“The Prize” è il titolo del debutto del duo londinese-americano delle Prima Queen. Un esordio che unisce il candore delle confessioni intime a una struttura pop avvolgente, costruita con cura artigianale e sensibilità generazionale.
Composto da Louise Macphail e Kristin McFadden, il progetto affonda le radici in un’amicizia nata tra due continenti e cresciuta nella scena live inglese. The Prize è più di un semplice album: è un racconto sincero, a volte doloroso, sempre empatico. I singoli “Oats”, “Fool”, “Ugly” e la title-track già anticipavano il tono del lavoro: raffinato, emotivamente diretto, sospeso tra influenze come HAIM, Jenny Lewis e il songwriting confessionale di una nuova generazione di voci femminili.
Registrato negli Angelic Studios di Oxfordshire e prodotto da Steph Marziano (Hayley Williams, Let’s Eat Grandma), l’album si muove tra arrangiamenti eterei, chitarre scintillanti e un intreccio vocale che è ormai marchio di fabbrica. È una scrittura che guarda all’intimità e alla fragilità, ma anche alla forza liberatoria dell’amicizia. Un lavoro corale, nonostante sia nato da due voci.
Negli ultimi due anni, le Prima Queen hanno calcato palchi importanti, da Glastonbury a SXSW fino a Pitchfork Paris, aprendo per nomi come Wet Leg, Olivia Dean e Whitney. Proprio l’energia dei live ha contribuito a modellare le atmosfere dell’album: c’è un senso di euforia controllata, di malinconia condivisa, di crescita emotiva che si riflette in ogni traccia.
Peaches, lavandini insanguinati, ball-pit, astronavi: l’universo lirico di The Prize è visionario, personale e a tratti surreale. Come ha dichiarato il duo: “È una conversazione di crescita e empowerment, intrecciata dal nostro amore e impegno reciproco”. Ogni traccia è una tappa, un ricordo, un mantra. Un disco che, nella sua varietà di registri, mantiene una coerenza emotiva profonda e risonante.
Con una lunga lista di riconoscimenti dalla stampa internazionale (NME, The Times, DIY, Clash) e una presenza costante nei palinsesti di BBC 6 Music, le Prima Queen dimostrano con The Prize di meritare pienamente l’attenzione conquistata finora. Un album che parla di legami, vulnerabilità e scoperta, con una grazia compositiva difficile da ignorare.
