NEGRAMARO From The Back To The Future: 2008 -2018

NEGRAMARO From The Back To The Future: 2008 -2018

Dieci anni fa. Stadio San Siro 2008. La prima band italiana a tracciare e salire su un palco imponente in uno dei capisaldi della musica.

Perché lo stadio è la laurea di accesso al dottorato musicale. Dieci anni fa Giuliano, Andrea, Andrea, Lele, Ermanno e Danilo hanno scritto un pezzo di storia nella musica italiana, pur non sapendolo con l’incoscienza propria di una band partita dal profondo Sud e di una etichetta, la Sugar di Caterina Caselli, che allora (come ora) ha sempre fatto il mestiere di cui oggi (ma anche allora) molti discografici hanno dismesso i panni: scouting. I Negramaro sono una band indipendente, ce lo siamo dimenticati tutti. Anzi Indipendente come una realtà che oggi, per paradosso, non si vede più o forse mai.

Giuliano, in conferenza con i giornalisti, ammette “Avere cinquantamila persone a San Siro è un obiettivo gigantesco soprattutto da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo disco, noi sei con la Sugar. Abbiamo lavorato a questo progetto degli stadi tutti insieme e dall’inizio. Proprio oggi un anno fa, eravamo in studio a sognare. La cosa più bella però è che siamo ancora indie. L’etichetta, la Sugar, è un’etichetta indie-pendente. Potevamo rinnovarci e cambiare, abbiamo deciso di rimanere fedeli a noi stessi, dalla sale prove alla registrazione. L’indie è una storia che dura da 20 anni e sono felicissimo di dirlo a tutti. Abbiamo fatto un lavoro unito e dignitoso. Anche quando avete criticato siete stati grandiosi. Sono felice di questi stadi perché sono tutti veri. Siamo nati nel 1999 quando nel Salento non c’era nulla. Ora è semplice andare a scovare talent in Salento. La cosa più bella che l’indie oggi sta facendo, non fa l’occhiolino all’America del trap. San Siro oggi, dopo dieci anni, è un risultato non solo nostro ma di tutto il team. Un favore però, non gridate al miracolo ogni novità che arriva, fate come avete fatto con noi. Proprio da questo stadio il più grande augurio di bellezza va a Caterina Caselli. Ho delle telefonate che pubblicherei in toto. Vorrei avere un decimo della sua energia. Sono felice che la nostra strada si sia incrociata con lei per tutto questo tempo”.

2008-2018: Dieci anni.

Giuliano: “E’ la prima volta che ci possiamo permettere di osare, avere un palco che per sei date ci sta regalando grandi soddisfazione per i numeri. Bisogna avere fiducia nel Sud e noi gliene abbiamo data tanta. Ci sentiamo a casa in qualsiasi parte d’Italia, fa uno strano effetto. Partire da Lignano che ci ha accolto con uno stadio pieno, avvolgente. Passare da Milano e vedere ancora oggi uno stadio pieno, non lo so descrivere. Sono sensazioni che solo stando sul palco si possono provare. Anche Roma sta avendo una risposta eccezionale. Dieci anni sono ben sintetizzati in queste sei date che sono un bel traguardo produttivo, sono i risultati di un lungo lavoro di team. L’attività del team spesso manca, oggi. Abbiamo preso tanta energia dai loro sforzi. Il concetto di team io lo sostengo enormemente. Il team fa sempre la differenza nei confronti di tutto”.

Date e Start.

Sei date che hanno visto lo start a Lignano “Siamo molto felici. A Lignano è andata benissimo, la partenza è stata quella giusta. E’ stata un’emozione gigantesca. Il ritorno è forte ogni volta. Io dimentico tutto. Mi sento come se non avessi fatto nulla fino al concerto. Fin quando non lo rivedi sembra che sia tutto da testare per la prima volta, il che un bene, anche se un po’ meno per la mia autostima” (Giuliano).

Andrea: “Abbiamo lavorato molto a questo concerto. Abbiamo avuto la stessa passione. Il concetto è quello di riavvicinarci in un periodo particolare della nostra vita artistica. Un concerto diverso rispetto al passato. Ci sono cose che accadono durante il concerto che han sorpreso anche noi, un palco enorme e accogliente. E’ un concerto dinamico, serrato, ricco di momenti. Ci concentriamo sulla band, sulle potenzialità di una band, che come non mai assume forme e ruoli diversi. E’ la prima volta che ci muoviamo tantissimo sul palco e riusciamo a interagire con il pubblico, come a Lignano. Si tratta della prima volta in cui siamo riusciti a lavorare alla scaletta. Difficile da gestire, le hit non mancano ma anche pezzi del disco nuovo che cercano di avere un ruolo fondamentale in questo tour. E’ stata una scaletta musicale nata in sala prove con dedizione al sound, connotazione di una band. Abbiamo cercato di unire le varie caratteristiche. La scaletta serrata, movimenti dinamici, interscambiabilità tra noi, i visual dal forte impatto emotivo. Cercare di gestire la quantità enorme di attrezzature a disposizione. Un concerto che tende a salire e crescere sino a un’esplosione finale. Siamo anche noi trepidanti”.

