Ho sempre avuto una predilezione per i rapper made in UK. Hanno una grammatica tutta loro — un’estetica delle barre, tanto lirica quanto musicale.
E se a questo codice aggiungi talento, visione e urgenza, arrivi al vertice.
Questo è il caso di Dave. “The Boy Who Played the Harp”, terzo album del rapper britannico, è un’opera che non cerca di compiacere, ma di raccontare.
Il lavoro di un artista che, dopo aver ridefinito la narrativa del rap inglese con Psychodrama e We’re All Alone In This Together, sembra finalmente accettare la propria vulnerabilità come materia sonora.
Il titolo, quasi favolistico, suggerisce una parabola: quella di un ragazzo che ha imparato a suonare l’arpa invece di brandire un’arma, trovando nella musica un atto di resistenza emotiva. In queste dieci tracce, Dave non si limita a osservare il mondo: lo incide con precisione chirurgica, alternando confessione e coscienza sociale.
Le collaborazioni sono preziose ma mai invadenti. Tems, con il suo afrobeat spirituale, aggiunge un tocco di romanticismo in Raindance; No Weapons, con il nigeriano-britannico Jim Legxacy, è un raro momento di sollievo ritmico. La leggenda del grime Kano dona peso e memoria in Chapter 16, mentre James Blake riemerge come eco dell’anima in History e Selfish, dove la sua voce si intreccia alla gravità di quella di Dave con una grazia quasi ultraterrena. Tutto suona calibrato, intimo, quasi sacrale.
Da produttore, Dave si conferma architetto del suono: costruisce beat che respirano, stratifica pianoforti, synth e percussioni con una sensibilità rara, quasi jazzistica. My 27th Birthday chiude il cerchio, portando avanti la sua saga personale con lucidità e disincanto — un autoritratto di un uomo che cresce, cade e risorge.
“The Boy Who Played the Harp” è più pesante e silenzioso di qualsiasi cosa Dave abbia mai fatto. C’è ancora spavalderia, ma appare come un meccanismo di difesa più che una dichiarazione d’intenti.
La scrittura resta tagliente e risoluta, pur con qualche momento di vanità o riempitivo; ma i picchi, qui, sono tra i più alti della sua carriera.
Un disco di formazione nel senso più profondo: il racconto di chi ha capito che la forza non è rumore, ma silenzio controllato. E in quel silenzio, Dave continua a essere la voce più necessaria e inquieta del rap britannico.
SCORE: 7,75
DA ASCOLTARE SUBITO
Chapter 16 (ft. Kano) – Raindance (ft. Tems) – Selfish (ft. James Blake)
DA SKIPPARE SUBITO
Ancora una volta nulla. Un compendio dello stato del rap made in Uk!
TRACKLIST
History (ft. James Blake)
175 Months
No Weapons (ft. Jim Legxacy)
Chapter 16 (ft. Kano)
Raindance (ft. Tems)
Selfish (ft. James Blake)
My 27th Birthday
Marvellous
Fairchild
The BoyWho Played the Harp
DISCOGRAFIA
2019 – Psychodrama
2021 – We’re All Alone In This Together
2025 – The Boy Who Played The Harp
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