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Recensione: CAPAREZZA - "Orbit Orbit" [Traccia per Traccia]
CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (31 ottobre) #NewMusicFriday
Recensione: CAPO PLAZA - “Hustle Mixtape Vol. 2”

CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (31 ottobre) #NewMusicFriday

Benvenuti a Newsic Friday Vol. 44-2025: Ecco il nostro esclusivo Newsic-rating. 

Un viaggio tra i nuovi suoni della settimana: collaborazioni impreviste, ritorni attesi e visioni d’autore che spaziano dal pop più levigato all’elettronica sperimentale, passando per rap, indie e contaminazioni globali. Dalla trascendenza di Rosalía alla nuova musica di Tedua e Caparezza fino ai ritorni di Mika, Fedez  e Irene Grandi — ecco chi convince e chi invece resta in bilico.

LA PLAYLIST

LE PAGELLE BRANO PER BRANO

Rosalia –  Björk – Yves Tumor Voto 9,00 – Rosalía intreccia tre universi in un affresco sonoro monumentale. Con Björk e Yves Tumor trasforma Berghain in un dramma lirico postmoderno, dove orchestra e elettronica convivono in tensione sublime. Poliglotta, visionaria, travolgente. Magnetica. Fuori dagli schemi! 

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Florence + The Machine – Voto 8,00 – Florence riaccende il suo incantesimo sonoro: architetture vocali maestose, dramma e grazia che si fondono in un rito collettivo di catarsi. Ogni nota è visione, ogni parola ferita e resurrezione insieme. Ancora una volta, pura trascendenza.

Jorja Smith – Voto 8,00 – Voce in gran spolvero per questa versione acustica che restituisce la sua essenza più pura: soul, grazia e intensità. Jorja spoglia il brano fino all’osso, lasciando emergere tutta la fragilità e la forza della sua interpretazione. Meglio che l’originale! 

The Twilight Sad – Robert Smith – Voto 8,00 – Dolente e maestoso è un viaggio tra il pathos dei Twilight Sad con l’ombra eterna della chitarra di Robert Smith. Un brano che trasforma il lutto in epica intimità, dove la malinconia diventa architettura sonora. Emozione pura, senza difese.

Phew – Danielle de Picciotto – Voto 7,50 – Un dialogo tra elettronica e parola che vibra tra Berlino e Tokyo. La fusione della voce algida di Phew e la poesia di Danielle de Picciotto in un rituale sonoro denso, astratto e pulsante. Un esperimento riuscito, capace di evocare l’invisibile. Ipnotico.

keiyaA – Voto 7,50 – keiyaA trasforma l’estetica R&B anni ’90 in un rituale contemporaneo di sensualità e autoaffermazione. Voce vellutata, groove morbido e ironia visiva costruiscono un piccolo manifesto d’identità sonora. Vintage e avanguardista insieme. Cinetica

Caparezza –  Voto 7,50 – Caparezza torna a orbitare nel suo universo mentale: liriche fitte di visioni e allegorie, sostenute da un beat dal sapore classico che riporta all’essenza del suo stile. Sempre acuto, sempre libero, trasforma la parola in detonazione concettuale. Visionario.

The Orielles –  Voto 7,25 – Gli Orielles tornano con un lavoro che danza sull’orlo del paradosso: tra organi dronanti, chitarre e violoncelli che si rincorrono come pensieri in collisione, Three Halves alterna caos e vuoto, rigore e abbandono. Un equilibrio instabile ma ipnotico.

Nle The Great – Nle Choppa –  Voto 7,00 – Campionare Don’t Look Any Further è un colpo sicuro, ma NLE riescono comunque a farlo suonare fresco. Barre taglienti, flow aggressivo e produzione che vibra d’energia pura: rispetto ai cliché, mantengono fuoco e carisma.

Fred again .. – Kettama – Shady Nasty –  Voto 6,90 – Un intreccio di mondi sonori distanti in un flusso ipnotico tra rap ed elettronica. Beat pulsanti, bassi caldi e tensione costante danno forma a un viaggio sensoriale più che narrativo. Suggestivo, ma a tratti dispersivo. Cinetico.

Tedua  Voto 6,90 – Tedua torna con la sua consueta maestria lirica: incastra immagini e metrica con la precisione di un architetto del verso. Il beat, possente e da stadio, amplifica l’ego e la visione. Imponente.

Emili Kasa – Voto 6,75 – Tra malinconia urbana e intimità disarmata, Emili Kasa costruisce con Pita Gyros un diario sonoro di ferite ordinarie. Produzione elegante, voce fragile e autentica, ma manca un vero scarto emotivo. Sincera.

Oklou –  Voto 6,75 – Oklou riafferma la sua sensibilità ultraterrena: pop liquido, intimo, etereo, dove elettronica e vulnerabilità si fondono con grazia disarmante. Onirica.

