Intervista – SALMO: a 40 anni ho capito di essere un bravo ragazzo

Intervista – SALMO: a 40 anni ho capito di essere un bravo ragazzo

Dal suo rifugio in Sardegna, tra silenzio e distanze cercate, Salmo apre a tutti le porte di “RANCH”, il nuovo album fuori il 9 maggio.

Sedici tracce, un solo featuring e un’idea chiara: lasciarsi trovare, più che rincorrere. Dopo il live-evento Lebonski Park e l’annuncio del Salmo World Tour 2025, l’artista riapre un capitolo fatto di libertà creativa, introspezione e nuove direzioni, lontane dai riflettori e dalle formule vincenti.

RANCH non è solo un disco, ma un territorio mentale, una zona franca. Qui non si parla di western, ma di verità: la necessità di rallentare, di rimettere a fuoco, di spogliarsi di ogni estetica imposta. Un album eterogeneo e viscerale, dove Salmo si racconta con lucidità, ironia e senza filtri, tra ricordi, bilanci, dichiarazioni d’intenti e qualche pugno ben assestato.

Ecco i suo racconto! 

L’INTERVISTA 

“Ranch” è un disco che arriva dopo un periodo di isolamento. Che tipo di esigenza c’era dietro questa scelta?

Sentivo il bisogno di allontanarmi. Ho vissuto una fase della mia vita in cui tutto mi sembrava troppo: troppe voci, troppa pressione, troppe aspettative. Allora ho fatto quello che mi sembrava più naturale: spegnere tutto e cercare il silenzio. Mi sono disconnesso, sono tornato in Sardegna, e lì ho iniziato a ricostruire uno spazio mentale sicuro. Non è che pensassi subito a un disco, ma da quel silenzio è venuta fuori nuova musica, in modo molto spontaneo.

Ti sei disconnesso completamente dai social. Una scelta radicale, considerando quanto li hai sempre usati per comunicare.

Sì, è stata una rottura netta. Per anni ho usato i social in modo molto diretto, anche provocatorio. Ma a un certo punto ho capito che mi stavano drenando energia creativa. Ogni volta che provavo a scrivere qualcosa, mi veniva in mente come sarebbe stata letta, commentata, giudicata. E così perdi l’istinto. I social sono un grande freno alla creatività se non li gestisci. Ho scelto di staccare, di uscire dalla narrazione continua. È stato liberatorio.

E da lì è iniziato il lavoro sul disco. Come si è sviluppato?

In realtà stavo lavorando su altri progetti: una serie TV, una colonna sonora, un libro. Ero immerso in tante cose diverse. La serie, in particolare, mi ha aiutato molto: ho interpretato un personaggio di  “Blocco 181” che si chiamava Snake e vive in una condizione estrema di isolamento. Lì ho capito che c’era un collegamento forte con quello che stavo vivendo io. Da quel legame è nato Ranch, un disco che in qualche modo è il punto di contatto tra me e lui.

C’è un solo featuring, con Kaos. Una scelta che colpisce e in controtendenza.

Sì, e non è casuale. Volevo che fosse un disco personale, senza troppe contaminazioni. E Kaos per me è molto più di un featuring: è un omaggio. Quando ero un ragazzino lui è stato il primo a darmi uno shock artistico. L’ho visto dal vivo, con la maglietta dei Pantera, i capelli sparati alla Sid Vicious… e una rabbia vera. Lì ho capito che volevo fare rap. Mi ha dato il coraggio di uscire da me stesso. Questo featuring è un gesto di riconoscenza.

Dal punto di vista musicale, hai scelto un sound scarno, a volte quasi minimale. Una virata decisa.

Sì, volevo allontanarmi dal suono troppo costruito. Mi sono liberato di certi cliché, anche sonori. Alcune tracce sono quasi demo: Incapace, ad esempio, l’ho registrata con la chitarra in una take, senza click, senza editing. Volevo l’imperfezione. Il senso era proprio quello di restituire un’urgenza, una verità, più che la precisione. In questo senso sì, si può parlare di attitudine punk, anche se il linguaggio resta il mio.

Hai girato 16 videoclip in 4 giorni. Qual era l’idea?

Volevo raccontare qualcosa di coeso, come un film a episodi. Non mi andava di fare i classici visual da YouTube con due loop e tre transizioni. Ogni video ha una parte narrativa, visiva, coerente con il disco. Siamo andati in Bulgaria dove avevano girato l’ultimo film della saga di Rambo e abbiamo lavorato tantissimo in poco tempo, ma il risultato mi rappresenta: è come se il disco avesse una sua controparte visiva, un’estensione narrativa.

Nel racconto visivo compare un uomo solo, in un mondo quasi post-umano. Che funzione ha questa figura?

È una proiezione. Un uomo che si muove in uno scenario deserto, immerso nella tecnologia, ma senza contatto reale. Un po’ come siamo noi oggi. Mi ha ricordato “Terminator” e certi scenari distopici: non troppo lontani dalla realtà che viviamo. L’idea era riflettere su questo tipo di solitudine, su cosa può succedere quando perdiamo il senso del tempo e del legame umano.

