Benvenuti al nuovo appuntamento con Newsic Friday Vol. 20-2025! Ancora una settimana ricca di proposte italiane e internazionali per tutti i gusti. A cavallo tra star globale e italica è Damiano David che svetta con la sua nuova musica. Tra le novità le hit estive di Ghali, The Kolors, Loredana Bertè e Boomdabash e tante altre novità!!!
Lo score medio di questa settimana è: 6,70
LA PLAYLIST
LE PAGELLE BRANO PER BRANO
Niccolò Fabi – Voto 8,00 – Nella confusione attuale di suoni e dei rumori, Niccolò scava silenzi preziosi, cesellando parole e narrazioni con rara poetica. Il brano avvolge l’ascolto in un abbraccio melodico, confermando il suo talento nell’incantare con eleganza e profondità.
Andrea Laszo De Simone – Voto 8,00 – Echi lontano alla Moon River si fondono a un pop d’avanguardia, generando un incanto melodico puro. Ogni nota è un gioiello sonoro che trascende il contemporaneo e celebra la visione raffinata di un’artista in piena maturità. Visione!
Little Simz – Voto 8,00 – Little Simz apre un nuovo capitolo: introspettivo, sfumato, libero da strutture rigide. Un brano, che in certi passaggi mi ricorda un po’ alla Beck, che sorprende per eleganza e misura, capace di espandere l’immaginario sonoro con maturità e visione autoriale.
Laufey – Voto 8,00 – Brano elegante e velenoso, dove la malinconia si tinge di rabbia controllata. Il jazz-pop si fa più audace, la voce fluttua tra nostalgia e disincanto. Un passo deciso verso una scrittura più affilata, pur senza perdere grazia. Magica!
Bono – Voto 7,50 – Bono firma la colonna sonora del docu-film Stories of Surrender, un lavoro in cui la sua voce inconfondibile conferma ancora una volta il valore imprescindibile di ogni suo progetto musicale.
Lola Young – Voto 7,50 – Lola innesca paesaggi sonori contemporanei con creatività avvolgente, fondendo sperimentazione e magnetismo emotivo. Una proposta rara nel panorama attuale, capace di guardare oltre senza rinunciare al cuore. Ancora una volta centra il bersaglio!
The Black Keys – Voto 7,25 – Un brano pieno di energia che distilla in groove vintage e spirito garage. Libero, godibile e istintivo, che celebra il mestiere artigianale del rock con uno sguardo nostalgico ma ancora vibrante.
Rkomi – Voto 7,25 – Un esercizio di verità, tra rabbia e vulnerabilità. Rkomi scava nel personale con voce cruda e diretta, mettendo a nudo le ferite senza indulgere nel vittimismo. Un frammento sincero, che restituisce spessore emotivo al mosaico del disco.
Marina Rei – Voto 7,25 – Tratto da una poesia di Beatrice Zerbini, il brano si presenta come una confessione intensa e tagliente sul senso di inadeguatezza. La voce spezzata di Marina Rei racconta con delicatezza la fragilità di chi ha imparato a salvarsi solo a tempo ormai scaduto.
Agnese Contini – Voto 7,25 – Singolo strumentale. Agnese usa chitarra acustica e delay per creare un’atmosfera sospesa. La luce, metafora centrale, illumina fragilità e verità interiori, riflettendo sull’accettazione di sé oltre i canoni sociali. Talento!
Aya Nakamura – Joé Dwèt File – Voto 7,00 – Tra afrobeat avvolgente e orizzonti sonori vellutati, Aya e Joé tessono un duetto di eleganza esotica. Ritmo ipnotico, vocalità sospese e magnetismo contagioso: un brano che incanta e conquista, confermando l’audacia e il fascino della coppia.
Ghali – Voto 6,75 – CHILL vibra di percussioni calde e allure internazionale, tra seduzione e autobiografia. Ghali ritrova la sua cifra tra liriche, ritmo e stile, ma resta in superficie: l’effetto è gradevole, non memorabile.
Luchè – Voto 6,75 – Beat levigati, dal taglio urban e sofisticato, fanno da cornice al consueto universo lirico di Luchè: ombroso, malinconico, notturno, personale. Nulla di nuovo, ma l’identità resta intatta e riconoscibile.
