GUE’: con “Madreperla” ho fatto il disco dei sogni

GUE’: con “Madreperla” ho fatto il disco dei sogni

Una masterclass sul rap per raccontare la sua evoluzione, il suo futuro e il suo passato. Così Guè ha voluto presentare il suo nuovo album “Madreperla”.

Un disco importante per Cosimo Fini che arriva ad appena 13 mesi dal precedente “GVESUS” (LEGGI LA RECENSIONE) e lo ritrova a collaborare con Bassi Maestro, che ha prodotto l’intero disco.

La masterclass, svoltasi all’interno della Triennale di Milano, ha visto un inedito Guè nelle vesti del professore accademico a raccontare la storia del rap e a spiegare i meccanismi e le regole del genere oltre che parlare e presentare il suo nuovo disco e tutti i featuring in esso contenuti. 

LE ORIGINI 

Da DJ Kool Herc a Gran Master Flash fino al primo disco rap della storia ovvero Rapper’s Delight della The Sugar Hill Gang e a Celentano di Prisencolinensinainciusol.

Con questo excursus nella storia del rap Guè ha voluto tracciare le linee guida di un’evoluzione che poi in Italia si è compiuta con l’arrivo di Neffa, dei Sangue Misto, dei Sottotono fino ad arrivare a Fabri Fibra e la sua band di origine i Club Dogo.  

LO STORYTELLING 

Non basta sapere parlare a tempo su una base musicale per fare rap. L’importante è la narrazione, lo storytelling.

Bisogna raccontare e parlare di qualcosa che si è visto e si è vissuto.

Non visto nei film, alla televisione o raccontato da qualcuno.

Importante è l’esperienza, se non l’avete vissuta in prima persona almeno averla vista, se no non si è credibili e si finisce di raccontare strade viste solo su Google Maps.

LA REGOLA AUREA DEL RAP 

Bisogna bilanciare testo e musicalità. Non bisogna mettere parole a caso nel testo ma seguire una linea concettuale, usando le figure retoriche, le metafore, facendo una strofa piena di citazione, nel mio caso spesso sono filmiche.

Un compromesso su fonetica e beat.

Un disco deve avere una caratura artistica di peso e spessore, che conferisca autorevolezza al prodotto; la capacità di sfoggiare rime iconiche, che resteranno scolpite come aforismi nella memoria degli ascoltatori; un sound che non si limita a seguire le tendenze, ma le detta, omaggiando il passato e plasmando il futuro.

IL DISCO E I FEAT. 

“Madreperla” è il mio disco dei sogni! Sono stato libero di fare quello che volevo, senza vincoli e compromessi.

Una dichiarazione d’amore alle sonorità e agli artisti che mi hanno ispirato.

Le atmosfere dark dell’hip hop newyorkese; i sintetizzatori psichedelici e distorti portati in dote dal G Funk di Los Angeles; il minimalismo grezzo e dissonante del dirty south; l’arte dello storytelling e l’attenzione all’uso dei campioni.

Il suo è un esercizio stilistico che lo vede ripercorrere le orme dei giganti di oltreoceano, ora che a sua volta è un gigante del rap europeo, in un continuo gioco di omaggi e rimandi ai capisaldi più autentici del genere, soprattutto in termini stilistici. Prefissi è un concentrato di inventiva che intrattiene e sbalordisce l’ascoltatore, inanellando una lunga serie di rime a effetto basate sui prefissi telefonici; Cookies N’ Cream, con il featuring di Anna e Sfera Ebbasta, segue la tradizione delle grandi hit da ballare dei primi anni ’00, che dai club hip hop sono approdate nelle radio di tutto il mondo.

E a proposito di musica da ballare, Mollami pt. 2 (traccia che accompagnerà l’uscita dell’album in radio) è un dichiarato omaggio a una delle tracce dancehall più famose al mondo, Here Comes the Hotstepper di Ini Kamoze, che Guè reinterpreta alla sua maniera; la passione per i sound giamaicani (già ampiamente esplorata in episodi precedenti della sua discografia come Note Killer o P.E.S.) si ripresenta anche in Chiudi gli occhi, co-prodotta da Shablo, che riesce nella difficile impresa di trasformare un sample di Amore impossibile dei Tiromancino in un perfetto dubplate.