Scaletta

A: “Abbiamo sempre variato. Non abbiamo voglia di ripeterci più di tanto. Volevamo fare una festa con gli spazi giusti per la riflessione e per l’intimità. Credo sia un concerto completo. Mi piacerebbe assistere a uno dei miei concerti. “Amore che torni” ha dettato legge, sono rientrati in scaletta anche brani che all’interno del tour, hanno indossato un nuovo vestito, proprio di questo disco”.

G: “Abbiamo rivestito i brani che han fatto la nostra storia. Rimaneggiarli vuol dire che hai un pudore nel farlo ma sono brani che hanno una grandezza di per sé, sono canzoni che sono state ripulite e rinfrescate. Ci sono state tantissime canzoni che avremmo voluto mettere. “Amore che torni”, è il punto focale che cerca di dare i dettami principali”.

Equilibrio

Giuliano: “Sono orgoglioso di questa storia, non parlo di numeri, perché quelli vanno, vengono e ritornano. Questa cosa non è mai andata al punto di non ritornare. Ci sono stati momenti in cui una persona non è al cento per cento per affrontare tutto. Io guardo loro e mi ritrovo. Quando guardo Pupillo con l’organetto che mi sorride, annullo tutto. Se guardo Danilo che ha una forza incredibile, non capisco come possa fare a resistere. Andrea ha la lucidità che mi dice “E’ tutto ok”, ha una sensibilità che ti fa misurare una cosa che è più grande di tutto quello che non ci sarà domani. Ermanno che so quanto controllo ha, lui sa già come sto semplicemente dalla voce. Lele basta che giri su stesso si ferma e si ferma su di me. E’ un’aneddotismo da palco proprio per dire che lì, si consuma un’umanità che è tutto ciò che ho sognato. Finisse domani va bene comunque, abbiamo un’amicizia che va oltre. Senza esser troppo romantici evidentemente durante Lignano, ho riscoperto quella grandezza che dimentico ogni volta, la grandezza di questi amici che riescono a supportarmi, che ti raddrizzano. Questo gruppo si raddrizza da solo. “Amore che torni” è stato un disco difficilissimo, il disco più lucido che abbiamo fatto per dire che noi ci saremo sempre con coerenza. Sono state scritte novanta canzoni per mantenere questa coerenza. Tutto questo fa grande questa grande famiglia”.

Omaggio a Dolores

“Sarà solo una foto finale. La prima volta che abbiamo riprovato “Senza fiato”, ci ha lasciato dei brividi forti. Abbiamo lasciato questa foto finale del nostro abbraccio. Sul bis. Ci sarà un momento in cui sarò sospeso a 15 metri. Salendo e cantando le prime note, mi si chiude cuore e gola. E’ il mio modo per fare da tramite tra pubblico e questa entità ultraterrena. Mi sento piccolissimo però è l’unica maniera per misurare i grandi. Quel volo è la voglia di eternizzare una grande voce che ha cambiato il talento musicale femminile nel mondo, ma anche una grande donna, abbiamo avuto una fortuna incredibile”.

Saviano

Giuliano: “A prescindere a Roberto, non si può togliere la scorta a chi combatte contro la mafia, una cosa gigantesca. A quel punto si starebbe nel pericolo di confondere le persone. Chi lo fa deve essere tutelato e mai assoggettato a confusioni. Non si può”.

“Per uno come me”

Giuliano: “Non mi piace l’atteggiamento cinico di chiusura e di moda, se noi riflettessimo dal punto di vista umano, chiunque si butterebbe in mare a salvare un altro essere umano come lui, che chiede aiuto, chiunque. La musica è sempre politica, “Per uno come me” è il racconto di chi deve esser salvato per continuare il sul suo sogno di invecchiare sulla terra, sono vite umane. Il mare torni ad essere il liquido che abbiamo dentro. Mi permetto anche di dire che le canzoni vanno più in profondità dei meme, la musica ha i suoi tempi e cercherò di starci dietro”.

CALENDARIO “AMORE CHE TORNI TOUR STADI 2018”:

24 GIUGNO – LIGNANO SABBIADORO – STADIO G. TEGHIL

27 GIUGNO – MILANO – STADIO SAN SIRO

30 GIUGNO – ROMA – STADIO OLIMPICO

5 LUGLIO – PESCARA – STADIO ADRIATICO

8 LUGLIO – MESSINA – STADIO SAN FILIPPO

13 LUGLIO – LECCE – STADIO VIA DEL MARE

27 Giugno 2018

 

 

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