FRANCESCO BIANCONI “Francesco Bianconi Accade”. Il disco traccia per traccia

FRANCESCO BIANCONI “Francesco Bianconi Accade”. Il disco traccia per traccia

A due anni dal debutto come solista di “Forever”, Francesco Bianconi ritorna con il suo secondo lavoro dal titolo “Francesco Bianconi Accade” (in uscita venerdì 28 gennaio).

IL DISCO 

Dieci brani ispirati dal gusto, dall’empatia, dalla storia e dalla curiosità musicale di Bianconi che ha reso omaggio a grandi cantautori e interpreti della canzone italiana come Francesco Guccini (Ti ricordi quei giorni), Federico Fiumani (L’odore delle Rose), Ornella Vanoni (Domani è un altro giorno), Luigi Tenco (Quello che conta), Claudio Lolli (Michel, in duetto con Lucio Corsi), Mario Venuti (I capolavori di Beethoven) e ai suoi brani scritti per altri come Paola Turci (Io sono), Irene Grandi (Bruci la città e la Cometa di Halley) fino ad un divertissement d’autore del brano “Playa” primo singolo estratto dall’album, qui nella versione inedita in duetto con l’autrice e interprete Claudia Judith Naum in arte Baby K.

IL RACCONTO DEL DISCO 

Perché un disco di cover?
Forse perché mi sono ritrovato con un disco nuovo (“Forever”, il mio primo di inediti da solista) nel pieno di una pandemia. Chiusure, paure, concerti annullati, e tutti a casa. Come tanti mi sono allora dovuto inventare degli stratagemmi: video format casalinghi, spettacoli di live in streaming. Uno di questi spettacoli si chiamava “Forever Accade”: la parola “accade” funzionava sia ironicamente come traduzione maccheronica di “happening” (cioè performance artistica improvvisata) sia da indicatore di un tempo in cui tutto sembrava essersi bloccato. E invece no, se guardate bene, dicevo io, la vita resiste, la linfa scorre ancora, e gli uomini, seppur confinati in teatri di morte,
sopravvivono. In questi teatri sconsacrati per scelta cantavo le canzoni del mio disco di inediti e, siccome non avevo intenzione di eseguire le canzoni scritte per i Baustelle (perché non si fa, non è elegante) mi sono trovato a dover rimpolpare il repertorio. Ho pensato perciò di cimentarmi con canzoni altrui. Ed è per l’appunto quando c’è un motivo vitale, un motivo vero, che ti costringe a interpretare qualcosa che non è tuo, quando c’è una ragione – leggera o profonda ma pur sempre motivazione sincera – che la profanazione diventa un atto vivo e
creativo, e la casa in cui entri a rubare magicamente diventa tua. Io scelgo le cover volteggiando libero e spensierato sopra tanti fiori, scelgo le cover senza troppi criteri logici e formali, ma le slego purché in tutte quelle che scelgo ci sia un granellino di me, e polline per farmi impollinare.

TRACCIA PER TRACCIA 

Io sono

Una canzone scritta per Paola Turci qualche anno fa. Paola era perfetta per questo testo fatto di ‘affermazione mediante negazione’: ho sempre trovato meraviglioso il suo timbro vocale, così “dritto” ma così perturbante, così maschio e femmina insieme. Ho cercato di imitarla, e ho capito quanto la canzone fosse mia e quanto mi facesse stare bene cantarla. Ho capito per la prima volta cantando queste parole come in fin dei conti costituiscano un atto di nascita, nel (e contro il) mondo.

Playa

Fin dal primo momento, dalla fatidica mattina in cui mia figlia me l’ha fatta ascoltare in macchina mentre andavamo in spiaggia, me ne sono innamorato. Ho subito capito che la canzone aveva qualcosa dentro che era anche mio. L’ho sempre sentita “dimezzata”, rallentata a tempo di ballad; l’ho immaginata da subito come una poesia semplice, felicemente disperata o disperatamente felice.
Ci ho sempre sentito dentro il disintegrarsi di struggimento davanti alla vita, un morire felici. Ringrazio tanto Claudia per aver accettato di duettare in questa mia versione. L’ha davvero impreziosita.

La Cometa di Halley

La seconda canzone scritta per Irene Grandi dopo il successo di “Bruci la città”. Quella era stata scartata da Sanremo ed era diventata una hit subito dopo, per cui ci riprovammo, certi che stavolta ci avrebbero preso. Così fu. Ricordo, chissà perché, il giorno in cui solo, alla stazione di Sanremo, presi il treno per tornare a Milano. Con in testa la canzone, solo e soddisfatto.

Ti ricordi quei giorni

Devo la passione per Guccini a mio padre che lo ascoltava e mi ha portato a vedere tanti suoi concerti. Conosco le parole di tutte le sue canzoni a memoria, ancora più delle mie. Ho sempre voluto cantare un suo pezzo: ho scelto questa perché secondo me è una perla poco conosciuta, un pezzo che pare lui abbia scritto in gioventù e poi tenuto per anni nel cassetto. C’è la Francia dentro, e forse l’Argentina; c’è lo spirito delle canzoni eterne, dei classici. Mi fa scoppiare il cuore ogni volta.

