Dark Mode Light Mode

Intervista – GIOIA LUCIA: “Forse un giorno” è il mio diario in musica

Gioia-Lucia-2025 ph. Cristina Sinelli

“Forse un giorno” è il disco di debutto di Gioia Lucia, giovane cantautrice capace di trasformare l’introspezione in linguaggio condivisibile. 

Il disco — scritto interamente da lei — è una fotografia sincera dei suoi vent’anni di vita: tra ricerca e smarrimento, ballate intime e momenti più leggeri, Gioia costruisce un vocabolario musicale trasversale, capace di tenere insieme cantautorato, indie-pop, venature elettroniche e istintività.

L’abbiamo incontrata per farci raccontare da vicino questo suo esordio, che sa di confessione, di libertà e di rinascita.

ph. Cristina Sinelli

L’INTERVISTA 

“Forse un giorno” è il tuo primo album: un debutto che sembra già un punto di arrivo. Che tipo di viaggio è stato?

È stato davvero un percorso lungo e profondo. Quando ho cominciato a scrivere le prime canzoni non avevo ancora in mente l’idea di un disco, volevo solo mettere in ordine dei pensieri, buttare fuori delle emozioni. Poi, col tempo, ho capito che quei brani parlavano tutti tra loro, che raccontavano un percorso comune: i miei primi vent’anni, la mia crescita, la mia trasformazione come persona e come artista. Così Forse un giorno è diventato un diario, ma anche una sorta di mappa interiore. Ogni brano rappresenta una tappa, un nodo che si è sciolto, un momento che ho voluto custodire. E poi c’è un dettaglio che amo: il titolo dell’album è anche l’ultima frase dell’ultima canzone. Ci si arriva solo attraversando tutto.

Advertisement

Nel disco si alternano momenti molto intimi ad altri più leggeri, ironici, quasi pop. È stato liberatorio scrivere questo materiale? Oppure anche doloroso?

Tutte e due le cose. Alcune canzoni sono nate nei momenti in cui avevo più bisogno di capire, di respirare. E scriverle è stato come fare ordine, come rimettere insieme i pezzi. È stato sicuramente liberatorio, ma anche emotivamente impegnativo, perché ho dovuto guardarmi dentro senza filtri. In altri brani invece ho lasciato spazio a un’ironia che mi appartiene e che a volte mi ha salvata. Ho voluto raccontare anche le piccole “sfighe”, gli imprevisti della vita, le stranezze quotidiane che poi, se le guardi bene, diventano poesia. In questo senso è stato quasi terapeutico, e molto sincero.

Dal punto di vista musicale, l’album è un caleidoscopio: ballate, momenti uptempo, incursioni più elettroniche. Come hai lavorato a questo equilibrio?

L’ho vissuto con grande libertà. In passato mi sono spesso chiesta se fosse giusto mischiare troppi stili, se un disco dovesse per forza essere coerente. Ma poi ho capito che Forse un giorno doveva rappresentare esattamente quello che sono: una persona in costruzione, in continua esplorazione. Ho sperimentato tanto, anche con suoni e arrangiamenti diversi. Ci sono pezzi più lenti e intimi, ma anche brani da ballare, più leggeri e immediati. Volevo che il disco raccontasse le mie sfumature, anche quelle apparentemente contrastanti. E in fondo questa varietà mi rappresenta.

E c’è un bellissimo lavoro anche sull’art direction del progetto. Chi ha curato la parte visuale?

Le illustrazioni e tutta la parte visuale sono di Malù Russo. Quando ho visto i suoi lavori mi hanno subito colpita, ho sentito che c’era un legame fortissimo con quello che stavo cercando. Lei ha disegnato a mano tutte le illustrazioni del progetto, una per ogni brano. Sono come piccoli videoclip statici, immagini sospese che raccontano un’emozione o una scena. In un momento in cui le copertine spesso sembrano fatte con un generatore automatico, avevo bisogno di qualcosa che fosse davvero mio, umano, artigianale. E Malù ha saputo coglierlo perfettamente.

Il disco ora è fuori. Ma come si trasforma questa intimità nella dimensione live? Che tipo di spettacolo stai costruendo?

Stiamo lavorando tantissimo sul live. Sono in sala prove ogni settimana con la mia band, e l’idea è quella di creare un set che rispecchi la varietà dell’album ma con un’energia tutta sua. Abbiamo deciso di suonare tutto senza sequenze, tutto live, per restituire una sensazione di verità, di connessione vera con chi ascolta. Ovviamente ci sono tutte le canzoni del disco, ma anche alcuni arrangiamenti nuovi, per dare una seconda vita ai brani e rendere il concerto un’esperienza unica. Debuttiamo il 30 maggio a Bologna, poi faremo qualche data estiva e stiamo già pensando a una tournée più ampia.

Hai già nuove canzoni in cantiere? Ti senti già proiettata oltre questo primo disco?

Sì, ho scritto qualche nuovo brano, ma per ora è tutto molto intimo, ancora legato alla scrittura nella mia stanza, con la chitarra. Non sono ancora tornata in studio, ho bisogno di far sedimentare questo primo capitolo. Forse un giorno è uscito da pochissimo, e voglio viverlo fino in fondo. Ma sicuramente sto già sentendo nascere cose nuove: altre riflessioni, altri suoni, altri racconti. Fa parte del mio modo di stare al mondo: scrivere è sempre stato il mio modo di capire dove sono.

Che musica ascolti? 

