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Recensione PINGUINI TATTICI NUCLEARI: noi siamo noi! [Scaletta e info]

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Forti di 120.000 tagliandi venduti per le due date dello show milanese, i Pinguini Tattici Nucleari dimostrano che il pop essere un linguaggio alla portata di tutti e soprattutto per tutti!

Il loro HELLO WORLD TOUR 2025 non è solo un trionfo di numeri, ma un manifesto scenico che mescola videogame, tecnologia, sentimento e amicizia.
Un racconto visivo ad alta definizione come un videogames, con vari livelli dove palco e pixel si fondono per dare corpo a un concerto che ha il ritmo di un videogioco e la nostalgia di un falò in mezzo al bosco tra amici.

Il pubblico dei Pinguini è trasversale e generazionale: bambini, adolescenti, coppie, amici, famiglie, genitori, zii, nonni… c’è un po’ di tutto allo Stadio.
Non si da dove si va e non si sa fino a dove si arrivi. Non si sa se si vince o si perde!

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PROLOGO: L’apertura è un finale al contrario

Ore 21:06 si comincia dove di solito si finisce: 18 cannoni sparano 300 kg di coriandoli a forma di pixel. Un’esplosione visiva dirompente che anticipa il tono dello show: niente scalette tradizionali, niente crescendo. I primi brani della setlist sono già classici da stadio – “Giovani Wannabe”, “Ringo Starr”, “Romantico ma muori” – pensati per aprire con la massima carica emotiva.
E tutti cantano e ballano!!!

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IL RITO DEL TATTOO

Come due anni fa, si rinnova il rito del tatuaggio: anche stavolta una persona del pubblico è stata scelta per farsi incidere sulla pelle il segno di questa serata.

IL MONDO DI HELLO WORLD: tra pixel, palchi e coscienza artificiale

La scenografia – diretta da Filippo Ferraresi (già nel team Dragone) – si sviluppa su tre livelli cromatici pastello, con strutture geometriche e squadrate che richiamano l’estetica della pixel art.
Il palco si allunga con bracci laterali e una passerella centrale, abbracciando il pubblico. Ogni elemento è pensato come parte di una narrazione immersiva: strumenti customizzati, luci, colori e forme dialogano con il concept dell’album Hello World, che esplora il rapporto tra intelligenza artificiale e umanità come il bar dei Pinguini e introduce i brani Amaro e Bottiglie vuote.

IL MANDALA PARLANTE: tecnologia con un’anima

L’elemento scenografico più iconico è un grande mandala circolare sospeso sopra il palco che quando si apre e si mostra favolare in cielo Riccardo.
Decorato con motivi pixel e animato a ritmo di musica, viene svelato dopo il brano “Alieni”. Ma non è solo un effetto scenico: il mandala è una vera intelligenza artificiale, dotata di voce e pensiero, che interviene nello show con brevi monologhi poetici e inquieti. Si interroga sul significato dell’esistenza, sull’assenza di coscienza e sulla nostalgia di un’anima. Un personaggio virtuale che accompagna il viaggio musicale come guida e spettro.

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LA BANDIERA DELLA PALESTINA

Anche i Pinguini scelgono di manifestare: durante lo show, sugli schermi compare la bandiera della Palestina. Un gesto chiaro, politico, che rompe per un attimo l’incanto pop e introduce una nota di impegno civile. In mezzo a canzoni, coreografie e dichiarazioni d’amore (una proposta di matrimonio dal vivo compresa), lo show si apre anche al mondo fuori, ricordando che la musica può ancora essere uno spazio di presa di posizione.

MAGIA E ILLUSIONE: la fisarmonica che vola

Poco prima di “Piccola Volpe”, una fisarmonica si solleva in aria. Un numero teatrale ispirato all’illusionismo scenico, che introduce una dimensione più intima e sognante, allontanandosi temporaneamente dall’immaginario digitale.

IL DEEJAY SET

Un filotto-medley fatto da Burnout / Tetris / Bagatelle / Your Dog / Scooby Doo in versione djset che trasforma San Siro nella disco-pinguino

VIDEOGAME LIVE: l’avatar di Zanotti e i livelli del concerto

Il concept del concerto è sviluppato come un videogame. Gli schermi non proiettano semplici visual, ma un universo narrativo in stile videogame. Un avatar digitale di Riccardo Zanotti attraversa livelli e mondi, incontrando gli altri membri della band rappresentati ora in versione realistica, ora deformata. Ogni brano ha la sua ambientazione visiva dedicata, in un racconto continuo che accompagna le performance live. In alcuni momenti – “Verdura”, “La banalità del mare”, “Giulia”, “Pastello Bianco” – l’intelligenza artificiale elabora le immagini in tempo reale, trasformando i musicisti in flussi visivi mutanti.

IL RICHIAMO A GIULIA

In un interludio c’è il video messaggio della sorella di Giulia Tramontano, fatto di cronaca che ha ispirato la canzone Migliore.

FINALE: fuoco, addio e niente bis vero e proprio

Il gran finale è affidato a “Titoli di coda”, pensata come una canzone da falò tra amici. E infatti il palco si trasforma: tutte le passerelle si accendono di fuoco, un braciere centrale arde e il mandala si anima in un anello fiammeggiante. La chiusura non prevede bis: dopo l’ultima nota, i Pinguini lasciano la scena seguiti da una telecamera che li accompagna nei camerini. Un addio cinematografico, coerente con lo spirito dello show. Nessuna interruzione, nessun rientro. Solo un racconto di due ore e work in progress…

Insert coin … e domani sera si replica …

L’INTERVISTA

Prima dello show abbiamo incontrato la band. Ecco cosa ci ha raccontato.

