WILLIE PEYOTE: al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni

WILLIE PEYOTE: al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni

La Depressione è un periodo dell’anno è il titolo del nuovo brano inedito di  Willie Peyote.

Il brano è una fotografia reale ed amara di questo periodo di difficoltà, raccontata con i modi e i toni di chi ha fatto dell’accusa sociale e della descrizione della nostra società uno dei capisaldi del suo lavoro artistico.

Dopo un assaggio pubblicato durante il primo lockdown dal titolo Ogni giorno alle 18 WILLIE PEYOTE conferma ancora una volta la lucidità del suo pensiero dando voce ad un testo nato in questi mesi in cui l’artista torinese aveva scelto di chiudersi in un silenzio digitale per non lasciarsi inghiottire da polemiche, frustrazioni, fake news, manifestazioni, teorie negazioniste perché come scrive Peyote “Dovevamo uscirne migliori, merda è già tanto se ne siamo usciti”.

Questo è un brano che ho cominciato a scrivere alla fine dell’estate – racconta l’artista torinese –  perché nonostante il tentativo di tutti noi di guardare al futuro con positività, nonostante il vago “libera tutti”, nonostante la retorica primaverile dell’andrà tutto bene, purtroppo era evidente che le cose sarebbero andate in un’altra direzione. E mentre tutti si accapigliavano in una polemica diversa al giorno, su qualsiasi argomento, io sono sparito dai social cercando di evitare di essere ingoiato in questa fiera delle opinioni un tanto al chilo che quotidianamente peggiora la confusione che già regna sovrana ormai da febbraio. Capisco che ognuno di noi debba sopravvivere a questo periodo che ci mette a dura prova come meglio riesce, ma il silenzio non è davvero più un’opzione per nessuno?”

ASCOLTA IL BRANO 

IL TESTO

La depressione è un periodo dell’anno ma non ci sono più le mezze stagioni
Al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni
Nessuno c’ha un soldo, un lavoro, una vita però c’hanno tutti un sacco di opinioni
Con l’acume di Gigi Di Maio e la calma di Giorgia Meloni

E tu cazzo ridi? Dicono “andrà tutto bene” ti fidi?
Dovevamo uscirne migliori, merda è già tanto se ne siamo usciti
L’ansia fa vendere pure i giornali, prima il coprifuoco poi i domiciliari
“voglia di ballare un reggae sulla spiaggia” il vuoto che hai in testa ti si legge in faccia
Fatti un bel video. Arriva l’inverno ma non il sussidio, torna il fastidio
Chi perde il lavoro, chi pensa al suicidio
Nelle crisi c’è sempre chi lucra
Sfrutta la rabbia della gente stufa
Tutti i serpenti fanno la muta e a fine giornata indovina chi suca (indovina un po’)
Allarmisti o negazionisti, io vedo egoisti e piagnoni
Tutti che chiedono disposti a dare soltanto le proprie opinioni
Io abuso di alcol e droghe ormai tutti i giorni da 20 anni buoni
Ma voi quale scusa trovate che vi siete tutti bruciati i neuroni? (coglioni)

La depressione è un periodo dell’anno ma non ci sono più le mezze stagioni
Al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni
Nessuno c’ha un soldo, un lavoro, una vita però c’hanno tutti un sacco di opinioni
Con l’acume di Gigi Di Maio e la calma di Giorgia Meloni
La depressione è un periodo dell’anno ma non ci sono più le mezze stagioni
Al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni
Nessuno c’ha un sogno, uno scopo, una vita però c’hanno tutti un sacco di opinioni
Buttare giù tutte le statue o temere le cospirazioni

“e a te chi t’ha chiesto qualcosa?
Cosa significa tutta ‘sta roba che scrivi è noiosa
‘sti cantanti che fanno politica sono tra i peggio falliti, al soldo dei soliti vecchi partiti
E il pensiero unico con cui l’èlite si conserva
E in più sei una zecca di merda!”
Ok vabbè dai decidi te, lo paga Soros anche il mio cachet
Questo sovranismo sembra più un cliché “sti cricchi di me’ non hanno il bidet”
Tipo Claude Monet io bevo en plein air, tu sbocci Moet dentro al Billionaire
“non ce n’è Coviddi” ma ho paura se poi la quarantena è a casa Santanchè
Vecchio ascolta me, conta l’emozione, lo storytelling, la narrazione
Se mi da contro è una fake news, se mi da ragione è controinformazione
Ognuno ha la sua bestia da sinistra a destra, ognuno ha la sua festa tipo compleanno
Tanto agli altri non gli frega un cazzo chè il più delle volte bro manco lo sanno
Se non ora quando? Boh, magari mai
Ma che bell’anno! Guardati gli highlights
Lo insegneranno nei libri di storia ai figli dei figli che tu non avrai
“hanno creato questo clima infame” l’ha detto Greta? L’ha detto Craxi?
Mi serve lo Xanax come Billie e Taxi B per sopportarvi
Perche non ti ammazzi? (ammazzati)

