Recensione: AVRIL LAVIGNE – Head Above Water

Recensione: AVRIL LAVIGNE – Head Above Water

Ce la ricordiamo così, Avril Lavigne: faccino d’angelo in abiti neo-punk, con gli occhioni azzurri incorniciati da uno strato di kayal nero, a capo di una banda di ragazzacci che per passatempo rubavano e sfasciavano i centri commerciali.

Era il video di “Complicated”, correva l’anno 2002 e Avril Lavigne, appena diciottenne, diventava così il nuovo idolo dei teenager. Con la sua musica rock ma non troppo e la sua immagine da bad girl ma non troppo, incarnava perfettamente quell’idea di ragazza trasgressiva “il giusto”, in cui potevano identificarsi tutti coloro che volevano sentirsi ribelli senza disobbedire a mamma e papà. Avril era un po’ la paladina della fazione soft dei ragazzacci di inizio millennio, per cui il massimo della rivolta era alzare il dito medio.

Dopo 3 anni di assenza dalle scene, Avril Lavigne è rinata. Ed è tornata. Con ben due divorzi alle spalle, uno dal frontaman dei Nickelback Chad Kroeger, la cantante canadese ricalca la scena con “Head above water”, un album in cui la ragazzina punk è ormai solo un ricordo.  Già dalla copertina – la troviamo sdraiata su una distesa d’acqua così come Nostro Signore l’ha fatta, con la fedele chitarra a censurarle le grazie – si intuisce la voglia di mostrare una nuova e migliore versione di sè, più sfacciata e spudorata. Di solito, si fa così quando i conti si chiudono e tornano a nostro favore.

In “Head above water”, il singolo che ha annunciato l’uscita dell’omonimo album, Avril Lavigne racconta una delle lotta più difficili che ha dovuto affrontare: la malattia di Lyme, che l’ha allontanata dalla scene per diverso tempo. Un grido di aiuto (“God, keep my head above water – Don’t let me drown, it gets harder”) in cui descrive intimamente come si è sentita nel periodo più difficile.

Tra i pezzi da tenere in considerazione c’è “Birdie”, con i coretti aspirati tipici del suo cantato, a cui segue poco dopo “Tell me it’s over”, pezzo romantico e languido,  d’impronta chiaramente black. Il top però arriva con “Dumb Blonde”, l’ultimo singolo con la partecipazione di Nicki Minaj: un invito a non sottovalutare mai una bionda, perché è tutt’altro che scema.

Lo sappiamo Avril, lo sappiamo. Lo sapevamo già dai tempi di “Complicated”.

Score:  6,5

Brano preferito:  “Dumb Blonde”

Tracklist:

1. Head above water
2. Birdie
3. I fell in love with the devil
4. Tell me it’s over
5. Dumb blonde
6. It was in me
7. Souvenir
8. Crush
9. Goddess
10. Bigger wow
11. Love me insane
12. Warrior

Discografia:

2002 – Let Go
2004 – Under My Skin
2007 – The Best Damn Thing
2011 – Goodby Lullaby
2013 – Avril Lavigne
2019 – Head above water

 

 

 

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