Recensione: NICCOLO’ FABI – Tradizione e tradimento

Recensione: NICCOLO’ FABI – Tradizione e tradimento

A tre anni da “Una somma di piccole cose” torna Niccolò Fabi con un disco che divide.

Tradizione e tradimento è un disco che divide. In primis, perché diviso per sua stessa natura: che sia per il titolo come facilmente si può supporre, che sia le tematiche snocciolate. Un album che racconta la cronaca della crisi ma anche come superarla.

La potenza di Niccolò Fabi è il suo pugno gentile, la capacità di cantare e scrivere concetti duri evitando i motti di facile appiglio.

Il ruolo della musica, oggi (“L’arte non è una posa ma resistenza alla mano che ti affoga”, canta in Scotta) o le migrazioni, ma mai con polemica diretta. Un esempio lampante è la riflessione sulla diversità appena sussurrata in Io sono l’altro, in cui il cantautore romano riesce a evitare, non senza maestria, la retorica. Invita a una certa empatia, comprensione, capacità di mettersi i panni dell’altro, facendolo davvero: “Quelli che vedi sono solo i miei vestiti, adesso facci un giro e poi mi dici“.

Tradizione e tradimento ancora una volta il manifesto di Fabi come cantautore indipendente, uno dei pochi che pare resistere forte della libertà che ha raggiunto negli ultimi anni.

Voto: 8,00

Tre brani da ascoltare subito:  Io sono l’altro – Scotta – A Prescindere Da Me

Quotes: 

Io sono l’altro
Sono quello che spaventa
Sono quello che ti dorme
Nella stanza accanto
Io sono l’altro
Puoi trovarmi nello specchio
La tua immagine riflessa
Il contrario di te stesso
Io sono l’altro
Sono l’ombra del tuo corpo
Sono l’ombra del tuo mondo
Quello che fa il lavoro sporco
Al tuo posto
Sono quello che ti anticipa al parcheggio
E ti ritarda la partenza
Il marito della donna di cui ti sei innamorato
Sono quello che hanno assunto quando ti hanno licenziato
Quello che dorme sui cartoni alla stazione
Sono il nero sul barcone
Sono quello che ti sembra più sereno
Perché è nato fortunato
O solo perché ha vent’anni in meno
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti
Adesso facci un giro e poi mi dici
E poi
Io sono il velo
Che copre il viso delle donne
Ogni scelta o posizione
Che non si comprende
Io sono l’altro
Quello che il tuo stesso mare
Lo vede dalla riva opposta
Io sono tuo fratello
Quello bello
Sono il chirurgo che ti opera domani
Quello che guida mentre dormi
Quello che urla come un pazzo e ti sta seduto accanto
Il donatore che aspettavi per il tuo trapianto
Sono il padre del bambino handicappato
Che sta in classe con tuo figlio
Il direttore della banca dove hai domandato un fido
Quello che è stato condannato
Il presidente del consiglio
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti
Adesso vacci a fare un giro e poi mi dici
E poi mi dici
Mi dici
E poi mi dici
Mi dici
E poi mi dici
E poi mi dici
Mi dici

(Io sono l’altro)

Sono i giorni dello smarrimento
dell’amore che non si inventa
i giorni senza destinazione
e senza movimento
quando il gioco si fa serio
e si smette di giocare
ed è tutta una salita fino a sera
fino al sonno che ristora

Sono i giorni dello smarrimento
i giorni senza desideri
degli eventi in contro al tempo
senza un ruolo del reale
degli occhi chiusi contro il sole
in attesa di un barlume
quando non senti più calore
ed il vuoto ti assale

Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la strada per tornare
Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la stella da seguire

Sono i giorni del vagabondo
di un mondo brutto e chiuso a riccio
cittadino di un bel niente
straniero dappertutto
del Pacifico è determinato
esercizio del dissenso
i giorni in cui capirsi è complicato
 
i giorni fuori tempo

Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la strada per tornare
Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la stella da seguire
la stessa da seguire

Sono giorni complicati i giorni dello smarrimento
dove ti cerchi in una sola persona
e ti perdi in altre cento
e il Re brucia la corona
e il silenzio trova le parole
il mare vuole essere collina
per contemplarsi dall’alto
come fa uno specchio
come tu guardi il riflesso di quello che non ti ho mai detto
di quello che non ti ho mai detto

Il mattino è così stanco di illuminare
che mi ripete all’infinito buonanotte
l’acqua si fa vino
come l’innocente diventa un assassino
anche un orologio rotto ha ragione per due volte al giorno
e allora perché non posso sentirmi come mi sento
i tempi stanno cambiando
ma l’unica cosa che conta
è amare quello che ho intorno
e sentire in faccia il vento

Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la strada per tornare
Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è
la stella da seguire
la stella da seguire

(I giorni dello smarrimento)

E’ stato come in un appuntamento
su uno scoglio prima del tramonto
sembrava che io guardassi solo al largo
ma ti ho sentita arrivarmi accanto
prima seduti con le gambe fra le braccia
ognuno muto dentro i suoi richiami
poi con cura ci siamo aperti come libri
aiutandoci a ricordare i nomi di quelli che eravamo
quelli che eravamo

Tu arrivavi dalla fine di una guerra
io ero scivolato dal mio piedistallo
un’assemblea di cocci a conversar di vasi
due cani con il guinzaglio alla ricerca di un padrone
nella schiuma in basso ci appariva tutto chiaro
che non si nasce con un coltello tra le mani
guardandoci negli occhi entrambi sapevamo
che alla fine qualcuno pagherà
il male che ci ha fatto qualcun altro

Così ci siamo contro il vento
e in pochi passi eravamo fino al bordo
con il coraggio che da soli non avremmo mai trovato
tu mi hai sorriso e ho sentito di esser pronto
così il peso si è lasciato andare avanti
e i talloni si sono alzati dalla terra
tu avevi paura io forse un po’ di più
ma l’attimo dopo in un salto noi eravamo insieme
nel blu
nel blu
nel blu

(Nel blu)

Track list:

Scotta
A prescindere da me
Amori con le ali
Io sono l’altro
I giorni dello smarrimento
Nel blu
Prima della tempesta
Migrazioni
Tradizione e tradimento

Discografia:

1997 – Il giardiniere
1998 – Niccolò Fabi
2000 – Sereno ad ovest
2001 – Niccolò Fabi
2003 – La cura del tempo
2006 – Novo Mesto
2007 – Dentro
2009 – Solo un uomo
2012 – Ecco
2016 – Una somma di piccole cose
2019 – Tradizione e tradimento

 

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