Intervista – MARCO FERRADINI “Teorema” è il manuale d’istruzione per l’amore

Intervista – MARCO FERRADINI “Teorema” è il manuale d’istruzione per l’amore

Ieri ero, come tantissimi italiani, in viaggio su un Freccia Rossa, destinazione mare.

A differenza di Alain Elkann non ero diretto a Foggia ma mi sarei fermato molte stazioni prima, più precisamente a Rimini e soprattutto, durante il mio viaggio, non mi sono imbattuto in alcun giovane lanzichenecchi né tanto meno in scenari strampalati di barbaria sociale.

Un treno bello carico di famiglie in viaggio verso le vacanze, stranieri in “gran tour” nel nostro bel paese e qualche giovane e meno giovane impegnato più che altro in sessioni sonore solitarie esclusi dal mondo e da ogni tipo di rapporto sociale con le loro cuffie cancella rumore.

Seduto di fianco a me c’era Marco Ferradini. Si proprio lui!

Incredibile come il caso associ, crei incontri e generi esperienze di vita.
Appena seduto ero titubante. Non ero convinto fosse lui. Ho notato degli anelli da rocker, i capelli lunghi, i baffetti. Mi sembrava, però non volevo fare una delle mie figuracce storiche. Poi con la coda dell’occhio ho visto che sul telefono stava guardando un video di una sua esibizione live. È stata la riprova.

Tu sei Marco Ferradini?

Marco per me ha rappresentato molto di più che un’icona indiscussa della musica degli anni Ottanta.
Il suo “Teorema”, per molti della mia generazione di cinquantenni, ha rappresentato un manuale d’istruzione per l’amore.
Un vero e proprio teorema dentro il quale mi sono trovato ad applicarlo, svariate volte, alle poche gioie e ai tanti tormenti amorosi.

Quale migliore occasione per meglio comprenderlo e per soddisfare la mia curiosità su come fosse nata questa canzone seminale per la mia formazione amorosa.

Abbiamo iniziato a parlare. Alla fine, ne è uscita una intervista-chiacchierata.

Un racconto da treno, di oltre due ore, durante il quale abbiamo parlato un po’ di tutto: musica, giovani, anni Ottanta, passioni, amori e soprattutto del suo teorema e della sua vita.

TEOREMA

Teorema nasce nel 1981 in montagna a Macugnaga. In quegli anni la Rca, la mia casa discografica di quei tempi, usava realizzare i cosiddetti Qdisc.
Una sorta di Ep attuali, qualcosa più di un singolo, qualcosa meno di un Lp.

Io avevo pubblicato qualche anno prima il mio album di debutto “Quando Teresa verrà”, un disco che era andato molto bene, avevo partecipato al Sanremo del 1978 e aveva lanciato la mia carriera come artista solista dopo tanti anni di lavoro come corista con tantissimi artisti.

Il Qdisc si intitolava “Schiavo senza catene” e involontariamente si sarebbe rivelato come un concept album.

I quattro brani raccontano infatti di una storia vera, di un amore perduto.

Il disco iniziava con Schiavo senza catene, una sorta di continuazione di “Quando Teresa verrà”.
Un brano che parla della fine della storia d’amore e della sensazione di malinconia, tristezza e sconforto che ti prende e ti fa sentire oppresso e senza via di uscita.

Questa sera, la canzone successiva, era il racconto di una serata dove ero solo a Milano pieno di tristezza, malinconia e di sconforto per l’amore perso.

Week End, la terza delle quattro tracce, era invece la fuga dalla città. Avevo deciso di andare in montagna con un mio amico (Herbert Pagani) per passare un fine settimana per dimenticare, senza il pensiero delle donne e dalla tv.
Il disco si concludeva con Teorema.

L’abbiamo scritta dopo una lunga chiacchierata davanti ad un fuoco. Due amici trentenni che non avevano ancora capito nulla dell’amore!

Proprio Pagani quella sera mi disse: No caro amico non sono d’accordo! Parli da uomo ferito. Pezzo di pane!
Lei se n’è andata e tu non hai resistito. Non esistono leggi d’amore: Basta essere quello che sei. Lascia aperta la porta del cuore E vedrai che una donna è già in cerca di te.