Avete portato a San Siro uno show che sembra un videogioco, un’esperienza immersiva fatta di musica, tecnologia e ironia. Come nasce e cosa avete voluto comunicare?

Siamo partiti da un’idea molto semplice: volevamo raccontare il nostro immaginario. Ci piaceva l’idea che lo show non fosse solo una scaletta di canzoni, ma un vero e proprio mondo visivo. Per questo, ad esempio, abbiamo scelto di iniziare con i coriandoli — 360 kg, per la precisione, un orso bruno di coriandoli! — e di partire con i pezzi che solitamente si lasciano alla fine. Era una sorta di dichiarazione d’intenti: “guardate che succederanno cose strane, fuori dall’ordinario”.

Quindi avete volutamente sovvertito la logica da “effetto speciale finale”. Perché?

Esatto. Siamo andati a tanti concerti e i brani più famosi finiscono sempre in fondo, come se servisse il colpo grosso per chiudere. Noi abbiamo voluto ribaltare questa logica, metterli subito, come a dire: “ci siamo, ora possiamo divertirci a raccontare altro”. Il resto del live si muove in tante direzioni, ma tutte coerenti con il nostro immaginario.

E questo immaginario come l’avete costruito visivamente?

Abbiamo lavorato su tanti momenti diversi, anche esteticamente, ma tenendo un filo conduttore. L’ispirazione principale è venuta dal mondo dei videogame. All’inizio, ad esempio, i visual proiettano una sorta di gioco in cui ci sono i nostri alter ego digitali — piccoli eroi che si muovono in stile Super Mario. È un modo per entrare in un universo parallelo, pop ma pensato.

Nel live ci sono anche effetti visivi in tempo reale con intelligenza artificiale. Come funzionano?

Sono filtri sviluppati apposta per il tour: lavorano sulle nostre facce in diretta, le trasformano, le modificano. A volte diventiamo icone rock, altre volte creature strane. È una piccola esplorazione di quello che la tecnologia può fare oggi sul palco. L’AI è talmente potente che a volte ci sorprende anche noi. Abbiamo voluto lasciarle un po’ di autonomia, farla “giocare” con noi, ed è affascinante.

Face morphing, IA, background “verduresco”. È quasi un mondo parallelo.

Sì, abbiamo lavorato sull’idea di un mondo virtuale che però è anche nostro, pieno di riferimenti, colori, citazioni. Per fare un esempio per la canzone Verdura abbiamo creato un mondo “Verduresco”: è un mix tra virtù e universo fumettistico. E anche se può sembrare caotico, tutto è pensato per costruire un’esperienza unica, che non sia solo da ascoltare ma anche da guardare, vivere, toccare quasi.

Negli anni vi hanno spesso paragonati ai Coldplay. Come vivete oggi questi paragoni, e c’è magari una band a cui vi sentite vicini, al di là della musica?

Ti dirò una cosa che forse fa sorridere: la prima volta che ho avuto una sorta di rivelazione sul “mondo della musica” è stata in un camerino, anni fa, durante il finale di X Factor, quando c’erano i Coldplay. Mi ero praticamente appostato lì, ho visto il loro modo di stare insieme, di prendersi in giro, di scherzare tra loro… e ho pensato: “Cavolo, sono superstar mondiali eppure si comportano come noi”. Mi ha colpito quella complicità, quella forza del gruppo. E lì ho capito che forse stavamo andando nella direzione giusta anche noi. Non è un paragone musicale, ci mancherebbe, ma è un modello di coesione, di amicizia, che ci rappresenta molto.

E oggi, a questo punto della vostra carriera, sentite ancora il peso dei paragoni?

Uso un tono un po’ di “sicumera” ma ci piacerebbe che si iniziasse a parlare della nostra storia per quella che è. Abbiamo quasi 25 anni, un’identità forte, una narrazione che si è costruita nel tempo. Da ragazzini ci chiamavano i nuovi questo o i nuovi quello — i nuovi Elio, i nuovi Stato Sociale, i nuovi chiunque.
Ma ora siamo semplicemente noi i Pinguini Tattici Nucleari!

SCORE: 7,00

LA SCALETTA

Hello World
(Long Version)
Giovani Wannabe
Ringo Starr
Romantico ma muori
Hold On
Ricordi
La storia infinita
Amaro
Bottiglie vuote
Alieni
Interludio AI #1
Bergamo
Scrivile scemo
Antartide
Coca Zero
Interludio AI #2
Lake Washington Boulevard
Piccola volpe
Islanda
Burnout / Tetris / Bagatelle / Your Dog / Scooby Doo
Interludio AI #3
Dentista Croazia
Verdura / La banalità del mare / Giulia
Ridere
Interludio #4 Giulia Tramontano
Migliore
Rubami la notte
Pastello Bianco

Encore:
Titoli di coda
(Extended version)

LE DATE DEL TOUR NEGLI STADI

11 giugno 2025 – Milano – STADIO SAN SIRO
14 giugno 2025 – Treviso – ARENA DELLA MARCA
17 giugno 2025 – Torino – STADIO OLIMPICO GRANDE TORINO
21 giugno 2025 – Ancona – STADIO DEL CONERO
25 giugno 2025 – Firenze – VISARNO ARENA
28 giugno 2025 – Napoli – STADIO DIEGO ARMANDO MARADONA
04 luglio 2025 – Roma – STADIO OLIMPICO

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