Diora Madama –  Voto 6,75 – Diora trasforma il Sud in un manifesto identitario: liriche dense, immagini evocative e un senso di appartenenza che diventa linguaggio universale. Il suono è caldo e ricco di personalità.

tabascomeno –  Acqua Distillata – Voto 6,75 – tabascomeno e Acqua Distillata cesellano una ballata intima e malinconica, dove la memoria diventa rifugio e ferita insieme. La voce, sospesa e pudica, traduce la nostalgia in gesto sonoro, ma il pathos rischia a tratti l’autocompiacimento. Delicata.

Aiello – Levante –  Voto 6,75 – Aiello e Levante intrecciano due fragilità complementari in un pop raffinato, intimo e misurato. Il brano respira malinconia lucida, tra architetture melodiche classiche e una scrittura che preferisce la sincerità all’enfasi. Un incontro empatico, non esplosivo. Elegante.

Piccolo  – Voto 6,75 – Piccolo urla la fragilità senza orpelli: un brano ruvido, viscerale, nato come sfogo più che costruzione. Le chitarre sporche e la voce cruda restituiscono l’urgenza di chi non teme il dolore. Mancano controllo e misura, ma resta autentico. Interessante

Lostatobrado  Voto 6,75 – Lostatobrado scava nel fango dell’animo umano con una marcia funebre elettrica e rituale. Suoni ruvidi, tensione costante, un’urgenza catartica che però resta più concettuale che emotiva. Visione lucida, ma fredda. Tellurico.

Gianni Bismark – Giuliano Sangiorgio –  Voto 6,50 – Gianni e Giuliano intrecciano due linguaggi in apparente contrasto: l’urgenza urbana del primo e la classicità melodica del secondo. Ne nasce un brano sincero, radicato e malinconico, più emotivo che innovativo, ma capace di colpire nel segno.

Gigi D’Alessio – Khaled – Jovanotti –  Voto 6,50 – Gigi, Khaled e Jovanotti costruiscono un mosaico mediterraneo dove lingue, ritmi e culture si fondono in un racconto di illusioni e desideri. Il messaggio è nobile, la produzione curata. Perfetto esempio di World music. 

Versailles  –  Voto 6,25 – Un pezzo fragile e lucido, tra introspezione e disincanto. Versailles riflette sull’alternanza tra fiorire e appassire, tra il sentirsi persi e il ritrovarsi nell’amore — anche quello per sé. Le influenze british si fanno sentire. Un brano difficile, ma sincero.

Irene Grandi  – Voto 6,25 – Irene Grandi resta fedele alla sua cifra pop: precisa, misurata, sempre controllata. Il brano funziona, ma non osa; scorre con eleganza senza lasciare scosse o vertigini. Un ritorno corretto, ma senza brividi.

Giordana Angi – Voto 6,25 – Giordana esplora l’amore nella sua fragilità quotidiana, tra pudore e desiderio. La scrittura è sincera, la voce regge il peso emotivo con eleganza, ma l’insieme manca di quel guizzo capace di sorprenderne la linearità.

Loomy – Voto 6,25 – Loomy sussurra più che urla: una confessione notturna sospesa tra sogno e realtà. Il flusso emotivo è sincero ma prevedibile, salvato da una sensibilità melodica limpida e una scrittura onesta. Olly-style! 

Spender –  Voto 6,25 – Un concept che gioca col fuoco del desiderio e lo decostruisce. Sex Worker  attraversa ironia, carne e inquietudine, tra cliché erotici e confessioni sincere. Schietto, provocatorio e irregolare come il suo autore. Bello il beat! 

Kim Petras – Voto 6,00 – Il brano celebra il fascino dell’attrazione con leggerezza e sensualità, intrecciando synth lucenti e pulsazioni dance.

Don Joe – Lubi – Promessa – Voto 6,00 – Don Joe disegna un banger lucido e muscolare: synth densi, bassi profondi e un beat che pulsa d’istinto. Lubi e Promessa incarnano la fame e la fragilità della nuova scena, ma l’impianto resta più forma che rischio. Mi aspettavo qualcosa di più! 

Capo Plaza – Voto 6,00 – Capo Plaza torna con una trap rap solida ma prevedibile, che fotografa con lucidità la scena senza però spingersi oltre i suoi stessi cliché. Tecnica e attitudine restano intatte, ma manca la scossa evolutiva.

Little Boys  – Voto 6,00 – “Ilaria” è una metafora lucida e amara della stupidità e dell’autodistruzione emotiva: un conflitto interiore che diventa riflessione universale sull’umanità. Il brano, più concettuale che personale.

Mika  – Voto 6,00 – Mika torna con un elettro pop levigato ma privo di mordente: melodia gradevole, produzione curata, ma poca sostanza emotiva e nessuna vera sorpresa. Un ritorno che scorre senza lasciare traccia. 

Fedez –  Voto 5,00 – Fedez torna con un brano lucido ma prevedibile, dove la vulnerabilità diventa esercizio di stile più che scavo autentico. La produzione di Merk & Kremont è impeccabile, ma l’emozione resta filtrata da troppa consapevolezza di sé. L’acqua è profonda, ma il tuffo resta in superficie. Autoreferenziale.

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