SANREMO 2024 – DIODATO: “Ti muovi” è la canzone che mi ha chiamato

SANREMO 2024 – DIODATO: “Ti muovi” è la canzone che mi ha chiamato

Ti muovi è il titolo del brano che Diodato porterà in gara alla 74esima edizione del Festival di Sanremo .

Diodato torna nel 2024 al Festival di Sanremo, portando sul palco dell’Ariston la sua cifra stilistica, energica, elegante ed unica, dopo la vittoria nel 2020 con “Fai Rumore”, un brano che è entrato nella storia della musica italiana e nel cuore dell’Italia intera.

“Ti muovi” (Carosello Records), scritto, composto e arrangiato dallo stesso Diodato, che ne firma anche la produzione artistica con Tommaso Colliva è una ballad intensa ed energica, un prezioso viaggio nell’animo di un essere umano che si trova ad affrontare emozioni inaspettate.

E l’emozione, partendo dall’etimologia della parola stessa, è qualcosa che crea movimento, che scuote equilibri e rimette in discussione le verità che avevamo con fatica costruito.
È il riaffiorare di sensazioni e visioni che sembravano essere lontane, ma che riemergono con forza forse anche per volontà.

LA QUARTA VOLTA AL FESTIVAL

Diodato torna sul palco dell’Ariston per la quarta volta dopo la partecipazione nel 2014 con il brano “Babilonia”, nel 2018 con “Adesso” insieme al trombettista Roy Paci, dopo esser stato ospite nel 2019 nella serata cover con Ghemon e i Calibro 35 sulle note di “Rose Viola” e dopo aver trionfato nel 2020 con “Fai Rumore”.

Dopo aver vinto la 70esima edizione del Festival di Sanremo, ha partecipato a “Europe Shine a Light – Accendiamo la musica”, la storica serata che sostituì l’Eurovision nel 2020, durante la quale Diodato ha cantato “Fai Rumore” nell’Arena di Verona regalando delle immagini in musica che hanno fatto il giro del mondo, prima di tornare ufficialmente nel 2022 sul palco di Eurovision a Torino con una versione inedita e alternativa della sua “Fai Rumore”, ricreando , anche grazie alla collaborazione con la coreografa Irma Di Paola, un potentissimo immaginario onirico e di condivisione con una performance che ad oggi viene riconosciuta come una delle più belle ed emozionanti viste agli Eurovision.

IL RACCONTO 

Sono molto felice di questa partecipazione a Sanremo, sento delle belle vibrazioni che nascono proprio da questo brano.
E’ accaduto tutto in maniera molto naturale. Questa canzone è figlia di questi anni e di un flusso emozionale incredibile. 

Ho ascoltato delle storie di amici molto cari che mi raccontavano tutti delle cose molto simili. Nel loro vissuto c’erano parecchi punti comuni e allora ho capito che la canzone, che avevo solo accennato, mi stava chiamando.

Ho provato quindi a concretizzare quello che si muoveva dentro di me. Quando ho una sensazione devo cominciare a lavorarci sopra e così mi sono chiuso in studio per registrare l’intuizione che avevo. 
Giorno dopo giorno cresceva sempre di più fino a quando mi sono abbandonato a queste sensazioni e ho scritto una parte di archi importante che è stata la luce finale che stavo cercando e mi ha portato alla conclusione di questo viaggio sonoro. 

L’ho ascoltata per parecchi giorni e sentivo un trasporto molto forte e da li è nata l’idea di portarla a Sanremo perché rappresenta molto quello che in questo momento sto vivendo. 

IL BRANO 

Questa canzone rappresenta un momento della mia vita, un momento nel quale credo sempre più nella musica.
Sono stati anni di grande liberazione e apertura e trasformazione della mia musica. 

È presenza, è dialogo con chi continua a riemergere dentro di noi e quindi in un certo senso anche con noi stessi.
Credo che questo brano appartenga al continuo fluire emozionale in cui mi sono immerso in questi anni e rappresenti parte della mia personale ricerca ed evoluzione, divenire artistico e umano.
Ho cercato di esprimere musicalmente la passione, l’impeto e la gioia dell’abbandonarsi a un’emozione.

IL DUETTO 

Nella serata di venerdì dedicata alle cover, Diodato si esibirà sul palco del Teatro Ariston con Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andrè, uno dei brani che l’hanno ispirato a diventare il cantautore che è oggi. Al suo fianco ci sarà un amico, Jack Savoretti, cantautore di origine genovese che lo accompagnerà in quest’esibizione unica per omaggiare Fabrizio De Andrè a 25 anni dalla sua  scomparsa su uno dei palchi più importanti della musica italiana.

Amore che vieni, amore che vai è per me una canzone importantissima.
E’ stato il primo grande amore con De Andrè, il mio primo punto di contatto.
Ci ho impiegato un po’ per comprenderla, era molto distante da me e di come ero ma poi ho capito che era una canzone bellissima. 
L’ho cantata a mio modo e ho cercato di fare una versione molto rock.
Quando è stata usata dieci anni fa per la colonna sonora di “Anni Felici” di Daniele Luchetti è stata una sorpresa.
Io ero all’inizio della mia carriera, ero un cantante emergente e questa canzone è stata il mio tramite con il mio primo Festival di Sanremo. 
Poi quest’anno c’è anche la celebrazione dei 25 anni dalla scomparsa di De Andrè e mi sembrava un giusto tributo. 

Con Jack ho interagito parecchio negli ultimi anni. Con lui è venuta subito la giusta vibrazione. Lui ha accettato subito.

IL DISCO NUOVO 

Ho deciso di registrare il mio viaggio musicale di questi anni. Per fare questo sono entrate alle Officine Meccaniche e ha registrato delle canzoni edite in presa diretta con la mia band.
Le registrazioni di queste session saranno contenute in un nuovo disco.
Non sarà un album da vivo ma un processo opposto.  Brani che si trasformano e hanno vestiti e vibrazioni diversi.  E’ un disco anche sporco, un esperimento interessante che mi sta facendo pensare molto.
Un disco in studio che spero sia un corpo vivo.

WEB & SOCIAL 

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ph: Diodato-Ph_-Alessio-Albi-2024

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