Da San Siro a San Marino, passando per le piste da ballo che dagli anni Novanta a oggi non hanno mai smesso di seguirne il ritmo.
Gabry Ponte, storico nome dell’elettronica italiana e membro fondatore degli Eiffel 65, è uno dei protagonisti più inattesi e discussi dell’Eurovision Song Contest 2025, dove rappresenta la Repubblica di San Marino con il brano Tutta l’Italia.
Un pezzo che mescola sonorità folk e pulsazioni dance, inno non ufficiale a un Paese che cambia ma continua a cantare.
Lo abbiamo incontrato a Basilea, nel mezzo delle prove generali e con una finale già conquistata, per parlare di Eurovision, della trasformazione della figura del DJ, e di quel nuovo singolo internazionale realizzato con i Train.
Sei in finale, cominciamo da qui. Emozioni?
Siamo felicissimi. Non era affatto scontato. C’è stata molta tensione fino all’ultimo secondo. Dopo tutto il lavoro fatto, non sarebbe stato bello tornare a casa dopo le semifinali. Ce la siamo guadagnata, e l’esultanza è stata sincera.
Avevi già collaborato con l’Eurovision in passato. Come vivi questa prima volta da artista in gara?
Avevo già avuto contatti: anni fa con un artista sotto la mia etichetta e poi, più di recente, con Lum!x, per cui ho co-scritto un pezzo. Ma partecipare direttamente è un’altra storia. L’Eurovision è uno spettacolo meraviglioso, ma con dinamiche molto distanti dal nostro mondo. Storicamente, i DJ non sono favoriti. Quindi c’era anche un po’ di timore, nonostante credessimo nella forza del pezzo.
Il pubblico, però, sembra aver reagito molto bene.
Sì, soprattutto durante la flag parade: un’ovazione, anche dai fan degli altri paesi. Lo sentivamo, ma abbiamo tremato fino alla fine. Ai pre-party – Amsterdam, Londra, Madrid – il mood è cambiato di volta in volta. All’inizio il testo in italiano sembrava ostico, ma alla fine il club esplodeva quando salivamo sul palco. È stato un percorso graduale, ma significativo.
Che cosa ti porterai via da questa esperienza?
Una crescita personale e professionale. Pur avendo lavorato con l’Eurovision, da dentro si scoprono tantissimi aspetti che non puoi cogliere da fuori. È stato arricchente. E trovare una “prima volta” a 52 anni, dopo 25 di carriera, è un gran bel regalo.
Oggi, però, non si parla solo di Eurovision. Esce anche un tuo nuovo singolo.
Esatto. Esce un brano in collaborazione con i Train, la band pop rock statunitense. Una collaborazione nata in modo spontaneo. Vedremo che percorso farà, ma sono contento di questa nuova avventura.
“Tutta l’Italia” mescola sonorità tradizionali italiane ed elettronica. Com’è nata l’idea?
L’idea è nata pensando al concerto di San Siro. Non era stato pensato per Sanremo, anche se poi tutte le strade portano lì. In studio, lavorando su una mia backing track con influenze pizzicate, abbiamo deciso di usare strumenti tradizionali – tamburello, mandolino, fisarmonica – dentro un impianto dance. È il bello della musica elettronica: può contaminarsi facilmente.
Come cambia il ruolo del DJ oggi, rispetto agli anni ’90?
Quando ho iniziato, il DJ era un operaio della notte. Nascosto, in ombra. Con il tempo siamo diventati performer, lo show è cresciuto, il genere è diventato mainstream. Siamo passati dai club agli stadi, dalle radio alla tv. Oggi i DJ sono parte del pop, con tutto ciò che questo comporta.
Dal tuo punto di vista, un aspetto positivo e uno negativo dell’esperienza Eurovision?
Quello positivo è l’energia, la bellezza dello show, la comunità che si crea. Quello negativo… io sono un maniaco del controllo e in uno show così complesso e articolato è quasi impossibile e poi direi l’intensità: le giornate sono lunghe, le prove infinite. A volte smattiamo la sera a cena (ride). Ma fa tutto parte del gioco.
Puoi raccontarci qualcosa sulla scenografia e il lavoro di squadra dietro lo show?
È stato un lavoro di squadra enorme, con mesi di preparazione. Il team di Laccio ha curato la coreografia, Luigi Antonini la regia, Francesco Decale le luci, Daniele Boccaccio la direzione artistica. Abbiamo voluto rendere omaggio alla cultura italiana anche nei visual, ispirandoci ad architettura e arte, per creare un vero tributo all’Italia.
Hai avuto modo di conoscere o confrontarti con gli altri artisti in gara?
Sì, ci sono diversi pezzi che mi piacciono e con alcuni abbiamo parlato di possibili collaborazioni. Però ti dico la verità: sono così concentrato su questo progetto che non ho avuto tanto tempo per fermarmi. Ieri avevamo una giornata libera e… siamo finiti in studio a scrivere musica. Altro che Basilea! Forse dopo l’Eurovision – e dopo San Siro – ci sarà tempo anche per pensare a remix o cose nuove con altri artisti.
Hai portato San Marino sul palco europeo: cosa rappresenta per te questa scelta?
Se sono qui, è proprio grazie agli amici di San Marino. È un piccolo Stato, ma con un’energia pazzesca. Mi hanno dato un supporto incredibile fin dall’inizio. C’è stato entusiasmo, passione, collaborazione. Mi sono sentito parte di una vera squadra. E poi, diciamolo: è bello vedere un Paese piccolo fare rumore con la musica.
IL NUOVO SINGOLO
È disponibile “BROKENHEARTED” il nuovo singolo di Gabry Ponte e i Train, per GEKAI Music. Un’inedita collaborazione tra il DJ e produttore italiano più ascoltato su Spotify a livello globale e la band di San Francisco pluripremiata ai Grammy Awards, che ha dato vita a una traccia energica, emotiva e perfetta per l’estate 2025.
Il brano unisce la potenza ritmica dell’elettro pop a sfumature country e, con una melodia catchy e una produzione coinvolgente, promette di far ballare ma con il cuore in mano.
Il testo racconta il dolore causato da una rottura sentimentale, tra solitudine, nostalgia e il desiderio di risposte. Nonostante il tema malinconico, la canzone trasmette forza, trasformando la delusione in energia da dancefloor. Il titolo stesso, Brokenhearted, riflette questa dualità: il cuore spezzato che trova nuova linfa nella musica, in un contrasto emotivo potente e universale.
IL LIVE

SABATO 28 GIUGNO 2025 |MILANO @ STADIO SAN SIRO
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ph: https://eurovision.tv/gallery/san-marino-gabry-ponte-tutta-litalia-rehearsal