Ho visto il futuro. O meglio, l’ho ascoltato. keiyaA è una visione, un cortocircuito tra corpo e coscienza, una scheggia che fa vibrare la legge di Hooke — quella della tensione elastica — dentro l’anima.
“Hooke’s Law” non è solo un album, è un esperimento emotivo: una continua intersecazione di generi, identità, ferite e lucidità.
Scritto e prodotto nell’arco di cinque anni, il disco è un atto di sopravvivenza attraverso l’autoanalisi. keiyaA smonta e rimonta sé stessa con chirurgia jazz e glitch elettronico, tra soul in frantumi, beat spezzati e armonie liquide. È come se Erykah Badu avesse fatto pace con Arca in un basement di Brooklyn dopo una tempesta.
Il risultato è una mappa sonora della fragilità nera queer, un manifesto della vulnerabilità come forza.
“Hooke’s Law” è tutto incentrato sulla performance di chi è depresso, sul corpo che trema ma non crolla. È decostruzione e rinascita, un “safe space” costruito con synth che sanno di pioggia e campionamenti che sembrano ricordare un’infanzia passata a combattere. keiyaA non cerca catarsi, ma coesistenza: accetta le sue versioni passate, presenti e future, lasciandole convivere in un frastuono armonico dove tutto coesiste, anche il dolore.
Il suo eccellente secondo album compie un gesto radicale: rifiuta la risoluzione. Celebra il caos come linguaggio identitario. Musicalmente, Hooke’s Law scivola da un R&B contemporaneo a sprazzi trap, ambient e jazz ma anche elettronica obliqua e avant-soul mostrando le connessioni con menti radicali come DJ Haram o Klein. È un disco che gioca col suono come con la gravità, pronto a rompersi pur di restare vero.
È carne e codice. È sentimento e software.
Molti dei brani provengono dal suo debutto teatrale Milk Thot, scritto e interpretato da lei stessa, liberamente ispirato alla sua crescita a Chicago. Lì, come qui, la voce di keiyaA è un bisturi poetico: parla di rabbia e desiderio, di nostalgia e autodifesa, di come le donne nere grasse vengano spesso addomesticate o rese invisibili. Lei reagisce: urla piano, con grazia e con groove.
keiyaA non chiede empatia, la impone. È arte che non consola ma scuote, che non ti abbraccia — ti specchia.
Nuovi confini, nuove frequenze. Sicuramente nella mia top ten del 2025.
Nuovi confini. Sicuramente nella mia top ten del 2025!
DA ASCOLTARE SUBITO
stupid prizes – take it – be quiet!!!
DA SKIPPARE SUBITO
Poco meno di un’ora. Un ascolto illuminante!
SCORE: 8,50
TRACKLIST:
1. waltz d’hethert
2. i h8 u
3. stupid prizes
4. take it
5. be quiet!!!
6. think about it / what u think?
7. K.i.s.s.
8. make good
9. this time (feat. Rahrah Gabor)
10. lateeee
11. get close 2 me
12. fire sign oath
13. motions
14. motions reprise
15. break it
16. thirsty
17. devotions
18. nobody show
19. until we meet again
DISCOGRAFIA:
2020 – Forever, Ya Girl
2025 – Hooke’s Law