Recensione: GAIA – “Genesi”

Recensione: GAIA – “Genesi”

Mentre il mondo è fermo, Amici di Maria De Filippi va avanti e sforna un bel po’ di novità musicali, tra cui l’interessante debutto discografico di Gaia, “Genesi”.

Molto prima di Gaia, quando nacque “Amici” – in realtà si chiamava ancora “Saranno Famosi” – i suoi concorrenti erano tutti perfetti sconosciuti. Molti di loro non avevano mai seguito un corso di canto, ballo o recitazione. La scuola selezionava ragazzi dotati di un talento naturale, potenzialmente bravissimi ma ancora allo stato grezzo. Da qualche edizione non è più così. Non solo sono preparatissimi, gli alunni conoscono benissimo  il palcoscenico: vedi Irama, ex concorrente a Sanremo Giovani, e Gaia appunto, secondo posto ad X-Factor 2016 sotto la guida di Fedez.

Quando salì sul palco di X-Factor, prima ancora che iniziasse a cantare, Gaia lasciò subito il segno per i tratti esotici, gli occhi luminosi, il turbante coloratissimo. Non era una creatura qualsiasi. Quando si dice, in gergo, “bucare lo schermo”: Gaia incarnava perfettamente il concetto, la presenza scenica c’era tutta. Elegante e timida, sensuale e schiva, affascinante e ritrosa. Come la sua voce, uno strumento musicale simile a un sussurro potente, in grado di dare forma all’aria. Se il silenzio avesse un suono, sarebbe la voce di Gaia.

Dopo un momento di stop, Gaia riparte da “Genesi”, un album perfettamente curato nel sound grazie alla collaborazione di nomi importanti del panorama internazionale dell’elettronica e del producing, del calibro di Machweo, Alex Uhlman dei Planet Funk, Simon Says, Etna, e dei nostrani Antonio Filippelli, Antonio Dimartino, Piero Romitelli, Gerardo Pulli, Gianluigi Fazio e Andrea Bonomo.

Se dal punto di vista della “confezione” non c’è niente da dire, Gaia si inserisce perfettamente in quel filone musicale femminile che aspira ad un elettro-pop sofisticato, lontano dall’idea di tormentone-raggaeton-scala classifiche, e che la avvicina moltissimo a cantanti come Joan Thiele (con cui condivide anche la collaborazione con gli Etna).

E proprio come Joan, Gaia condivide le origini sudamericane – Brasile, per la precisione –  presenti in maniera spassionata in tutto l’album, a partire della opening track “Chega”, cantanta  in portoghese. Quando canta nella sua seconda lingua infatti, Gaia emana una certa luce malinconica con cui dà il suo meglio, compensando con brani più ironici e ballabili come “Coco Chanel” e “Fucsia”, che riassestano l’equilibrio del disco, rendendolo è tutt’altro che solo un triste lamento di saudade.

Riuscirà questa volta a risalire sulla cima del podio?

Score:  7,00

Tre brani da ascoltare subito: Chega – Densa – Fucsia

Quotes:  

La paladina del sorriso facile che si dispera
vestita verde tropicale ma sembra una nuvola nera
regina delle strade, la fine dell’estate
vive dove le lacrime diventano cascate
muove le gambe come in una samba, senza gravità
tra le preghiere della sera, il succo di maracuja
soffio fuori tutto il fumoDensa, densa
l’aria di questa stanza

 
densa, densa
l’aria nella mia bocca
e ogni parola quasi si tocca

E la sua mano scende sul suo corpo
sempre più leggera
appesa il cuore mi sembra una samambaia
in mezzo alla scogliera
non vuole dare spiegazioni
resta sempre ferma in superficie
come chi soffre di vertigini sott’acqua
ma non te lo dice
tra le preghiere della sera, il succo di maracuja
soffio fuori tutto il fumo

Densa, densa
l’aria di questa stanza
c’è la mia testa dentro la nebbia
densa, densa
l’aria nella mia bocca
e ogni parola quasi si tocca

Densa, densa
l’aria di questa stanza
c’è la mia testa dentro la nebbia
densa, densa
l’aria nella mia bocca
e ogni parola quasi si tocca

 
(Densa)
 

Tracklist:

1.Chega

2.Densa

3.What I Say

4.Mi Ricordo Un Po’ Di Me

5.Coco Chanel

6.Fucsia

7.Stanza 309

Discografia:

2016 – New Dawns

2017 – Fotogramas

2020 – Genesi

WEB & SOCIAL

instagram.com/gaiagozziofficial

Related Posts