Cosa ci sarà nel tuo prossimo live “LEBONSKI PARK”?

Sarà un evento, non solo un concerto. Volevo evitare che i fan stessero tre ore sotto il sole, quindi abbiamo creato una festa di paese con giostre, tornei, birra e cibo. Poi si apriranno i cancelli per il concerto e sarà l’inferno!

Annunci anche un World Tour. Com’è strutturato?

Finalmente! È stato rimandato per la pandemia. Partirà il 6 settembre, poi palazzetti in Italia e infine club in tutto il mondo. Voglio tornare alle origini, alla dimensione più intima.

Com’è stato lavorare in Sardegna?

La Sardegna è un posto magico. Vivevo in una collina, in una casa di pietra, e mi sono lasciato ispirare dalla natura. Nel mondo di “Ranch” non c’è nessuno, solo io e i gatti che continuavano ad arrivare. I gatti sono affascinanti, leggenda vuole che siano il passaggio tra la vita e la morte.

Che rapporto hai con la spiritualità?

Non credo in Dio, ma credo nella spiritualità che viene dagli esseri umani. Siamo capaci di cose incredibili. 

A 40 anni, qual è il tuo bilancio personale?

Ho capito di essere un bravo ragazzo, non il duro che cercavo di far credere. A una certa età bisogna esaminarsi senza vergogna. Se riesci a trasmettere questa sincerità nella musica, arriva dritta al cuore.

Qual è la traccia di “Ranch” a cui sei più affezionato?

Conta su di me. Probabilmente la vedranno come una canzone d’amore, ma è dedicata alla musica. È l’unica che non mi ha mai tradito, mi ha portato fin qui.

Che visione hai oggi del rap italiano? Ti ci ritrovi ancora?

Assolutamente sì, anche se in modo diverso. Non voglio dire che il rap oggi non mi piaccia: ci sono artisti fortissimi, un vero sottobosco pieno di talento. È impossibile negarlo. In Italia il rap è ascoltato da tutti, è diventato mainstream, ma sta crescendo anche in profondità. Certo, non tutti mi convincono: a volte sento cose che tecnicamente funzionano, ma non arrivano perché mancano di verità. Molti rapper parlano sempre di terze persone, di “fratelli”, di “galera”, di cliché… ma non dicono mai davvero chi sono. Per me il punto è proprio quello: ci vuole il coraggio di aprirsi, di essere sinceri. Se nella vita sei una persona felice, realizzata, cazzo, dimmelo. Racconta quella verità lì. Quando uno lo fa, anche se non è perfetto, a me arriva e lo rispetto. E per fortuna oggi ci sono tanti artisti giovani che lo fanno. Alcuni li ascolto volentieri e sono felice che ci siano.

Negli ultimi tempi stai seguendo qualche artista emergente?

Sì, ce ne sono diversi che mi piacciono. Uno degli ultimi è Sayf.  Secondo me ha qualcosa di particolare, sta iniziando adesso e può fare cose bellissime, ma dipenderà tutto da lui. Mi sembra molto focalizzato, ha ancora da aprirsi, però c’è qualcosa di interessante sotto. Vedremo.

Poi c’è Kid Yugi che ormai si è affermato e la sua cerchia come Rrari Da Tacco che ha un altro stile, molto originale. È stiloso, ha una presenza forte, particolare. E poi ce ne sono tanti altri.
La cosa bella è che finalmente si iniziano a vedere ragazzi che scrivono cose interessanti. Oggi è raro. Se uno esce con un testo valido, tutti si stupiscono. Ma ai miei tempi, negli anni ’90, era normale scrivere come Kid Yugi. Era la base. C’era un modo di comunicare, di costruire versi.

Ti riferisci alla scuola di Primo Brown, Kaos …

Sì, ma anche a Fibra, o a Marra. Artisti che hanno davvero comunicato tanto, che hanno raccontato storie, o semplicemente ti facevano volare. Primo Brown aveva la magia. Sapeva scrivere immagini, faceva cine-rap. Era poesia visuale, degli storytelling pazzeschi e limpidi. Facevano capire quanto era importante la parola. E questa capacità si è un po’ persa.

Cosa intendi?

Che oggi molti hanno capito “la formula”. Hanno imparato cosa funziona. E quindi tutti fanno la stessa cosa. L’altro giorno mi sono guardato una sfilza di video su YouTube in vetta alla classifica: tutti uguali. Stessa musica, stesso modo di rappare, stessi vestiti. In due clip c’erano due artisti diversi, ma sembravano la stessa persona: tutti in bianco, stesso mood. È inquietante. Stiamo entrando in una brutta fase di omologazione.

