Recensione: CHIELLO – “Scarabocchi”

I tormenti del giovane Rocco ritornano, trasfigurati in materia sonora, con “Scarabocchi”– terzo capitolo della discografia di Chiello, ma anche il più compiuto, intimo, sofferto.
Un disco che non si accontenta di raccontare il dolore: lo scava, lo abita, lo sublima in stanze sonore che sembrano scarabocchi, schizzi d’anima, appunti notturni sparsi su un diario strappato.
È un viaggio nella psiche di un cantautore che ha ormai abbandonato ogni maschera, e che fa della propria fragilità una dichiarazione di poetica.
Uno di questi giorni mi ammazzerò
Vorrei che fossi qui a guardarmi
Nudo, come un verme
che ama solo la pioggia
se la gode fino all’ultima goccia
Hai paura degli umani
O sono loro ad aver paura di te?
Non lo vedi che sono uguali a te
Versi come questi condensano l’estetica di Scarabocchi: uno sguardo che si fa tremolante, sospeso tra confessione e rivelazione, tra un passato che brucia e un presente che tenta di riscriversi. Il lessico è semplice ma carico di simboli, evocativo come una foto polaroid sbiadita: frammenti di quotidianità trasfigurati in lirica.
Ogni brano è una tessera di un mosaico irregolare, un’emozione appuntata in corsivo, un’invocazione dolceamara alla vita che resta. Le melodie, costruite con cura insieme a Tommaso Ottomano, Matteo Novi e Fausto Cigarini, si muovono tra un cantautorato post-moderno e derive sonore che flirtano con il progressive, la ballata malinconica e la psichedelia leggera. Chiello sembra dialogare con gli spiriti inquieti di Tenco, Piero Ciampi o il Battisti più rarefatto, ma anche si riveste di luce e balla lo swing (Scintille ) mentre altrove emerge una vena à la Capossela (Stanza 107).
Tra i brani anche due feat. quello con di I miei occhi erano i tuoi con Rose Villain, una dichiarazione d’amore sentita e sgorgante di sentimento e il rock and roll anni sessanta leggero e sbarazzino di Succo d’ananas con Achille Lauro e la produzione di Michelangelo, Mr. Monkey e Mace.
Ma Scarabocchi non è un album che cerca coerenza formale: è una mappa emotiva disegnata a mano libera. Un atto di fede nell’imperfezione, un’opera che rifugge il cinismo per affidarsi a una sincerità disarmante. Chiello, ancora una volta, sceglie di mostrarsi nudo, con la voce che trema e le parole che colano come inchiostro fresco.
Un piccolo gioiello intimo testimone di una crescita che fa male, ma che non può più essere evitata.
DA ASCOLTARE SUBITO
Insetti – I miei occhi erano i tuoi – Pirati
DA SKIPPARE SUBITO
Nulla. Il disco è un piccolo gioiello intimo e riservato.
SCORE : Voto 7,50
1. Insetti – Voto 8,00
2. Scintille – Voto 7,50
3. Stupida anima – Voto 7,00
4. Limone – Voto 7,50
5. I miei occhi erano i tuoi feat. Rose Villain – Voto 7,50
6. Maledirò – Voto 7,50
7. Amici stretti – Voto 7,50
8. Succo d’ananas feat. Achille Lauro – Voto 6,50
9. Amore mio – Voto 7,50
10. Stanza 107 – Voto 7,50
11. Malibù – Voto 7,25
12. Pirati – Voto 7,50
TRACKLIST
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