Recensione: GALEFFI – “Settebello”

Recensione: GALEFFI – “Settebello”

Se hai un settebello devi giocare al meglio quella mano di partita, non puoi rischiare che quella carta vada nel mazzetto dei punti dell’avversario. Galeffi allora la carta della differenza ha pensato di crearsela da solo intitolando proprio “Settebello” il suo ultimo album.

I veri cultori della materia sanno bene chi è Marco Cantagalli, il suo vero nome; quelli che credono di essere i cultori dell’indie italiano, ma in realtà non lo sono, invece di Galeffi non hanno mai sentito parlare. Al massimo gli è venuto fuori distrattamente su Spotify ascoltando distrattamente le playlist dedicate al genere. E magari “Occhaie” e “Camilla” le hanno pure skippate quando invece meritavano ascolti su ascolti, magari da togliere a qualche pezzo dei The Giornalisti che nel periodo in cui è uscito “Scudetto” (2017), il suo primo disco, imperversavano nelle cuffie di tutti.

Chiamiamolo quindi il disco della rivincita, questo “Settebello”, per non dire sempre e solo “il disco della maturità”. Perché è scontato che la maturità, dopo tre anni, sia arrivata. Si nota nei testi, certo, ma anche nel sound e nei toni: abbandonata l’ingenuità, seppur bellissima come tutte, del 2017, con questo disco, complice la collaborazione con i Mamakas, c’è la voglia di affermarsi ancora e ancora e ancora di più, per prendersi anche quella rivincita lì, quella di qualche anno fa, quella di qualche ascolto in più per bla bla bla…

Dieci buone tracce, e lo dico senza retorica e frasone piene di aggettivi super qualificativi. Almeno la metà sono punte di diamante. “Settebello”, certo, ma anche “Monolocale” che inizia al piano e poi subito archi e batteria soft con parole d’amore che sfociano in un “che mondo sarebbe senza di noi”. Poi c’è “America”: piano jazz e “butta la pasta quel tanto che basta per non sentire tutto il vuoto che c’è”; e ancora “Tre metri sotto terra”: che non la fai una melodia e magari ci citi pure le sere nere di Tiziano Ferro? In questo disco c’è anche un Galeffi sperimentatore: “Cercasi amore” è sicuramente un pezzo con sonorità rock.

Niente, Galeffi ci ha messo del suo. Vogliamo fargliela vincere sta partita? C’ha pure il settebello!

Score: 7,0

Tre brani da ascoltare subito: Monolocale – America – Tre metri sotto terra

Quotes:
Le sigarette, quante ne ho spente
Anche se fanno male non riesco a smettere
Le stelle sono tante, milioni di milioni
E quando m’innamoro io scrivo le canzoni

Le vedi queste borse sotto i miei occhi
Sono borse di ricordi che
Non vanno via nemmeno se te le scordi
Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la fanno
Quelli che restano dentro e non se ne vanno?
E tu lo sai perché
Siamo finiti io e te
Tre metri sotto terra
Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la faccio
Quelli che prima “Ti amo” e poi “Ti ammazzo”?
Lo hai capito che
Siamo finiti io e te
Tre metri sotto terra

Le notti in bianco, le sere nere
E un cimitero di discorsi nel posacenere
Sai ieri ho fatto tardi a forza di pensarti
Non si è mai pronti a diventare grandi

Sapessi che paesaggio c’è oltre gli occhi miei
Che non lo sai cosa ti perdi
Se vuoi la guerra io depongo le armi

Che poi alla fine è un po’ meglio morire
Che stare da soli

Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la fanno
Quelli che restano dentro e non se ne vanno?
E tu lo sai perché
Siamo finiti io e te
Tre metri sotto terra
Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la faccio
Quelli che prima “Ti amo” e poi “Ti ammazzo”?
L’hai capito che
Siamo finiti io e te
Tre metri sotto terra

(Sotto terra!)
(Sotto terra!)

(Tre metri sotto terra)

Tracklist:
1. Settebello
2. Monolocale
3. America
4. Dove Non Batte Il Sole
5. Grattacielo
6. Quasi Quasi
7. Tre Metri Sotto Terra
8. Cercasi Amore
9. Gas
10. Bacio Illimitato

Discografia:
2020 – Settebello
2017 – Scudetto

Video:

Web e social:
instagram.com/galeffi_galeffi

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