La depressione è un periodo dell’anno ma non ci sono più le mezze stagioni
Al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni
Nessuno c’ha un soldo, un lavoro, una vita però c’hanno tutti un sacco di opinioni
Con l’acume di Gigi Di Maio e la calma di Giorgia Meloni
La depressione è un periodo dell’anno ma non ci sono più le mezze stagioni
Al giorno ormai quante polemiche fanno qui tutti burloni o Burioni
Nessuno c’ha un sogno, uno scopo, una vita però c’hanno tutti un sacco di opinioni
Buttare giù tutte le statue o temere le cospirazioni

Il  brano La Depressione è un periodo dell’anno è contenuto nel vol.46 del New Music Friday di Newsic – clicca per ascoltare la playlist

ABOUT WILLIE PEYOTE

Con 4 album all’attivo, Willie Peyote negli anni ha ottenuto sempre più consensi da parte del pubblico ma anche della critica, che loda la sua capacità di fondere l’energia e la padronanza tecnica della musica rap con testi che guardano alla canzone d’autore per come affrontano le tematiche sociali e attuali, il tutto con un’ironia tagliente e divertente. 

Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno, nasce a Torino nel 1985 da padre torinese di Barriera e madre biellese. Il suo nome d’arte unisce Wile E. Coyote con il peyote, pianta allucinogena proveniente dall’ America settentrionale. Willie è un riferimento al suo vero nome, Guglielmo.  È considerato una delle figure più interessanti e innovative della scena Indie italiana contemporanea. Nel 2011 pubblica il suo primo album solista, “Il manuale del giovane nichilista”, che già dal titolo suggerisce la sua visione del mondo e il suo modo di comunicarlo ai suoi ascoltatori, condensato in un provocatorio mix di cinismo, autoironia e denuncia sociale.  Due anni dopo, nel 2013, esce “Non è il mio genere, il genere umano”, che sembra riconfermare il suo pseudo-pessimismo antropologico Nel 2015 pubblica per ThisPlay Music “Educazione Sabauda”, disco che lancia definitivamente Willie.  L’album è costellato di citazioni più o meno dirette, rivolte ai grandi nomi del rap, del rock e della canzone d’autore (Cypress Hill, The Clash, Francesco Guccini), tanto che si chiude con un testo intenso e poetico “(E allora ciao)” in cui viene citato Luigi Tenco. Particolare attenzione ha suscitato la canzone “Io non sono razzista ma…”, contenuta nell’album, che è stato eseguito il 23 aprile 2017 nel programma televisivo Che tempo che fa presentato da Fabio Fazio. Il 6 ottobre 2017 esce “Sindrome di Tôret”, prodotto da 451. Il disco, che secondo Willie è la coniugazione ideale dei suoi due istinti musicali, quello rock e quello hip-hop, è stato accolto molto positivamente da pubblico e critica e raggiunge la Top10 della classifica FIMI degli album più venduti e certificato disco d’oro.

L’album contiene il brano “Ottima Scusa”, anch’esso certificato disco d’oro.

Nel 2018 arriva la collaborazione con i Subsonica, con i quali incide la traccia “Incubo” (contenuta nel disco “8” dei Subsonica) firmando un sodalizio che non si traduce solo in studio ma anche nella dimensione live: Willie, infatti, è ospite fisso di tutte le date nei palazzetti dello sport del tour del gruppo torinese. 

Il 25 ottobre 2019 esce il suo ultimo progetto discografico, “Iodegradabile”, album che ha esordito nella TOP 5 della classifica FIMI. Il disco è stato anticipato dal singolo “La Tua Futura Ex Moglie”, brano certificato ORO che ha ottenuto un ottimo riscontro sui principali network radiofonici e ha totalizzato oltre 10 milioni di stream su Spotify.

Il brano (in uscita il 20 novembre) è stato scritto da Giordana (che ha curato testo e musica con Antonio Iammarino e la produzione con Federico Nardelli e Giordano Colombo) durante il lockdown, in un periodo in cui si alternava tra la scrittura di nuove canzoni e la preparazione degli esami universitari (Facoltà di Lettere).

 

 

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