Intervista: YUMAN il mio disco è un modo per parlare di me

Intervista: YUMAN il mio disco è un modo per parlare di me

Dopo l’esordio lo scorso anno con il singolo “Twelve” Yuman pubblica il suo primo album, “Naked Thoughts”.

“Naked Thoughts” contiene otto brani inediti, scritti e composti da lui stesso insieme a Francesco Cataldo, più la cover di “Somebody to love” dei Jefferson Airplane.

L’abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare come nasce questo suo primo progetto: 

Sono emozionatissimo. L’uscita dell’album l’ho vissuto un po’ come un parto. E’ stato un processo lungo ed impegnativo che ha richiesto tanto tempo. Avevo bisogno di una mia preparazione personale e penso che adesso fosse arrivato il momento giusto per questo grande passo. 

“Naked Thoughts” è un modo per parlare di me in maniera indiretta, lasciando che le canzoni raccontino quello che sono. Il sound è mutevole, come l’umore che canto nei testi di questo album.

La mia forse è una scelta azzardata. La strada più difficile quella di fare un disco con tantissima black music, funky e soul. Sono sicuramente in controtendenza rispetto ai prodotti discografici che escono tutti i giorni ma questa è la mia musica!  

Non c’è un giorno che non ascolti della musica, ed è un’azione che faccio da sempre, ancor prima di capire che fosse parte di me.
Penso di essere condizionato dai miei artisti preferiti, ma di essere riuscito a trarne un mio stile personale; pensarli mi ispira, così come il credere di non dover mai deludere il lavoro fatto già da altri, e riuscire a creare la miglior musica possibile, prima di tutto per me stesso. 

La mia passione per la musica nasce dai miei genitori che mi hanno fatto ascoltare un po’ di tutto. Mi ricordo soprattutto mia nonna che mi metteva dei vinili di Elvis. Mi piace la musica di Capo Verde, anche se non ci sono mai stato, la sento come una parte di me, una parte delle mie origini.

Ho sempre ascoltato cose totalmente differenti, mi sono ispirato ad una miriade di artisti di generi diversi: Stevie Wonder, Jackson Five, Queen, Dire Straits, Aereosmith, Terence Trent D’Arby, AC-DC, Manu Chao, Gypsy Kings, Paolo Nutini, Tupac, Anderson Paak e molti altri tendendo anche a volte verso un metal melodico.

La cover di “Somebody To Love” dei Jefferson Airplane nasce quasi per caso. Volevamo mettere nel disco una cover di un brano suonato a Woodstock. Abbiamo cercato ed è uscito questo pezzo dei Jefferson Airplane, mi è subito piaciuto il messaggio della canzone e ho cercato di reinterpretarla. Peccato che poi Woodstock non sia stato più fatto, sarebbe stato bello vedere questo grande concerto.

La musica italiana mi piace tanto e l’ascolto parecchio. I miei preferiti sono i miti: Battisti e Dalla su tutti. Poi mi piace anche molto Neffa. Tra i nuovi senza dubbio Salmo, i Coma_Cose e Tha Supreme.

Cantare in italiano? Non lo escludo. Per adesso mi sento di cantare in inglese, in futuro si vedrà.

Sono costantemente alla ricerca di ispirazione, e quando compongo, che si tratti di un testo o di pura musica, cerco di trovarla in tutto ciò che mi circonda: luce, colori, dettagli delle stanze o anche semplicemente ricordi o sensazioni che mi affiorano alla mente… A volte è come sentire di dover dare voce alla musica che penso di contenere dentro me stesso, così da poter trasmettere quello che inconsciamente sto pensando.
L’ispirazione è un attimo ed è un concetto così astratto che non so se esista veramente…diciamo che crederci mi aiuta a renderlo reale, trasformando ogni momento in un possibile istante di ispirazione.
Nel lavoro non mi limito e cerco sempre di non stabilire regole fisse, in modo da rimanere il più elastico possibile. La mia inclinazione è verso testi che narrino tematiche serie, spesso dai risvolti sociali, senza però perdere mai un tocco di ironia che ritengo una chiave fondamentale.

La solitudine è indubbiamente uno dei sentimenti protagonisti dell’intero album, diventato forse un mio vero e proprio mood. Un mix di storie personali e racconti ispirati, narrati spesso in prima persona.

Yuman nasce 23 anni fa da mamma italiana e padre capoverdiano. È il più grande di tre fratelli e la sua vita, già parecchio complessa, presto lo mette davanti a una crescita repentina. Yuman reagisce rifugiandosi nella musica, sua Wunderkammer tenuta nascosta per lungo tempo, ma potentissimo luogo di conforto. Decide allora di aprire questa “stanza” e esplorarne il suo contenuto, facendo della musica la sua strada. Nel 2015 prende un anno sabbatico dal lavoro e viaggia attraverso la Gran Bretagna, dove per vivere suona come busker.

Dopo qualche mese da Londra si sposta a Berlino, altra città stimolante dal punto di vista artistico. Continua nella capitale tedesca le sue esperienze musicali. Tornato a Roma incontra il produttore e discografico Alberto Quartana di Leave Music, che ne riconosce il grandissimo talento e decide di produrlo, affiancandogli Francesco Cataldo come produttore artistico. Nasce quindi un sodalizio professionale che li porta a collaborare e produrre nuovi brani cantati dalla potentissima voce di Yuman.

 

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