Intervista: DRAGO – Quelle notti in cui voglio tutto

Intervista: DRAGO – Quelle notti in cui voglio tutto

Drago è stato per anni il bassista di Ghemon, Diodato e Nic Cester. Col brano “Tutto stanotte” inizia un nuovo percorso: quello di cantautore.

Quando hai la smania di tutto e non puoi più aspettare, ma poi ti accorgi che in realtà sei solo confuso e arrabbiato e non sai con chi prendertela, la vita ti stupisce: di questo parla “Tutto Stanotte”, il brano con cui Drago dà il via alla sua nuova avventura di cantautore. Abbiamo fatto un po’ di auto-analisi sull’argomento, perchè spesso la musica ci rende migliori.
 
Drago, tu sei un bassista, suoni da anni al fianco di cantanti del calibro di Ghemon e Diodato. Cosa ti ha fatto venir voglia di scrivere e cantare canzoni tue?

Ho iniziato a suonare il basso proprio per scrivere canzoni. Quando avevo 18-19 anni misi su una band di musica metal in cui cantavo e suonavo canzoni mie. Poi ho scelto di fare il musicista di lavoro, e sono finito a suonare con moltissimi artisti incredibili. Per questo, ultimamente si è riaccesa quella fiammella e la voglia di rimettermi in gioco. Con un po’ di idee in testa ho ripreso a scrivere, soprattutto in italiano, cosa che non avevo mai fatto prima. Lo considero un nuovo inizio.

Continuerai a suonare il basso o ti dedicherai completamente alla tua nuova attività? E soprattutto, suonerai il basso anche mentre canti le tue canzoni?

Sì, continuerò a suonare il basso, soprattutto con Nic Cester e Diodato, ma solo fino a che me lo permetterà il nuovo percorso che ho intrapreso. Spero infatti di potermi dedicare totalmente a cantare. Ti confesso che per questo progetto il basso è stato messo un po’ da parte. Dal vivo lo suonerò sicuramente in qualche pezzo, per esigenze strumentali. Sono partito però con l’idea di dedicarmi ad altri strumenti – synth, chitarra, tastiere – per iniziare da zero un nuovo discorso. E poi, dopo tanti anni che suono il basso – lo so che è un po’ brutto da dire! – ormai è solo lavoro. Non che non mi piaccia, ma non mi dà più modo di esprimermi a pieno. E’ diventata una routine, e oggi sento il bisogno di stimoli nuovi.

Di cosa parla la tua prima canzone, “Tutto Stanotte”? Com’è nata, quando e perché?

Come tante altre canzoni, è nata nel magazzino di mio padre, che ha comprato dopo la pensione per i suoi lavoretti di falegnameria. Per me è come un rifugio: posso cantare, fare tutto il casino che voglio, ma anche isolarmi e scrivere in pace. La canzone è venuta fuori da un sentimento confuso di rabbia vissuto in vari momenti della mia vita: quando senti di volere tutto, ma quel tutto in realtà è niente. Momenti in cui non sai con chi prendertela e non riesci a venir fuori da una situazione di disagio. Il pezzo però ha un lieto fine.

Drago Tutto Stanotte

La cover del singolo “Tutto Stanotte”

Secondo te viviamo in un’epoca in cui si tende a volere tutto e subito?

Sicuramente. È difficile capire cosa vogliamo davvero a causa dei tanti input e informazioni da cui siamo sommersi. Ci sono momenti in cui mi mandano in confusione, e allora ho bisogno di fare tabula rasa e passare due o tre giorni al lago. Devo stare lontano da tutti quegli stimoli che mi creano ansia, e mi fanno venir voglia di cose che non sono nemmeno tanto sicuro di volere sul serio.

Allora meglio “meno ma subito”, o “tutto quanto un po’ alla volta”?

Non lo so. Se mi guardo indietro, ho vissuto periodi in cui ho preso tutto in una sola volta ed è andata bene, altre volte è andata male, altre ancora così così. Dipende dai momenti, non ho una regola.

“Non so che cosa cerco, ma so che cosa voglio” è un verso di “Tutto Stanotte”. Tu pensi di sapere oggi cosa vuoi?

In un certo senso sì. La scelta che ho fatto mi sta cambiando non solo come artista, ma anche come persona. Espormi così tanto, cantare e scrivere canzoni mi aiuta tantissimo. Amo molto stare in compagnia, ma ho anche un lato riservato, al limite del chiuso. A volte faccio fatica a raccontare cose di me, anche alle persone che sento più vicine. La musica mi permette di gridare quello che ho dentro, per questo in alcune canzoni urlo davvero.

 “Canta a squarciagola una canzone per non sentire più il dolore”, dici anche. La musica ti ha aiutato in qualche brutto momento?

In tutti i momenti di difficoltà amo isolarmi, ascoltare un disco, scrivere canzoni, soprattutto in questo periodo di flusso continuo di idee. Fortunatamente ho vissuto una bella vita. Posso dire di essere contento, la mia famiglia ha sempre sostenuto le mie scelte, cosa fondamentale. La musica mi aiuta a “coprire” dei lati del mio carattere che reputo negativi, e ad affrontare situazioni scomode, come stare tra tanta gente che non conosco: sono una persona timida e riservata, ma la musica mi costringe ad uscire dalla mia “zona sicura”. Ho suonato a San Siro davanti a migliaia di persone, ci sono riuscito solo grazie a lei. La musica mi aiuta ogni giorno ad affrontare paure e ansie.

A chi ti sei ispirato per iniziare a cantare, e chi sono gli artisti di oggi a tuo avviso degni di nota?

Chi mi ha acceso una lampadina, ai tempi, sono stati Lucio Battisti e Lucio Dalla. Sono i due fari della canzone italiana. Oggi, tra i miei preferiti, ci sono Brunori Sas, Cosmo e Calcutta.

Drago Tutto Stanotte

Seguirai Sanremo?

Come tutti gli anni! Quest’anno sono ancora più contento perchè ci sarà Antonio (Diodato, ndr), a cui faccio un grande in bocca al lupo. A parte qualche nome però, questa edizione mi affascina meno di quella passata. Mi sembrava più veritiera perché rispecchiava sicuramente l’ascolto generale e quello che passavano nei club. Quest’anno sono meno curioso, ma lo guarderò lo stesso perché…lo guardo da sempre!

E dei talent cosa pensi?

Ho guardato qualche edizione di X-Factor. Penso che siano un’arma a doppio taglio, soprattutto per gli artisti non ancora formati. Tornando al discorso di prima, i talent danno l’illusione di poter avere tutto e subito. In effetti la visibilità all’inizio è massima, ma facilmente si rischia di essere dimenticati e diventare “uno dei tanti”. Sarebbe pesante anche per un artista già formato, figuriamoci per un ragazzo con tanti sogni e un precario equilibrio artistico: si passa dall’essere costantemente sotto i riflettori al nulla. Avere un progetto ben preciso è la cosa più importante per un artista. Senza un’idea solida si rischia di finire in un baratro da cui non è semplice uscire.

Hai in cantiere altri pezzi prossimi alla pubblicazione e dei live in programma?

Sì per entrambe le domande. Ho dei pezzi quasi pronti, per ora non posso dire di più. Stiamo anche lavorando al calendario dei live. Tra poco ci saranno news su entrambi i fronti!

 

Related Posts