San Siro, per una notte, ha cambiato volto. Sabato 28 giugno, lo stadio Meazza si è trasformato in una mastodontica discoteca a cielo aperto con “San Siro Dance”, il grande evento firmato Gabry Ponte.
Per oltre tre ore – dalle 20 fino alle 23:30 – il DJ ha fatto ballare più di 56 mila persone, diventando ufficialmente il primo DJ della storia a esibirsi come protagonista assoluto sul palco dello stadio milanese. Un traguardo simbolico per la musica elettronica italiana, che per una sera ha conquistato uno dei templi internazionali dello sport e della musica live.
Nel cuore di una Milano rovente, la sua tribù – trasversale per età e gusti – ha risposto con entusiasmo, cantando, saltando e lasciandosi travolgere da un’atmosfera da rave urbano.
Lo show è stato pensato come una grande festa collettiva: una coreografia perfettamente sincronizzata tra visual 3D, laser, fuochi d’artificio, lingue di fuoco, piogge di coriandoli, bracciali luminosi e un set pirotecnico degno dei più grandi festival europei.
Il tutto orchestrato da Gabry, che ha costruito sapientemente la scaletta mescolando classici degli anni ’90 e 2000.
A dare manforte a Gabry sono saliti sul palco Paola che ha cantato la sua hit remixata Vamos a Bailar, poi Andrea Edwin e Danti.
Non ho ancora capito se sta succedendo veramente o è un grande sogno collettivo
Un momento di aggregazione che, al di là dello spettacolo, segna anche un passaggio culturale: la consacrazione della dance italiana come genere capace di riempire uno stadio e di parlare a generazioni diverse, senza nostalgia, ma con la voglia di trasformare il passato in festa contemporanea.
Questa notte con ogni mano alzata, con ogni salto, con ogni sorriso e con ogni bacio l’avete reso un posto magico.
Alla fine anche la promessa che ci ritroveremo e la promessa di altri concerti!
Lui mixava e la gente ballava… ecco la grande festa!
LA SCALETTA
Intro
Too Much of Heaven
Monster
Exotica
Felicità
For The People
Axel F
Time To Rock
We Could Be Together
Right Round Remix
Fanno Bam
Ghost
Self Control
Vamos a Bailar (ingresso Paola)
Con te partirò
Rave Music
I’m Good (Blue) remix
Move Your Body
Tarantella
He’s A Pirate
Polizie
Cosa Resterà
Giulia
Easy On My Heart
Put Your Hans Up For Detroti
Destination Infinity
Voglia di dance all night
Inno di Mameli
Tutta l’Italia
De Musica Tonante
Rock the discotek
Fragostea din tei
Tu sei
La fine del mondo
Che ne sanno i 2000
Crudade
Man in the moon
Excuse me
Viaggia insieme a me
Backgammon
Geordie
Underground
Thunder
Ameno
Vivo per lei
Got to Get
hypno
Quelli che non hanno età
Vivi nell’aria
Smoke
Una notte forse mai più
Tryna stop
Take on Me
La Danza delle streghe
Figlio di Pitagora
Blue
LA GALLERY
L’INTERVISTA
Abbiamo incontrato Gabry prima dello show.

Gabry, partiamo dall’inizio. Com’è nata l’idea di portare la dance a San Siro? Era un sogno nel cassetto o una follia improvvisata?
Tutto è iniziato quasi per scherzo. Dopo il tour nei palazzetti per i miei 25 anni di carriera, vendere 50.000 biglietti in tre date ci ha fatto pensare: “E se provassimo con uno stadio?”. Con il team abbiamo riso, poi abbiamo seriamente valutato i numeri e… eccoci qui. La follia è diventata realtà grazie a chi ha creduto nel progetto, da Indipendente Concerti a Live Nation.
Cosa rappresenta per te suonare in un tempio del calcio come San Siro?
È surreale. Io che vengo dai club, dalle discoteche, ora su un palco dove di solito ci sono stadi come Springsteen o Coldplay… È la dimostrazione che la dance, spesso snobbata, ha un potere unico: unire le persone.
Hai detto che il brano di Sanremo è nato per questo evento?
Incredibile. Quel pezzo l’abbiamo scritto pensando a San Siro, come un inno da cantare tutti insieme. Poi è esploso, portandomi all’Eurovision. La musica ha una magia: a volte ti prende per mano e ti porta dove non immaginavi.
Come hai strutturato lo spettacolo? Ci saranno momenti nostalgici o solo hit recenti?
Voglio raccontare la mia storia. Si parte con i primi successi, i pezzi che hanno fatto ballare i ragazzi degli anni ’90, poi si vola verso il presente con le collaborazioni internazionali e i remix. E ci saranno anche anteprime: amo sperimentare dal vivo!
Parliamo di numeri: 54.102 biglietti venduti, con fan da tutta Italia e dall’estero. Cosa ti emoziona di più di questi dati?
I 3.300 biglietti all’estero mi hanno commosso. Sapere che qualcuno è venuto dalla Germania o dalla Spagna per me… è incredibile. E poi la Sardegna, la Sicilia: la dance non ha confini.
L’incontro con Mauro e Jeffrey ha fatto scalpore. C’è stato un momento in cui hai pensato a una sorpresa per i fan stasera?
(Ride) Lo avrei adorato, ma loro sono in tour. Quel selfie è stato spontaneo, un abbraccio dopo anni. L’Eiffel 65 resta una parte fondamentale della mia vita, ma ora siamo su strade diverse. Chissà, magari un giorno…
Come hai affrontato la sfida tecnica di un evento così grande? Luci, visual, scenografie…
Abbiamo lavorato mesi con un team geniale. Lo show è iper-tecnologico: i visual reagiscono alla musica in tempo reale, posso cambiare playlist all’ultimo secondo mantenendo tutto sincronizzato. È come mixare in un club, ma con un budget da stadio!
A proposito di club: iniziare alle 20:00 è una scelta coraggiosa. Non temi che il sole rovini l’atmosfera?
E questo lo scoprirò anch’io tra poco. Perché io francamente non lo so come si fa. E’ una delle incognite della giornata, però lo spettacolo è stato costruito anche nell’ottica di avere una prima parte in cui sicuramente a livello visual ci sarà meno impatto e poi piano piano sarà un crescendo man mano che il sole tramonta e diventa buio.
Dopo 30 anni di carriera, cosa ti manca ancora da realizzare?
Ho più di cinquant’anni e vorrei portare questo show all’estero. E sogno un festival dance italiano come il Tomorrowland: abbiamo i talenti, manca la visione. Ma stasera… assaporiamo questo traguardo.
E ora… che lo show abbia inizio! 🚀