I capolavori di Beethoven

Canzone scritta con Kaballà per il disco di Mario Venuti “Il tramonto dell’Occidente”. Andammo a casa di Battiato a fargliela sentire e a chiedergli consigli sull’arrangiamento. Mi sono divertito in questa mia versione a enfatizzare la citazione della sonata di Beethoven nel finale, un po’ alla Wendy Carlos.

Domani è un altro giorno

Questa è la cover di una cover, dato che anche l’originale non è altro che la versione in italiano di “The wonders you perform” di Tammy Wynette. Ho sempre trovato fantastico il testo di Calabrese, che si è allontanato dal senso gospel dell’originale ma ha scritto parole alternative che toccano l’anima e la curano, come ogni buona canzone pop dovrebbe fare. È il pezzo “rock” del disco, è stato molto divertente da cantare, e grazie al cielo sono riuscito a farlo senza troppo pensare al confronto con la immortale Vanoni, libero e bello e senza timore reverenziale.

Bruci la città

Sono tanto legato a questa canzone: è stato il primo pezzo che ho scritto per altri ad avere successo. E sebbene sia stata scritta appositamente per Irene ho sempre un po’ covato il desiderio di cantarla un giorno anche io, di farne una mia versione.

L’odore delle rose

Adoro Fiumani e i Diaframma, è risaputo, e ormai si sa che sono stati un’influenza per me e i Baustelle. Tanti anni fa Federico organizzò un tributo ai Diaframma: ci chiese di partecipare. Figurati, non vedevo l’ora. Dissi subito di sì e con la band registrammo una versione di “Il disco dei Replacements”, una canzone meravigliosa. Solo che ahimè, avevamo fatto i conti senza l’oste: non so per quale motivo ma i nostri discografici dell’epoca negarono il permesso di utilizzare il pezzo, che non finì quindi sul disco. Quindi, che dire, stavolta che sono uscito io con un disco di cover, non potevo non metterne una di una delle mie band favorite di sempre. “L’odore delle rose” l’avrei voluta scrivere io, e ricordo come fosse ora il giorno in cui andai a comprare a Siena il vinile di “Anni luce”, il disco che la contiene. Guardavo la copertina che ritrae Federico e una ragazza che camminano abbracciati per le strade di Firenze come Dylan e Suze Rotolo in quelle di New York in
“Freewheelin’ Bob Dylan” e ancor prima di sentire il contenuto del disco pensavo fra me e me che sì, avevo fatto la scelta giusta, cazzo, sì.

Michel

Una canzone che è un piccolo racconto, una microsceneggiatura di un film di Truffaut. Ho sempre  amato di Lolli le parole ma soprattutto gli imprevedibili cambi armonici, che riescono ad arricchire l’impianto tradizionale della folk song. Ho chiesto a Lucio Corsi di cantare una strofa: lui è il mio cantautore preferito fra i giovani, oltre che un amico: in fondo la storia della canzone parla di amicizia, perciò mi sembrava che un suo cameo fosse perfetto.

Quello che conta

Canzone cult di Tenco: musica scritta da Ennio Morricone e parole di Luciano Salce! Era scritta per il film “La cuccagna” in cui Tenco faceva l’attore protagonista. Ne ha fatto una versione Mike Patton un po’ di anni fa. Con Angelo Trabace, Alessandro Trabace e Zevi Bordovach abbiamo deciso di “ricostruire” l’arrangiamento orchestrale originario di Ennio Morricone, traducendolo in un minimale e un po’ bizzarro ensemble fatto di pianoforte, violino, flauto, string machines e Mellotron.

NUOVO EP 

In primavera, ad aprile, sarà la volta di un nuovo EP di inediti e cover che segnerà il debutto del cantautore italiano sul mercato francese.
Un progetto firmato insieme alla compositrice e cantante francese Clio (stella nascente della musica d’autore d’oltralpe) che comprende due nuovi brani scritti rispettivamente dai due autori e due brani storici del repertorio pop italiano e francese, interpretati a due voci da entrambi gli artisti. Il singolo che anticiperà questo nuovo lavoro sarà “Ciao” un brano dalla profonda melodia, sostenuto da un testo sorprendente, da grandi aperture di archi in quel perfetto “stile Bianconi” che alterna in modo assolutamente unico e originale i volti cupi e gioiosi dell’amore e della coscienza.

IL TOUR 

Nel prossimo mese di maggio (compatibilmente con l’emergenza sanitaria del Paese) prenderà poi il via la stagione di concerti (suo grande primo amore) che vedranno “Francesco Bianconi & La Sua Stupefacente Band” in tour nei più importanti teatri italiani. Sarà l’occasione per presentare i suoi ultimi lavori in studio, in una summa ideale della sua prolifica produzione, dai progetti più recenti ad incursioni nel recente passato. Le date e l’apertura delle biglietterie verranno comunicate successivamente.

Nel corso dell’anno verranno pubblicati poi alcuni singoli inediti con la partecipazione di featuring inaspettati, a sancire ancora una volta l’estrema fertilità e generosità artistica di Bianconi. Infine, questi dodici mesi intensi si chiuderanno con la pubblicazione in Francia di “Forever” il primo progetto da solista con il quale l’artista ha raccolto grande consenso di pubblico e critica nel nostro paese nella stagione 2020/2021 e che oggi si appresta ad essere conosciuto ed apprezzato anche nella terra degli chansonnier.

WEB & SOCIAL 

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