottesimo album in studio della band.

C’è una linea rossa che attraversa l’intera discografia degli Sparks, una linea tracciata con ironia chirurgica, intelligenza compositiva e una coerenza stilistica che non è mai diventata manierismo. “Mad!” si innesta perfettamente in questa traiettoria, riaffermando la vocazione a un pop d’autore che si fa teatro sociale, pamphlet sonoro, pastiche colto e impietoso della contemporaneità.

Ron Mael si conferma osservatore caustico dei riti collettivi, un moralista pop in grado di sviscerare il presente con uno sguardo che tiene insieme Swift e Altman, Hogarth e Bret Easton Ellis. Scrive testi come sceneggiature brevi, micro-drammi immersi in una società iperconnessa e alienata. Russell Mael, con il suo inconfondibile registro da controtenore, dà corpo e volume a queste visioni, trasformandole in tableaux musicali di stupefacente teatralità.

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In “Mad!”, lo sguardo si posa su zaini griffati, tatuaggi tribali, influencer narcisisti e devozioni liquide – religiose, amorose, calcistiche. Running Up A Tab At The Hotel For The Fab sembra evocare la saga grottesca della finta ereditiera tedesca Anna Delvey, mentre Do Things My Own Way, con il suo incedere da progressive pop, è un vero e proprio statement di poetica: gli Sparks, da sempre, fanno le cose a modo loro.

Il vocabolario impiegato è volutamente eccentrico e intellettuale – chi altri oserebbe infilare “epistemology” in un ritornello? – e il sottotesto culturale è denso di riferimenti che passano per l’eco di miti pop e anti-eroi del nostro tempo. La satira è sfumata, mai esplicitamente didascalica: l’ambiguità resta la cifra stilistica dominante, lasciando all’ascoltatore il piacere (o il dovere) di interpretare, decifrare, riflettere.

Non mancano i richiami al passato. A Long Red Light – brano magnetico sul senso d’impotenza e i desideri rimandati – dialoga idealmente con capolavori come When Do I Get To Sing My Way? e Your Call Is Very Important To Us, Please Hold. È il tema dell’attesa che ritorna, come un sottile filo psichico, nelle narrazioni sparkiane.

Sul piano sonoro, Mad! è un compendio dei generi che i fratelli Mael hanno attraversato e, in parte, fondato: new wave, art rock, synthpop, operetta elettronica. 

In definitiva, “Mad!” non è un amarcord né un capitolo minore. È un album che pulsa di attualità, che rifiuta la comfort zone per interrogare il presente con lucidità e stile. I Mael non si reinventano perché non ne hanno bisogno: restano fedeli a sé stessi in un modo che non è autocelebrazione, ma affermazione radicale di libertà artistica.

DA ASCOLTARE SUBITO

Hit Me, Baby – My Devotion – I-405 Rules

DA SKIPPARE SUBITO

45 minuti di viaggio nel passato guardando al futuro nello stile Sparks! 

SCORE: 7,50

1 Do Things My Own Way – Voto 7,00
2 JanSport Backpack – Voto 7,25 
3 Hit Me, Baby – Voto 7,50 
4 Running Up A Tab At The Hotel For The Fab –   Voto 7,00
5 My Devotion – Voto 7,50 
6 Don’t Dog It  – Voto 7,25 
7 In Daylight – Voto 7,00
8 I-405 Rules – Voto 7,50 
9 A Long Red Light – Voto 7,00
10 Drowned In A Sea Of Tears – Voto 7,50
11 A Little Bit Of Light Banter – Voto 7,00
12 Lord Have Mercy – Voto 7,00

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

1971 – Halfnelson (come Halfnelson)
1972 – A Woofer in Tweeter’s Clothing
1974 – Kimono My House
1974 – Propaganda
1975 – Indiscreet
1976 – Big Beat
1977 – Introducing Sparks
1979 – Nº 1 in Heaven
1980 – Terminal Jive
1981 – Whomp That Sucker
1982 – Angst in My Pants
1983 – In Outer Space
1984 – Pulling Rabbits Out of a Hat
1986 – Music That You Can Dance To
1988 – Interior Design
1994 – Gratuitous Sax & Senseless Violins
1997 – Plagiarism
2000 – Balls
2002 – Lil’ Beethoven
2006 – Hello Young Lovers
2008 – Exotic Creatures of the Deep
2009 – The Seduction of Ingmar Bergman
2015 – F·F·S (col nome FFS insieme ai Franz Ferdinand)
2017 – Hippopotamus
2020 – A Steady Drip, Drip, Drip
2023 – The Girl Is Crying in Her Latte
2024 – MAD!

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/sparks_official/

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