CANZONI DELLA SETTIMANA: le nuove uscite discografiche (02 Maggio 2025) #NewMusicFriday

Benvenuti al nuovo appuntamento con Newsic Friday Vol. 18-2025! Settimana ad alto voltaggio nel panorama musicale: i big si danno appuntamento in un venerdì ricchissimo. Dall’altra parte dell’oceano tornano colossi del pop come Ed Sheeran, Barbra Streisand e Maroon 5, mentre sul fronte italiano è un’esplosione di nomi di peso: Damiano David, Salmo ed Elodie e Fedez che si affianca a Clara e Emi Killa in coppia con Lazza. Buon Ascolto!
LA PLAYLIST
LE PAGELLE BRANO PER BRANO
Kae Tempest – Voto 8,00 – Un tuffo nell’anima, un dialogo profondo tra il passato e il presente di Kae Tempest. Il campionamento di un testo più vecchio arricchisce questa riflessione, creando una sensazione di intimità senza tempo. Un brano che non solo colpisce, ma invita alla crescita personale, con la forza evocativa che solo Kae sa trasmettere.
Burna Boy – Voto 8,00 – Con un flow dilatato e venature reggae, Burna Boy firma un brano che sembra arrivare da lontano, tra memorie sonore e malinconie gentili. Una carezza al cuore, morbida e avvolgente, che conferma la sua capacità di fondere profondità emotiva e immediatezza ritmica in un equilibrio raro.
Giorgio Poi – Voto 7,50 – Semplice, ironico, raffinato: Giorgio Poi firma un pop che sa farsi ricordare. Le sue metafore leggere e acute avvolgono e rimangono. Un brano che, in certi passaggi sonori mi evoca Luca Carboni. Tra introspezione e melodia, conferma la sua consacrazione.
Kerala Dust – Voto 7,25 – Tra synth polverosi e ricordi laccati di malinconia, Kerala Dust balla con i fantasmi della memoria. Art Rock e un’elettronica densa e carezzevole che non teme il tempo: il romanticismo è filtrato, ma la vertigine del “prima volta” resta autentica.
Salmo – Low Kidd – Voto 7,15 – Iconoclasta come sempre, Salmo celebra la sua liturgia tra versi taglienti e basi brutali. Low Kidd spinge il suono al limite, lui lo cavalca come un dannato. Rito blasfemo, ma coerente. Bruciaaaaaaaaaaaaaaa
Anna and Vulkan – Voto 7,15 – Un viaggio sonoro intimo e riflessivo, dove il cantautorato contemporaneo incontra una produzione essenziale e sognante. La scrittura, spigolosa e frammentata, traccia il ritratto di una generazione in bilico. La conferma del talento!
Plastica – Assurditè – Voto 7,00 – Elettronica sofisticata che scivola senza mai perdere intensità: Con l’ausilio di Assurditè è un viaggio che danza tra delicatezza e ritmi pulsanti. Plastica sa ancora una volta come far vibrare l’ascoltatore, con classe e un tocco di magia elettronica.
Crookers – Angelica – Voto 6,75 -Angelica si muove alla grande sui tappeti sonori elettronici costruiti dai Crookers. Il risultato fa muovere la testa e invita a ballare tutta la notte!
Tresca Y Tigre – Voto 6,75 – Il collettivo esplora una visione dell’amore che travalica l’ambito romantico per abbracciare l’arte, la creazione e il desiderio di espressione libera. Il brano si muove in un’atmosfera sognante e personale, costruita su sonorità eteree e su un testo che invita a ignorare il rumore esterno. Tra immagini poetiche e richiami alla saggezza popolare, Bengala si fa manifesto di un’affermazione silenziosa e ostinata di sé.
Emaho – Voto 6,75 – Un inno contemplativo che fonde spiritualità e ricerca sonora e vibra di suggestioni tribali e paesaggi interiori. Il trio Emaho esplora una dimensione musicale al confine tra tecnologia e rito, lasciando spazio a un ascolto meditativo, che più che colpire, avvolge.
Napoleone – Voto 6,75 – Le ombre dell’amore, con la nostalgia di una Napoli che si mescola a cieli lontani. Tra sguardi intensi e promesse infrante, Napoleone costruisce una ballata emotiva e sincera, sospesa tra tenerezza e disillusione. Un brano che sa di addii e rimpianti, ma che rimane nell’anima, proprio come le storie d’amore che non si dimenticano mai.
Dutch Nazari – Voto 6,75 – Un viaggio tra le contraddizioni sociali e politiche, dove il carcere diventa simbolo di un sistema ingiusto e paradossale. Una narrazione fluida e profonda, che spinge sempre oltre la superficie, ma talvolta rischia di diventare un po’ troppo ermetica.
Fulminacci – Voto 6,75 – Il suo pop è una carezza: lieve, disilluso, garbatamente ironico. Non scuote, ma accompagna con grazia. Fulminacci racconta l’amore con quella leggerezza da diario intimo che non pretende, ma resta.
