Live Report: MARGHERITA VICARIO è Oltre

Live Report: MARGHERITA VICARIO è Oltre

È iniziato ieri l’Oltre Festival di Bologna. La sua seconda edizione, che doveva tenersi già l’anno scorso, si è inaugurata ieri con Margherita Vicario, una delle artiste del momento che con il suo ultimo album, Bingo (LEGGI LA RECENSIONE), ha dato una scossa alla musica pop femminile italiana.

La line up prevede ancora i live di Frah Quintale (oggi, 24 giugno), Ariete (domani, 25 giugno), Rkomi (27 giugno), Psicologi (28 giugno).

Lo ammetto: l’emozione di essere, dopo un anno, a un concerto è stata immensa. Come ho detto a qualche mio amico, ci sarebbe potuto essere anche il concerto dei Cugini di Campagna e io mi sarei divertito lo stesso.

Ad inaugurare l’Oltre Festival, invece, c’è stata Margherita Vicario, il nuovo uragano della music pop italiana. Margherita è un’artista a tutto tondo che negli ultimi anni ci ha regalato pezzi importanti e ben costruiti, di quelli che così se ne sentono pochi. Molti di quei pezzi sono poi confluiti in “Bingo”, il suo lavoro uscito un mese fa, che non esagero se dico che potrebbe essere tra i dischi rivelazione dell’anno per ciò che riguarda la musica indipendente pop italiana.

Sul palco Margherita spacca. Coinvolge. Ecco, “coinvolge” potrebbe essere il verbo giusto. E lo fa mettendo a punto tutte le arti che può avere a disposizione su un palco: canta, certo, ma poi balla e si diverte e, ancor più importante, dialoga con il suo pubblico in una maniera così equilibrata (toccando anche temi delicati ma nel momento giusto e con le giuste parole) che tutto sembra frutto di uno studio ma che, lo sappiamo, studio non è. Un concerto con un crescendo di adrenalina incredibile: dalla dedica di “Fred Astaire” a Luigi e Carlo (spero di aver ricordato bene i loro nomi) che si fiondano sotto il palco e si abbracciano e si baciano ai momenti in cui la Vicario ha giocato con la sua sensualità in pezzi come “X&Y” e “Giubbottino”. Da quando ha tolto le scarpe (“lo posso fare anche se odio chi lo fa?”) per annunciare che avrebbe cantato “Come noi” all’esplosione del pubblico quando è partita “Mandela”. Alle sedie che a un certo punto hanno smesso di esercitare la propria funzione e il pubblico alzandosi in piedi (ma sempre al proprio posto) ha urlato sotto le note di “Abauè”.

Io spero sia solo il primo dei concerti che mi attendono in questa stagione estiva appena iniziata. Perché senza l’adrenalina di un pre-concerto, quella in cui ti piacciono addirittura tutti i pezzi che i tecnici ci mettono prima che il concerto inizi, io non ci so stare. E nemmeno senza quella che ti rimane alla fine. Ancora non mi è passata, ed è già il giorno dopo. Abaué oh Abaué oh Abaué Abaué Abaué.

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