Intervista: SHADE – riprendere da Autostop

Intervista: SHADE – riprendere da Autostop

In uscita il 16 giugno Shade torna con un nuovo singolo, Autostop, che concorre sicuramente per essere la nuova hit dell’estate.

Nello stile di Shade, anche per questa occasione, l’hit maker con all’attivo 8 dischi di Platino e 3 Oro, ha annunciato con un freestyle il suo nuovo singolo in uscita il 16 giugno. Nel video Shade mostra ancora una volta le sue capacità di cimentarsi in più generi musicali, dal rap al pop, e di usare benissimo le parole.

Rappando in 10 stili diversi in un solo minuto e usando le basi delle hit internazionali e italiani del momento, Shade riesce a cambiare modo di cantare tra una canzone e l’altra nascondendo tra le parole indizi sul titolo del singolo.

AUTOSTOP, questo il nome del brano, è stata prodotto da JARO in collaborazione con il team di Itaca e rappresenta il desiderio di staccare, di cercare qualcosa di speciale. Che sia il mare, la persona giusta o anche solo la felicità. Ed è proprio l’estate, questa più delle altre, il momento giusto per ripartire e trovare ciò che si cerca, soprattutto in questo periodo.

AUTOSTOP arriva dopo la certificazione Oro dell’ultimo singolo “Allora ciao” e dopo i suoi successi “Irraggiungibile” il Triplo Disco di Platino, “La hit dell’estate” e “Bene ma non benissimo” Doppio Platino, “Senza farlo apposta” Platino, “Amore a prima insta” Oro.

Hai pubblicato su Instagram in video con freestyle su 10 stili diversi perché?

Io anticipo sempre le mie canzoni con delle pillole di freestyle. Una volta era l’unica cosa che facevo e al mio pubblico piace sempre molto. Ho unito le due cose e comunque sono consapevole che quando pubblico un freestyle inevitabilmente sposto l’attenzione anche su quello che sarà il nuovo singolo. Ho scelto di fare 10 stili differenti, un format che avevo già fatto in passato, però sono usciti talmente tanti stili differenti che mi sono detto che sarebbe stato bello riproporre il format con le canzoni che in questo momento stanno scalando le classifiche in tutti i generi, da Mamacita al Barbiere di Siviglia.

Dici “C’è l’apertura delle regioni, invece aspetto ancora l’apertura mentale”. Pensi che in Italia ci sia ancora una mentalità retrograda?

La rima l’ho scritta pensando a Floyd onestamente, come tanti colleghi ho pubblicato la foto nera. Ho ricevuto una caterba di commenti negativi inaspettatamente di persone che mi dicevano che non mi avrebbero più seguito o che ho poco cura degli italiani che stanno male. C’è un continuo voler mettere a confronto le cose ogni volta che si parla di una persona straniera. Mi ricorda il 27 gennaio quando ti dicono che ci sono altre tragedie oltre la Shoah. Da fastidio che si ricordi, è antisemitismo. Quando parlo di apertuta mentale parlo di questo, di esser prevenuti o mancanza di coerenza. Siamo nel 2020 sarebbe ora di aprire la testa. Più volte mi sono esposto per adozione a favore di coppie omosessuali, alla luce anche delle testimonianze dall’estero.

Come nasce Autostop?

Nasce a ottobre ed è un po’ folle che uno scriva un brano estivo, però avevamo una bella base, avevamo in testa questa melodia e l’ho buttata già dicendomi che tanto più avanti sarei andato in studio e ne avrei scritte altre. Il lockdown non mi ha permesso di fare granchè, ho scritto tanti altri brani però Autostop rispecchia benissimo le sensazioni di questo periodo malgrado sia stata scritta prima di tutto questo, è un’estate diversa, sarà diversa anche la musica. Autostop è un anello di congiunzione tra questo periodo e quello che potremmo vivere in futuro ed è quello che mi premeva, perché non volevo fare una canzone sul periodo Covid.

In effetto “Sono stanco voglio andarmene se il mondo chiama non rispondere”

Penso che sia quello che proviamo tutti ultimamente, anche se andarcene possiamo farlo solo relativamente per via delle restrizioni. Se hai sentito la canzone dice Anche senza aereo prendimi sul serio ti porto via di qua, la versione originale invece Ho un biglietto aereo…ho dovuto smussare alcune cose però il concetto di cercare il mare, la felicità, in Autostop era perfetto.

Allora Ciao è disco d’oro e su instagram lo hai definito un disco d’oro speciale, perché?

Proprio perché è nato dal dolore. Allora Ciao rispecchiava perfettamente quel momento. La fine di una relazione, dopo un anno difficile che mi ha dato tanto musicalmente ma mi ha tolto altrettanto dal punto di vista umano. E’ stato un anno in cui ho perso mio padre, ho dovuto affrontare diverse cose, ho vissuto un periodo in cui dormivo pochissimo e avevo moltissimi attacchi di panico di cui non avevo mai sofferto. Il fatto di aver potuto lavorare ad Allora Ciao mi ha aiutato a riprendermi, a darmi un obiettivo e il fatto che sia andata bene nonostante il genere diverso, è una soddisfazione doppia. Per me quel disco d’oro lì vale tanto.

Qualcuno ti definisce hitmaker. Come ti senti in questa definizione?

Mi gaso tantissimo, è come se chiami un attaccante un bomber. Significa che ogni canzone il suo lo fa, però mi sento che c’è di più delle hit, solo che non tutti vanno a scoprire. Ci sono canzoni a cui tengo tantissimo, che non sono stati singoli, che non hanno avuto la cassa di risonanza meritata ed è stato giusto così perché chi le vuole ascoltare va a scavare, cercare.

Cosa vuol dire uscire con un singolo il 16 giugno dopo un periodo di restrizioni?

Non sai come andrà. Il mio punto di forza erano concerti e festival non avendo mai avuto grandi passaggi radiofonici, adesso è più difficile. Pubblicare un singolo ora è una grande ansia e una voglia di rivalsa dopo esser stati chiusi, anche solo girare un videoclip per me è una gran figata.

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