Nasce così Teorema. Tutti penso abbiamo avuto a che fare con qualche amico che era freddo, indifferente, cinico e anche stronzo al quale tutte le donne cadevano ai suoi piedi, mentre tu eri carino, amorevole, affettuoso e romantico ma alla fine non ci combinavi un bel niente.

Alla fine, però il teorema era proprio questo: Senza l’amore un uomo che cos’è? Su questo sarai d’accordo con me. Senza l’amore un uomo che cos’è? È questa l’unica legge che c’è.

GIOIA E TORMENTO

Teorema è stata per me una gioia ma anche un tormento.
Il successo della canzone è arrivato inaspettatamente. Un qualcosa di incredibile.

Al tempo stesso è stato un tormento perché ha offuscato tutto quello che ho fatto come musicista prima e quello che ho fatto dopo.
Tutti mi ricordano per questo brano ma nella mia carriera ha pubblicato oltre una decina di album e tantissima musica.

Ma alla fine va bene così! Sono contento di suscitare ancora sentimenti ed emozioni e fino a quando ci riuscirò vorrà dire che ho centrato il mio obiettivo.

HERBERT PAGANI

Herbert per me era un grande cantautore, un musicista, un autore incredibile e geniale ma soprattutto un grande amico.
È scomparso troppo giovane. Aveva tante storie da raccontare e tanta musica da suonare.

Io nel 2012 ho realizzato un disco “La mia generazione (tributo a Herbert Pagani)” dove interpreto alcuni brani di Herbert accanto ad importanti artisti come Ron, Eugenio Finardi, Alberto Fortis, Fabio Concato, Fabio Treves, Moni Ovadia, Mauro Ermanno Giovanardi, Shel Shapiro, Lucio Fabbri, Syria e tanti altri.

È senza dubbio un artista da riscoprire pieno di valori e sensibilità.

I GIOVANI D’OGGI

Faccio fatica a capire la musica rap e trap. Mi mancano due cose dentro le loro canzoni. Sotto il profilo dei testi la componente emozionale e il sentimento mentre sotto il profilo musica mancano di melodie. Sono musiche non suonate, composte al computer, senza un’anima sonora.

Non voglio demonizzare la loro musica ma solo mi piacerebbe che contenesse più valori, più sentimento e non solo ostentazione verso l’apparire, verso fare i soldi e raccontare solo situazioni estreme di degrado e di strada colme di vita al confine.

LIBRO

Ho scritto un libro “Il teorema di un lupo solitario” che uscirà nei prossimi mesi. Racconta della mia vita di musicista ma anche della mia vita appunto di lupo solitario.

Tanti aneddoti e anche tanta musica. Infatti, insieme al libro usciranno due cd con il meglio del mio repertorio.

MARTA

Marta è la mia unica figlia. È il mio cuore. A lei ho dedicato svariate canzoni: Faccia D’Angelo, Senza te, Dolce piccolo fiore, canzone contenuta nell’album “Dolce piccolo mio fiore” con la copertina che era un suo disegno della nostra casa in Brianza.
Con Marta, adesso che è adulta ed è una musicista talentuosa, condivido il palco.
Spesso suoniamo insieme e realizziamo canzoni.
All’inizio avrei voluto che non intraprendesse la carriera di cantante e musicista ma ha una voce bellissima e poi non si comanda alle passioni tanto meno alla passione per la musica.

Sono orgoglioso di lei!

LA MIA MUSICA PREFERITA

Io amo la musica della West Coast Americana, Eagles, America, James Taylor sono tra i miei riferimenti. Mi piace il sapore che queste canzoni riescono ad infonderti.

Mi ricordo tanti anni fa durante un mio viaggio in America. Ero in auto lungo la Route 66 e sulla radio hanno trasmesso I Can’t Tell You Why degli Eagles. Era come volare e stare in paradiso!

Bellissimo, una emozione indimenticabile.

UN CONCERTO

È da un po’ che non vado a un concerto. Sono spesso in giro per l’Italia ad esibirmi in tante serate.
Però il concerto che mi ha cambiato la vita è stato quello del 24 giugno 1965 quando i Beatles suonarono a Milano al Vigorelli.
Li ho capito che la musica sarebbe stata per sempre la mia vita.

Il treno è arrivato. Sono a Rimini. Scendo. 
Grazie Marco.
Grazie per la tua musica e grazie per il tuo Teorema

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