Intervista: ALEX BRITTI – tra social, velocità di reazione, esplorazione.

Intervista: ALEX BRITTI – tra social, velocità di reazione, esplorazione.

Pubblicato il 24 aprile, Una parola differente il nuovo singolo di Alex Britti.

Tanto di lui e della sua musica lo annuncia il suo volto: i tratti severi, lo sguardo inafferrabile, il sorriso contagioso. “Perché sono figlio unico, sono abituato a star da solo, non cerco e non ho mai cercato il sostegno del gruppo”: Alex Britti è un chitarrista e un autore solista, fiero, deciso.

Un chitarrista fuori dal comune lo è sempre stato, sin da giovanissimo, da quando attraversava l’Europa insieme a grandissimi del Blues quali Rosa King, Buddy Miles e Billy Preston. Sarebbe riduttivo definire Alex Britti solo in tal verso. Sicuramente quello che si può dire del cantautore romano è che Britti è un artista a cui piace esplorare, uscendo dalla sua comfort zone, non ultimo esempio alla mano, Brittish con Salmo.

In Una Parola Differente canti”Com’è difficile rimanere originali mentre tutto scorre ad alta velocità”. Quanto costa essere oggi originali e come si connette l’originalità con l’essere sé stessi?

I tempi di oggi chiedono delle prestazioni, basta non rispettare i tempi dettati dai nostri giorni. Basta seguire dei tempi istintivi naturali, interiori, quelli che senti e non quelli che i vengono proposti dal di fuori. Oggi la difficoltà sta nel continuare a proporsi con dei tempi esterni e collimarli con il vivere dei tuoi tempi interiori. Sui social oggi sei figo, domani vecchio. Non valgono più le stesse regole e cambiano velocemente, le stesse regole non collimano con quelle del quotidiano. I giovani vivono a testa in giù, con la testa nel telefonino. Cambierà la fisionomia, le anatomie saranno diverse soprattutto per quanto riguarda la zona cervicale, se ci pensi guardiamo i telefonini a testa in giù. E’ un modo di approcciare i tempi che corrono, bisogna saperli prendere ma lasciarli anche, convivendoci. Sulla rete, sul web non mangi, non sudi, non demonizzo i social, sia chiaro, perché è importante mantenere il passo con la tecnologia, ma il telefonino è come la tv e il frigorifero. E’ un innovazione importante ma non si può vivere di fronte alla lavatrice. Lo smartphone è diventato il centro di tante cose ed è fuorviante, è un po’ tutto sciallo, cioè va bene ma non benissimo.  Oggi si fa tutto con il telefonino. Io ho una collezione di libri in cucina, scelgo una ricetta che voglio fare e vado a prendere il libro, ho scelto di appellarmi a quella fonte. La mia compagna invece va su Google, dove c’è una cosa buona ma non buonissima. Io che sono nato analogico, ho anche il gusto romantico: mi piace prendere il libro di carta, andare all’indice e sfogliare la carta. Lo stesso discorso vale per la musica. Il disco è il disco, c’è la musica che senti e la musica che ascolti. La musica che sento me la metto dal mio telefonino, per casa, dove ho casse più basse e più grandi che vanno bene quando cucino. Poi la musica mi va di ascoltarla e allora accendo l’amplificatore scelgo il vinile, mi siedo sul divano, metto il mio giradischi e allora lì ascolto

Per il video hai ripreso il visual di instagram.

Io sono da poco su Instagram penso che vada usato con senso e con il giusto tempo. Non demonizzo. Se sto a casa, ad esempio, le email le leggo dal pc perché sono in una posizione diversa. Anche la mente è diversa, l’affronto diversamente, dipende anche dalla postura: se sto in piedi con i pollici piuttosto che se sto con uno schermo e rispondo con la tastiera, il cervello reagisce in modo diverso.

Se In una parola differente possiamo definirlo il tuo spazio naturale, Brittish con Salmo è positivamente spiazzante. Come è nata questa collaborazione e cosa vuol dire mettersi alla prova costantemente?

Spiazzante se uno non mi conosce, ho iniziato con l’elettronica, sono poi passato all’ acustica, ora sono in fase ironica. Brittish sono io che cazzeggio con un amico e cito la Vasca. Il sodalizio parte da due artisti che si stimano, che si sono chiusi in una stanza a suonare.

Cosa conterrà il nuovo album?

Sto facendo uscire dei singoli separati l’uno dall’altro. Negli ultimi anni ho fatto fatica, perché un album comporta fatica. L’album sarà un qualcosa che racchiude i vari singoli già usciti e un punto di ripartenza per dare un refresh. Voglio uscire con un altro singolo o due. E’ una visione un po’ anni sessanta per cui l’album era il racchiudere un percorso per poi ripartire con un altro. Negli ultimi anni invece un album era qualcosa che si esauriva subito. Devo solo scegliere tra i singoli, ne ho tre sul patto e ora navigo a vista.

 Dal punto di vista del valore artistico, pensi che la musica oggi rifletta l’uomo di oggi?

Sì, il suo appiattimento. Non sono polemico, mi appiattirei anche io per sentire cosa si prova. Mi metto alla prova, sempre. Oltre alla musica c’è un’aurea intorno ai personaggi, tra rap, trap, pop non si capisce cosa sono. Non ho parlato volutamente di artisti, ma di personaggi. Sono youtuber allargati e oggi viviamo questo momento. Va ancora bene ed è giusto che ci sia ironia e provocazione, viaggiano su binari che vanno oltre stampa, radio, tv. Oggi la radio è Spotify, la stampa sono i social. Voglio però difendere i giovani, anche quei ragazzi a testa china sugli smartphone. Quello che è nato oggi, lo abbiamo seminato noi vent’ anni fa. Se la musica oggi c’è in questo modo, è perché l’abbiamo programmata e prevista noi così vent’anni fa, ci siamo concentrati sulla tecnologia. Gli adulti del 2000 si sentivano fighi con il telefono di ultima generazione, i ragazzini oggi hanno preso i modelli che noi abbiamo insegnato loro.

 Che estate sarà senza live?

E’ strano non andare suonare, non fare le prove, non partire. Non lo so. Con un pensiero estremamente positivo mi piace dire aspettiamo che se i contagi calano, si potrà ripartire . Si faranno i live distanziati, sino a che non si troverà un vaccino. Sarà un bella incognita, è strano ma l’importante che sarà sicuramente qualcosa, si tornerà per forza alla normalità. Tra due, tre anni ce lo saremo dimenticati questo virus, quello che rimarrà sarà il danno economico. Siamo tutti più poveri, basta pensare a quello che è successo in Lombardia. Ci siamo lamentati quando ci veniva chiesto di stare a casa e a un tiro di scoppio, in Siria si sparano, penso che bisogna essere coscienti del mondo che ci circonda.

 

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