Barbra Streisand – Hozier – Voto 6,75 – Il culto dell’icona si rinnova in un duetto che profuma di velluto e nostalgia. Streisand commuove senza strafare. Elegante e magica.
ceneri – Voto 6,75 – Il suo elettropop avvolge con morbidezza e raffinatezza, un mix che da sempre cattura l’attenzione. Ben costruito e suadente.
Moder – Voto 6,50 – Un brano che si muove per frammenti, tra visioni e stati d’animo sfocati. Moder mette in scena un dialogo con un fantasma, simbolo di una generazione smarrita, senza scopo e appesantita da ansie croniche.
Damiano David – Voto 6,50 – La ruvidità dei Maneskin è un ricordo, ora si vola verso un pop da esportazione. Voce graffiante, atmosfere languide, produzione levigata: tutto è al posto giusto, forse troppo. Piacevole, ma con il freno a mano tirato.
Elodie – Voto 6,50 – Pop da passerella cosmica: tra citazioni Madonna e ombre Beyoncé, Elodie sfodera charme e controllo. Il brano è una spirale di sensualità ben confezionata, ma più estetica che urgenza. Seduce e incendia!
Noemi – Voto 6,50 – Virata elettropop con passo sicuro, ma senza guizzi. La voce c’è, il ritmo pure, ma manca quel graffio emotivo che la rende inconfondibile. Noemi solare convince a metà: il buio, con lei, brilla di più.
Jorja Smith – Voto 6,50 – Jorja Smith scende sul dancefloor con un brano che strizza l’occhio agli anni Novanta, tra beat pulsanti e synth rétro. La sua voce si adatta con eleganza a una veste più club-oriented, mantenendo intatta l’aura soul che la contraddistingue, ma cercando nuove traiettorie ritmiche.
Ed Sheeran – Voto 6,50 – Ed riaccende un vecchio telefono e trova ad aspettarlo i fantasmi del passato. Ballad nostalgica, ben cucita, ben prodotta ma prevedibile: il pathos c’è, ma suona più come un aggiornamento di sistema che una vera rinascita.
Yungblud – Voto 6,50 – Sbornia creativa e fish & chips esistenziale: Yungblud torna alle radici britanniche con un pezzo che è più hangover che epifania. Genuino, sì, ma il caos spontaneo rischia di impantanarsi in un’energia che corre senza una vera direzione.
Nyno – Voto 6,30 – Una ballata soft rock che si fa sentire con chitarre graffianti e un testo che invita ad affrontare l’ombra con un sorriso. Il brano è un inno a trovare compagnia nelle proprie debolezze, ma manca di quel guizzo che lo avrebbe reso memorabile.
Giovanni Toscano – Voto 6,30 – In coppia con Lorenzo De Moor, Giovanni Toscano firma un brano inserito nella colonna sonora di Un altro piccolo favore. Il pezzo, pur mantenendo un profilo discreto, si inserisce con coerenza nell’atmosfera sofisticata e sospesa del film. Un lavoro elegante ma di passaggio, che più che lasciare il segno, accompagna.
Rhove – Voto 6,30 – Il suono resta monocorde, ma le liriche sorprendono per sobrietà. Niente ostentazione, niente cliché tossici: Rhove scarta dalla solita giostra trap e trova un equilibrio insolitamente umano.
Aka 7even – Voto 6,30 – Tra riflessioni esistenziali e melodie che toccano l’anima, il brano di Aka 7even si lascia ascoltare con attenzione. La scrittura è intensa, costruita su una musica che mi ricorda il Tiziano Ferro degli inizi.
Lele Bade – Dele – Voto 6,30 – Lele conferma la sua firma: fluido tra introspezione e energia, con un flow che colpisce. La scrittura è solida, ma il rischio di scivolare nell’ordinario è dietro l’angolo. Un buon passo avanti, ma non esplosivo.
Maroon 5 – Lisa – Voto 6,30 – Pop levigato all’inverosimile, che scivola via come un jingle pubblicitario ben riuscito. Internazionale sì, memorabile no. “Lisa” è l’arredamento sonoro perfetto per non disturbare nessuno.
Emis Killa – Lazza – Voto 6,25 – Combo da playlist premium, ma l’effetto è tiepido. Tra tormenti amorosi e inferni metropolitani, il brano scorre liscio, forse troppo. Più zucchero che fiamme: urban da banco frigo.
Niky Savage – Blssd – Voto 6,15 – Il flow è suo, riconoscibile e scolpito. Beat secco, versi incastrati con precisione chirurgica. Ma il pezzo, pur ficcante, gira a vuoto: stile c’è, sostanza meno. Le barre restano, ma la canzone sfugge.
Fedez – Clara – Voto 5,50 – Un duetto che sembra nato da un algoritmo balneare: sole, cliché e ritornello pronto all’uso. Clara porta grazia, Fedez il mestiere, ma l’alchimia resta da playlist. Standard, non scandalo.
Alex Wyse – Voto 5,50 – Un tentativo di dance pop che si perde tra frasi fatte e un sound che vorrebbe essere fresco ma resta nel già sentito. “Batticuore” non decolla, anzi sembra più una riflessione che non riesce a tradursi in una canzone memorabile. Un colpo di fulmine che si spegne troppo presto.
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