Recensione: DIODATO – “Ho acceso un fuoco”

Recensione: DIODATO – “Ho acceso un fuoco”

Diodato si è voluto fare un regalo di cuore e ci ha voluto fare un regalo col cuore.

“Ho acceso un fuoco” non è un the best o una semplice raccolta ma un disco in studio che racchiude e celebra la sua dimensione live.

L’album, prodotto da Tommaso Colliva, contiene alcuni pezzi già editi del suo repertorio risuonati e riarrangiati in presa diretta presso lo storico studio Officine Meccaniche di Milano con una formazione composta da dieci musicisti che accompagnano da anni Diodato nei suoi progetti sonori.

Ho voluto fare un’esperienza inversa riportando in studio di registrazione ciò che ho raccolto con i miei compagni di viaggio in questi anni di concerti.

È stata una sfida che ho lanciato anche a me stesso: provare a perdere il controllo, ad abbandonarmi il più possibile al flusso emotivo proprio come faccio nei live, ma questa volta all’interno di uno studio di registrazione.

Ho accettato l’imprevedibile, l’imperfezione, suonando la chitarra mentre cantavo, con dieci musicisti e strumenti che suonavano insieme e vibravano nell’aria e nel corpo. Provare a cogliere un momento unico, irripetibile, il movimento di un corpo vivo fino a sentire il suono e il calore del suo cuore infuocato” – afferma Diodato.

Diodato per suonare questo live ha voluto che i brani assumessero una chiave di lettura diversa e inedita, racchiudendo tutte le sensazioni del live per poter essere trasmesse a pieno a tutti gli ascoltatori. Una setlist ragionata e selezionata tra brani che rappresentano tappe della sua storia sonora: partendo dalle origini con brani come “Ma che vuoi”, “Mi fai morire” e “Ubriaco” (2014 – “E forse sono pazzo”), passando per “Mi si scioglie la bocca” e “Cosa siamo diventati” (2017 – “Cosa siamo diventati”) fino ai pezzi più recenti come “Ci vorrebbe un miracolo” (2023 – “Così speciale”) e il sanremese “Ti muovi”.

Nell’album sono presenti anche le cover di “Amore che vieni, amore che vai”, brano di Fabrizio De Andrè che il cantautore ha interpretato con Jack Savoretti durante la serata dei duetti al Festival di Sanremo e una rivisitazione di “Cucurrucucú paloma”, canzone scritta dal cantautore messicano Tomás Méndez nel 1954.

L’album è stato arrangiato dallo stesso Diodato e dalla band composta da: Rodrigo D’Erasmo (violino, percussioni e cori), Alessandro Commisso (batteria e percussioni), Roberto Dragonetti (basso), Simona Norato (tastiere, chitarra elettrica e cori), Andrea Bianchi di Castelbianco (chitarre e cori), Lorenzo di Blasi (pianoforte, tastiere e cori), Lorenzo Manfredini (trombone), Beppe Scardino (sax baritono e flauto), Stefano Piri Colosimo (tromba e flicorno).

Il risultato finale sono dodici canzoni che risplendono con una nuova forma, rivestite e ricamate delicatamente e diventano nuova essenza tra ricordi e nuove emozioni. 
Un’operazione di cuore che ancora una volta mostra e rinsalda la sensibilità artistica di Diodato e la sua dolce poetica artistica. 

SCORE TRACCIA PER TRACCIA : Voto 7,50

Ma che vuoi (2014_E forse sono pazzo) –  Voto 7,50
Mi si scioglie la bocca (2017_Cosa siamo diventati) – Voto 7,50
Mi fai morire (2014_E forse sono pazzo) – Voto 7,00
Ti muovi (2024) – Voto 7,50
Ci vorrebbe un miracolo (2023_Così speciale) – Voto 7,25
Ubriaco (2014_E forse sono pazzo) – Voto 7,25
La lascio a voi questa domenica (2020_Che vita meravigliosa) – Voto 7,25
Cucurrucucú paloma (1954_Tomás Méndez) – Voto 7,50
Non ti amo più (2020_Che vita meravigliosa) – Voto 7,00
Essere semplice (2018) – Voto 7,50
Amore che vieni, amore che vai (1966_Tutto Fabrizio De Andrè di Fabrizio De Andrè) – Voto 8,00
Cosa siamo diventati (2017_Cosa siamo diventati) – Voto 7,50

DA ASCOLTARE SUBITO

Ma che vuoi – Ti muovi – Essere semplice 

DA SKIPPARE SUBITO 

Nulla poco meno di un’ora di grande musica. 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2013 – E forse sono pazzo
2014 – A ritrovar bellezza
2017 – Cosa siamo diventati
2020 – Che vita meravigliosa
2023 –  Così speciale

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