Luca Re – Voto 6,75 – Una mappa emotiva dove introspezione e coerenza sonora si incontrano. Un invito gentile a smarrirsi per ritrovarsi, tra nuove prospettive e un senso rinnovato di appartenenza.
Jacopo Martini – Voto 6,75 – Gusto rétro e personale, dove convivenze inaspettate – da Paoli a Banhart – si fondono in melodie sincere, calde e minimali. Un lavoro intimo, ironico e coerente, che predilige la delicatezza alla posa.
CousCous a colazione – Voto 6,75 – Un pop malinconico che mescola R&B ed elettronica per raccontare l’addio ai sogni d’infanzia e l’adattamento forzato all’età adulta. Ma sotto l’arrendevolezza aleggia una vaga, ostinata voglia di resistere.
Fast Animals and Slow Kids – Voto 6,75 – “Sei ore” dipinge un Autogrill gelido e il mare in tempesta come teatro di un colloquio carico di imbarazzo e tenerezza. L’essenzialità poetica è come al solito avvolgente e rock!
Rosa Chemical – Voto 6,50 – Tra trap urbano e atmosfere estreme, l’artista ritorna alle rime crude e all’immaginario grottesco degli esordi, sostenuto da autoproduzioni incisive. Una dichiarazione d’intenti solida.
Damiano David – Voto 6,50 – Tra synth rétro e inflessioni da pop globale, Damiano scivola via con mestiere ma senza guizzi. Un esercizio di stile ben confezionato che però non riesce ad affondare il colpo.
Jovanotti – Voto 6,50 – Un brano che sfreccia a 128 bpm, un doppiofondo di riff chitarristico e suggestioni pop. Tra echi nostalgici e sincera introspezione, Lorenzo dipinge un delicato affresco di ricordi e riflessioni. Il pezzo, dal piglio gioioso e come sempre pensante che scorre con naturalezza e si lascia ancora una volta cantare.
Ugo Crepa – Willie Peyote – Voto 6,50 – Una fotografia lucida e con un filo di malinconia che racconta la transizione verso l’età adulta, tra rime misurate, ricordi adolescenziali e produzione sobria.
Myricae – Voto 6,50 – Brano viscerale e oscuro, in cui l’intensità emotiva si affaccia con grazia su un impianto sonoro stratificato. Le tensioni elettroniche e il canto sofferente creano suggestioni potenti.
Mille – Voto 6,50 – Tra tempo, febbri e sete, Mille trasforma il dolore in rinascita intima. Scritto con tensione emotiva e simbolismi potenti, il brano conquista per onestà, ma la linea melodica resta prevedibile. Un ritorno promettente.
Protopapa – Sébastien Delage – Voto 6,30 – Tra glitter queer e derive disco, Mini Pony gioca con cliché maschili e desideri espliciti, ma il risultato resta più estetico che incisivo. Il groove c’è, l’intento anche, ma manca quella spinta davvero sovversiva che potrebbe farlo esplodere. Da Eurovision!
Rizzo – Joe Viegas – Voto 6,25 – Synth liquidi e ritmi spezzati disegnano paesaggi notturni, ma la narrazione frammentaria fatica a consolidarsi. Atmosfera affascina, ma l’impatto rimane fugace.
Nahaze – Voto 6,25 – Tra dedizione quasi ascetica e tensione da “fast society”, Nahaze traccia con rigore le priorità di carriera. Il concept è autentico e misurato, ma il ritmo procede in punta di piedi, senza slanci capaci di vivificare davvero l’architettura sonora.
Luzai – Voto 6,25 – Avant-pop elettronico viscerale, clubbing e consapevolezza si intrecciano in un progetto che parla di radici spezzate e desideri accesi. Ipnotico e politico, dove il buio danza con la rinascita.
Boomdabash e Loredana Bertè – Voto 6,25 – Reggae e alchimia vocale evocano notti lunari, ma la formula resta tiepida. Un incontro a propensione estiva che ammalia per atmosfera, senza però incidere davvero nella memoria.
Vale Pain – Tony Boy – Voto 6,25 – Un affresco dei codici dell’amore nella generazione z. Vale Pain conferma autenticità e tensione introspettiva generazionale, ma il progetto non sferra un colpo davvero inaspettato.