Hai usato una metafora culinaria per descrivere questa situazione…

Esatto. È come il panino del McDonald’s: lo conosci, funziona, e quindi tutti lo ordinano. Ma se ti piace davvero il cibo, l’arte culinaria, non puoi mangiare solo quello. Devi sperimentare. Ecco perché, se tornassi indietro a 16 anni, non farei rap. Andrei da un’altra parte, cercherei un percorso completamente mio. Ed è questo che dico ai ragazzini oggi: usate la testa, create una rivoluzione, andate da una altra parte, raccontate storie. Perché una storia vera può aiutare qualcuno. Può far scattare qualcosa. E lì c’è la magia.

I FORMATI

Disponibile in sei formati – CD, CD autografato Esclusiva Sony Music Store, LP Brick Red, LP Brown Autografato Esclusiva Discoteca Laziale, LP Autografato Cream White Esclusiva Amazon.it, LP Oxblood Autografato Esclusiva Sony Music Store – ognuno con un artwork dedicato, pensato per immergersi completamente in questo nuovo viaggio sonoro e visivo, “RANCH” è un disco che racchiude intuizioni, stili e contaminazioni che hanno ispirato Salmo negli ultimi anni, un lavoro che promette di scuotere ancora una volta la scena musicale italiana.

INSTORE TOUR

A partire dal 10 maggio e per tutto il mese, Salmo incontrerà i suoi fan nelle principali città italiane. Dopo Milano, gli appuntamenti instore proseguiranno a Bari, Roma, Bologna, Lucca, Verona e Torino.

IL CALENDARIO

Sabato 10/5 – Milano – Mondadori Piazza Duomo – ore 16.00
Domenica 11/5 – Bari – Feltrinelli – Via Melo, 119 – ore 16.00
Martedì 13/5 – Roma – Discoteca Laziale – Via Mamiani, 62A – ore 17.00
Mercoledì 14/5 – Bologna – Semm Music Music Store & More – Via Oberdan, 24F – ore 17.00
Giovedì 15/5 – Lucca – Sky Stone & Songs – Via V. Veneto, 7 – ore 17.00
Venerdì 16/05 – Verona – Feltrinelli – Via Quattro Spade, 2 – ore 17.00

PRESENTAZIONE E FIRMACOPIE

Sabato 17/05 – Torino – Salone Internazionale del Libro – Lingotto Centro Congressi – Auditorium – ore 15.30

SALMO LIVE

Con l’uscita di RANCH, l’attesa cresce anche sul fronte live, dove Salmo è da sempre sinonimo di potenza e spettacolo.

Il primo grande appuntamento in agenda è LEBONSKI PARK, in scena il 6 settembre 2025 a Milano – Fiera Milano Live. Un evento fuori scala, prodotto da Vivo Concerti e Lebonski 360, che supera i confini del concerto per trasformarsi in esperienza immersiva e più che mai totalizzante nell’universo di Salmo. Un parco a tema a lui interamente dedicato, tra scenografie sorprendenti, richiami visivi alla sua discografia e una messa in scena che traduce l’universo di RANCH in spettacolo puro.

Dopo la grande festa milanese, l’avventura live prosegue sui grandi palchi italiani e internazionali. Arriva oggi l’annuncio del SALMO WORLD TOUR 2025, la nuova tournée -sempre prodotta da Vivo Concerti e Lebonski 360- che da ottobre vedrà Salmo portare RANCH e il meglio del suo repertorio nei palasport di tutta Italia e fuori dai confini nazionali, in giro per il mondo: l’occasione perfetta per lasciarsi travolgere dalla potenza di fuoco di Salmo, proprio dove dà il meglio di sé: on stage.

LEBONSKI PARK

Sabato 6 Settembre 2025 – MILANO @ FIERA MILANO LIVE

SALMO WORLD TOUR 2025

Giovedì 9 Ottobre 2025 – PADOVA @ FIERA
Sabato 11 Ottobre 2025 – TORINO @ INALPI ARENA
Sabato 18 Ottobre 2025 – EBOLI @ PALASELE
Martedì 21 Ottobre 2025 – ROMA @ PALAZZO DELLO SPORT
Domenica 26 Ottobre 2025 – FIRENZE @ MANDELA FORUM
Martedì 28 Ottobre 2025 – BOLOGNA @ UNIPOL ARENA
Martedì 4 Novembre 2025 – BARCELLONA @ RAZZMATAZZ
Mercoledì 5 Novembre 2025 – MADRID @ SALA MON
Domenica 9 Novembre 2025 – LONDRA @ VILLAGE UNDERGROUND
Lunedì 10 Novembre 2025 – PARIGI @ CAFÉ DE LA DANSE
Mercoledì 12 Novembre 2025 – BERLINO @ KANTINE AM BERGHAIN
Giovedì 13 Novembre 2025 – STOCCOLMA @ BAR BROOKLYN
Venerdì 12 Dicembre 2025 – LOS ANGELES @ THE PEPPERMINT CLUB
Domenica 14 Dicembre 2025 – TORONTO @ GARRISON
Martedì 16 Dicembre 2025 – NEW YORK @ SOB
Giovedì 18 Dicembre 2025 – MIAMI @ REVOLUTION LIVE

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ph: BOGDAN ‘CHILLDAYS’ PLAKOV

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