Recensione: JAMES BLAKE – “Playing Robots Into Heaven”

Recensione: JAMES BLAKE – “Playing Robots Into Heaven”

Quando ho finito di ascoltare “Playing Robots Into Heaven”, il nuovo album di James Blake, mi sono dovuto riprendere da tanto fossi rimasto accecato dalla sua beltà. 

Non me lo immaginavo e soprattutto non mi aspettavo un disco di questo genere anche se sapevo fosse un gallo come producer. In questi anni tutti l’hanno voluto ed ha lavorato con il meglio della scena mondiale (Frank Ocean, Kendrick Lamar, Dave, JAY-Z e Beyoncé solo per citarne alcuni). 

Undici tracce costruite con una architettura cinematografica da paura, arricchita da voci emotivamente cariche e da una base elettronica che pervade e accompagna tutto il disco. 

Un viaggio futuribile in un mondo fatto di distorsioni, di pulsazioni e vibrazioni alternative, elettroniche, indie e sperimentali come solo lui sa fare.

Blake ritorna a casa. Dopo avere abbuffato di pop ritorna alla consolle nella sua dimensione elettronica. 

Blake parte dalle sue radici dubstep e intreccia elementi di techno, house e ambient, mantenendo però intatto quella sua distaccata e gelida malinconia che è il suo marchio di fabbrica. 

I tagli e ritagli della produzione di Blake sono accorti, precisi e puntuali. 
“Playing Robots Into Heaven” è un percorso che inizia con la vaporosa e onirica Asking To Break, passando dal super singolo Loading e approdando a Tell Me, uno dei brani più forti, con la sua linea di synth balbettante e la batteria che pulsa e rulla in modi che ricordano la techno e l’house.
La successiva Fall Back ha delle percussioni filtrate che reggono tutto il groove.

Esercizi di stile, quasi dubstep, è He’s Been Wonderful, pezzo arricchito da aperture e cori soul, mentre in Big Hammer, Blake gioca con un pattern trap per poi scivolare in una jam dancehall troppo figa.

I Want You To Know e Fire The Editor fanno del falsetto di Blake il centro onirico della costruzione sonora, mentre Night Sky è un incontro alieno. 

Chiudono il disco Fire The Editor, pezzo che ruota nel caleidoscopio musicale di Anthony e If You Can Hear Me, piece finale, è tra Brian Eno e una qualcosa di etereo e ultraterreno. 

Tra la consolle ad Ibiza e il paradiso ecco la giusta collocazione di Blake. 

SCORE: 7,50

DA ASCOLTARE SUBITO

Tell Me – He’s Been Wonderful – Big Hammer 

DA SKIPPARE SUBITO

Me lo sto mangiando non ditemi nemmeno per scherzo di skippare qualcosa!

TRACKLIST

Asking To Break
Loading
Tell Me 
Fall Back
He’s Been Wonderful
Big Hammer 
I Want You To Know
Night Sky 
Fire The Editor 
If You Can Hear Me 

DISCOGRAFIA 

2011 – James Blake
2013 – Overgrown
2016 – The Colour in Anything
2019 – Assume Form
2021 – Friends That Break Your Heart
2022 – Wind Down
2023 – Playing Robots Into Heaven

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