Ma il gioco dei campionamenti si spinge ben oltre i confini della musica black: Mi hai capito o no? riprende l’omonima cover italiana (eseguita da Ron nel 1983) di un classico di Daryl Hall & John Oates, I can’t go for that, e il risultato non sfigurerebbe in una compilation di disco music nostrana, tra una traccia di Alan Sorrenti e una di Giorgio Moroder. 

Non mancano pezzi che si rifanno agli stilemi dello street rap, come Tuta Maphia (con Paky, una celebrazione dell’immaginario che dalle banlieue francesi è arrivato a conquistare le periferie italiane), Léon (The Professional) (un magistrale sfoggio di stile autocelebrativo) o Da 1K in su (con la star dell’underground americano Benny the Butcher, del collettivo Griselda; un’occasione per smascherare con ironia e acume gli stereotipi tipici dei rapper di casa nostra).

Non per questo Gué si tira indietro quando si tratta di parlare – alla sua maniera – di amore e sentimenti, come nella malinconica Need U 2Nite (con Massimo Pericolo) che rielabora un tesoro perduto del soft rock inglese di fine anni ’70, Stay With Me Till Dawn di Judie Tzuke, e nella più leggera Capa Tosta (con Napoleone, giovane cantautore e grande rivelazione della nuova scena pop funk). Ma, come spesso capita, è nei brani più sentiti e profondi che dà il suo meglio. In particolare in Free, con Marracash e Rkomi, in cui si riflette in maniera mai banale sui temi più controversi e dibattuti in rete, dal movimento Black Live Matters al body shaming (“L’oscurità del nostro tempo rimarrà così a lungo / che imparerò a vedere al buio”) e in Lontano dai guai, con Mahmood, in cui l’artista mette a nudo tutte le sue fragilità, rivelando ciò che può nascondersi dietro un’immagine da vincente designato (“Mio padre se n’è andato senza vedermi che riempivo il Forum / Nessuna donna mi ha riempito il cuore / Notte indimenticabile, dimenticherò todo / Il club è pieno ma io sono vuoto”). Ancora una volta, che parli di temi che gli stanno davvero a cuore o che giochi con le rime e le metafore per dipingere una scena fittizia, il talento lirico di Gué regala perle a chi ha la pazienza di ascoltarlo fino in fondo.

IL VIDEO DELLA MASTERCLASS 

IL TRAILER 

In un trailer che ne ha anticipato l’annuncio vengono svelati anche i nomi dei featuring di Madreperla che vanno da Marracash, ad artisti che meglio hanno saputo incarnare il rinnovamento della musica italiana nel rap e urban come Sfera Ebbasta, Mahmood, Rkomi, Massimo Pericolo, alle nuove leve più interessanti del panorama Paky, Anna, Napoleone oltre che un’incursione nel rap di culto da oltreoceano Benny the Butcher, membro del collettivo hip hop Griselda, considerato alfiere della rinascita del rap newyorkese.

LA COVER

LA TRACKLIST 

1.PREFISSI
2.TUTA MAPHIA (feat. Paky)
3.MI HAI CAPITO O NO?
4.COOKIES N’ CREAM (feat. Anna & Sfera Ebbasta)
5.NEED U 2NITE (feat. Massimo Pericolo)
6.LÉON (THE PROFESSIONAL)
7.FREE (feat. Marracash & Rkomi)
8.MOLLAMI PT.2
9.LONTANO DAI GUAI (feat. Mahmood)
10.CHIUDI GLI OCCHI (co-prodotto da Shablo)
11.DA 1K IN SU (feat. Benny The Butcher)
12.CAPA TOSTA (feat. Napoleone)

ASCOLTO IN ANTEPRIMA DEL DISCO 

 Giovedì 12 gennaio alle ore 21.00 in Piazza Affari a Milano, in collaborazione con Amazon Music e Island Record, si potrà ascoltare in anteprima il nuovo album di Guè “MADREPERLA”, in uscita venerdì 13 gennaio. 

Un evento gratuito e ricco di sorprese, in cui i fan potranno avere un assaggio del nuovo disco anche attraverso dei visual inediti che saranno proiettati per tutta la piazza. 

WEB & SOCIAL

facebook.com/guepequeno
instagram.com/therealgue/

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