Allora questi sono gli ultimi vinili che ho preso: Pino Daniele “Nero a metà” che è uno di quelli di cui vado più fiera, poi ho “Lux Eterna Beach” di Colapesce di Martino, De Gregori, i Rex Orange County, “Messy” di Olivia Deen e naturalmente i Beatles! 

Un sogno del cassetto o di una collaborazione futura?

Eh, questa domanda mi mette sempre in crisi, perché a me piacerebbe lavorare veramente con chiunque. Magari ti direi, forse, dato che ho appena comprato il disco, Colapesce di Martino!

TRACCIA PER TRACCIA 

1. Fino all’alba

Il viaggio comincia qui. “Cosa fai stasera? Fatti un giro dentro me” è la frase che ha acceso la scintilla di questa intro. Volevo che fosse un invito, una porta aperta per chi mi conosce già e per chi mi scopre adesso. Ho seminato piccoli rimandi a brani passati, come luci sulla strada di questo nuovo percorso.

2. Disco Gioia

È uno dei pezzi a cui sono più legata. Nato subito dopo Morta d’amore, è arrivato come una scossa elettrica: ho iniziato a sperimentare, ho prodotto da sola le prime bozze e tutto ha preso forma in modo spontaneo, naturale. È una vera rinascita, un’esplosione di colori dopo un periodo grigio. ”Ballo una disco gioia e questa luna mi illumina come se fossi sola e all’orecchio, mi dice che devo iniziare a parlare di me”: in questa frase c’è tutto. Ballare anche quando vorresti solo startene giù. Buttarsi di nuovo nella vita. E nella musica.

3. Flusso

“Flusso” è nata durante un momento di riflessione, pensando a come spesso processi i miei sentimenti attraverso la musica. Il brano racconta di me e del mio gruppo di amici, persone che, come me, scrivono canzoni. Ci capita di passare serate in cui ci sentiamo soli, ma poi torniamo a casa e ci immergiamo nella scrittura. Il messaggio della canzone è positivo: non bisogna temere di mostrare le proprie emozioni e non bisogna preoccuparsi del giudizio altrui. Tenersi la mano e cercare la vicinanza è fondamentale.

4. x non pensare +

Una collaborazione che è nata in studio, con Light D’Orange rapper e amico per cui nutro molta stima. Questo brano è stato il nostro modo di affrontare ed esorcizzare insieme una delusione amorosa. Quelle situazioni che sembrano perfette e poi si sgretolano, lasciandoti a raccogliere i pezzi. Ma anche qui c’è una volontà di andare avanti, di non voler più pensare. “Simili come due nemici a fine film” è una delle frasi di Light D’Orange che mi tocca di più del brano. Scherzando definisco questo pezzo trap per cuori teneri.

5. Vento in faccia

Il primo singolo estratto dall’album e uno dei brani che più mi rappresenta, in feat. con Ombra, un altro artista e caro amico che stimo. È un brano nato al pianoforte, in un momento di grande energia creativa. In questa canzone c’è grinta, fiducia in me stessa, ma anche dolcezza. È un inno alla rinascita, alla primavera, a quei momenti di spensieratezza in macchina con i finestrini abbassati e il sole che ti accarezza. “Vorrei imparare a rispondere e a non a reagire” è la frase mantra che mi porto dietro e che mi ripeto anche fuori dalla musica.

6. Morta d’amore

Un singolo che mi ha aperto mille porte. Scritto insieme a Masamasa in un paio d’ore, in modo quasi magico. Abbiamo costruito il brano partendo dagli accordi e lasciando che il testo disegnasse immagini forti e chiare. È una canzone che racconta quando tutto ti crolla addosso, ma con quell’ironia che ti salva. Dal vivo è un’esplosione: la gente la urla con me e ogni volta mi emoziona tantissimo.

7. Parole vuote

“Parole vuote” è nata durante un lungo e delicato percorso di terapia, in cui la mia psicologa mi ha guidata a esplorare una fase difficile della mia relazione con mia madre, un periodo in cui le parole tra noi sembravano perdere il loro senso. Lei non riusciva a esprimere il malessere che stava vivendo, e io, pur desiderando starle vicina, sentivo che non era ancora pronta a comunicare il suo dolore. Da questo silenzio è emersa una riflessione profonda su di lei e su quel momento condiviso. Il brano affronta temi legati alla terapia e alla cura di sé, alla consapevolezza che il benessere di chi ci sta vicino influenza il nostro. Non volevo vederla ridursi al solo ruolo di madre, perché lei è e può essere tanto altro.

8. Gli occhi

Un brano intimo, scritto di getto e prodotto in modo minimale. Sentivo il bisogno di raccontare una storia personale, un incontro che mi ha segnata. È difficile per me esprimere certi sentimenti a parole, ma con la musica riesco. “È rischioso affidare agli occhi i messaggi più forti” dice una frase del testo, e riassume benissimo il mio modo di essere. Il titolo dell’album, “Forse un giorno”, nasce proprio da qui: dalla speranza di riuscire un giorno a dire le cose, senza paura, non solo attraverso la musica.

IL TOUR 

30.05 Bologna      – Porta Pratello
07.06 Cuneo          – Atipico Festival
12.06 Arsita (TE) –            Dlen Dlen Festival
20.06 Serravalle Pistoiese –   Bello Veramente Fest
26.07 Chieti –        Totem Festival
29.08 Cava dei tirreni (SA) – Mac Fest
07.09 Cazzago di Pianiga (VE) – Undici fest

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/gioialucia__/

Previous Post

SUEDE "Antidepressants" in nuovo album a settembre. Guarda il video

Next Post

Recensione concerto: MAHMOOD alza l’asticella del pop italiano [Info e Biglietti]

Advertisement