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Recensione: TURNSTILE – “Never Enough”

Che i Turnstile fossero destinati a scardinare i confini del genere lo avevamo intuito ma è con “Never Enough” che la band hardcore di Baltimora dimostra di saper maneggiare il caos con una precisione chirurgica, trasformando la collisione tra suoni, stili e istanze emotive in una forma compiuta e sorprendentemente coesa.

A quattro anni di distanza, i cambiamenti stilistici di “Glow On” sembrano una prova generale per “Never Enough”, un’opera che non si accontenta di espandere il vocabolario dell’hardcore contemporaneo e nu-metal, ma lo destruttura fino a sfiorare territori inediti, tra pop sperimentale, rock lisergico, r’n’b atmosferico e derive post-punk in alta definizione.

Fin dalle prime battute della title track si percepisce che l’aria è cambiata. “Never Enough” si apre con synth eterei e voci riverberate salvo poi esplodere in un anthem da stadio che mantiene in sé la tensione elettrica dell’hardcore ma la reindirizza verso un’estetica più ampia, quasi cinematografica. Il gesto è ambizioso, eppure perfettamente calzante per una band che ha sempre usato il punk non come fine ma come mezzo – linguaggio iniziale, mai destinazione.

Il cuore pulsante del disco è proprio in questo equilibrio pericoloso tra radici e fughe: Sole ruggisce come un pezzo in acido, mentre I Care pare un brano jangle-pop filtrato da una sensibilità emo, con i suoi riff smithsiani e un ritornello da urlare in faccia al vuoto. La violenza sonora non viene negata, ma ridisegnata: Dull si muove tra glitch, feedback e un’ossatura nu-metal aggiornata al presente, Sunshower decostruisce l’impatto frontale con un’apertura imprevedibile – un assolo di flauto firmato dal componente degli Sons of Kemet, Shabaka Hutchings– che trasforma la traccia in un episodio psichedelico e meticcio, quasi spirituale.

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C’è qualcosa di profondamente emotivo – e volutamente ambiguo – nel cantato di Brendan Yates, che abbandona lo scream per una vocalità più intima, filtrata, quasi sempre a un passo dal crollo. Nei testi si avverte un’eco di trauma relazionale, ma l’autobiografia non diventa mai confessione, piuttosto materia astratta da modellare in ambienti sonori stratificati e dinamici.

In Look Out For Me l’apertura alla Police convive con un’urgenza hardcore e un senso di malinconia notturna. Così l’eco dei Police si sente precisa nelle chitarre di Seein’ Stars. Mentre la finale Magic Man mi sembra essere uscita da un disco degli Yes. 

Gli ospiti, scelti con cura chirurgica, non rubano mai la scena ma amplificano la varietà del progetto: Dev Hynes (Blood Orange), Hayley Williams (Paramore), Faye Webster, Maestro Harrell. Un ensemble che sembra voler mappare la contemporaneità da più angolazioni, senza perdere il focus. AG Cook – storico collaboratore di Charli XCX – interviene con tocchi elettronici che disegnano nuove curve nei pezzi più arditi, come Ceiling o Dull. Il risultato è un affresco che, pur lambendo territori pop, non perde mai la tensione originaria.

“Never Enough” riesce sempre a rientrare nei binari, guidato da un istinto melodico straordinariamente solido, che rende credibili anche i salti più azzardati come il dubstep distorto, i ritmi latini di Dreaming e i riferimenti sabbathiani di Slowdive non appaiono come trovate decorative, ma come componenti sincere di una visione.

In un panorama musicale sempre più sfocato, i Turnstile scelgono l’ibridazione come scelta etica oltre che estetica. “Never Enough” non è solo un disco riuscito: è la prova che l’hardcore può evolversi senza snaturarsi, che la contaminazione può essere urgenza e non strategia, e che la fragilità emotiva non è incompatibile con la potenza fisica del suono.

Un disco che spiazza, avvince e – soprattutto – non smette mai di sorprendere.

C’è un arcobaleno all’orizzonte … 

DA ASCOLTARE SUBITO

Never Enough – Look Out For Me – Seein’ Stars 

DA SKIPPARE SUBITO

45 minuti in continua trasformazione. Non riesci a prevedere quello che succederà e questo è il punto forte del disco! 

SCORE: 8,00

Never Enough – Voto 8,50
Sole – Voto 7,50 
I Care – Voto 8,50
Dreaming – Voto 8,00
Light Design – Voto 7,50 
Dull – Voto 7,50 
Sunshower – Voto 7,50 
Look Out For Me – Voto 8,50
Ceiling
Seein’ Stars – Voto 8,50
Birds – – Voto 7,50 
Slowdive – Voto 7,50 
Time Is Happening – Voto 7,00
Magic Man

I VOTO DEGLI ALTRI 

Kerrang!: Voto 10,00
Nme – Voto 10,00
Classic Rock Magazine – Voto 8,00
The Guardian – Voto 8,oo
Pitchfork – Voto 7,80
Rolling Stone – Voto 7,00

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2015 – Nonstop Feeling
2018 – Time & Space
2021 – Glow On
2025 – Never Enough

VIDEO 

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/turnstileluvconnection/

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