SANREMO 2025 dalla A alla Z

Si conclude la 75° edizione del Festival di Sanremo. Abbiamo voluto giocare con le lettere e le parole e vi salutiamo così.
A come Amadeus. Il paragone è stato fisiologico, soprattutto in due occasioni: quando all’inizio la RAI ha annunciato che non avrebbe paragonato gli ascolti dei Festival (cosa che non è successa soprattutto perché gli ascolti di questi giorni sono stati tutto fuorché più bassi) e quando Simone Cristicchi ha detto che nel festival di Amadeus si sarebbe sentito a disagio.
B come Bianca Balti: ma anche B come brava che nel giorno della sua conduzione ha cercato di fuggire dalla retorica della guerriera in relazione alla malattia che sta affrontando.
C come Carlo Conti: ma anche come conduzione, che quest’anno ha assunto il suo significato originale. Carlo Conti ha condotto e condurre vuol dire traghettare, portare, assumere il controllo. Gli sono state mosse delle critiche rispetto alla maniera tradizionale di fare tv, nel rispetto massimo dei tempi sembra quasi assurdo parlarne come se fosse un problema. Ma il palco dell’Ariston ha accolto da qualche anno la variabile dell’imprevisto, di cogliere uno spunto e farci uno spettacolo attorno. E questa cosa Conti non la fa accadere.
D come Dopofestival: un esperimento che non abbiamo capito quanto sia effettivamente riuscito. Cattelan, che tra i suoi ospiti aveva Selvaggia Lucarelli (e tanto basta per attirare l’attenzione dei più), ha tentato di allungare il brodo tenendo però la stessa impostazione del suo compagno più grande.
E come Elodie: siamo d’accordo che rimane la prima dea tra le artiste contemporanee che hanno calcato il palco di Sanremo. La sua presenza scenica rimane tra le più centrate.
F come Tony Effe: dopo l’annuncio degli artisti in gara, nella mia testa si prefigurava il prosieguo del dissing con Fedez. Ah, ma Fedez inizia con la F. Il suo percorso è stato lineare, ha tra i brani migliori del Festival ma paga le conseguenze del trambusto delle ultime settimane.
G come Giorgia: scrivo questo pezzo durante la finale del Festival. Alle 22:43 dico che Giorgia sarà nella Top 5 del Festival. Chissà se lo vince pure. Il suo ritorno, dopo qualche anno di stop, ha fatto bene alla scena musicale di un paese come l’Italia che ancora fatica a riconoscere alle sue nuove interpreti la giusta importanza. Aggiornamento delle 01:20: Giorgia sesta.
H come Hunt, Rocco: un festival ricco di omaggi, soprattutto nella serata cover. E proprio nella serata del venerdì c’è stato l’omaggio migliore, quello di Rocco Hunt e Clementino a Pino Daniele. Tra i momenti più commoventi di questa edizione.
I come Irama. Senza infamia e senza lode questo Festival di Irama, dopo una serie di edizioni tutte centrate. Intanto annuncia San Siro, a giugno.
L come Achille Lauro e come Lucio Corsi ma non come Brunori SAS. E io colgo l’occasione per dire tra queste righe che Lauro, Corsi e Brunori sono stati i miei preferiti: tre pezzi perfetti in testo, musica e intenzioni.
M come Marcuzzi, Alessia: un uragano di energia nella sua puntata finale. Inizia impacciata, poi si scioglie. Se lo meritava? Sì.
N come NOEMI: tra le veterane in quanto a partecipazioni al Festival di Sanremo. E la voce più riconoscibile di tutte. Ci chiediamo perché non riesca a chiudere il cerchio, a unire i puntini, a trovare una quadra.
O come Olly: 00:57 ed ecco l’altro artista in Top 5. Un Festival esemplare per Olly che dopo due anni ha guadagnato popolarità, sold out e classifiche. Aggiornamento delle 01:20: arriva in Top 5. 01:40: HA VINTO.
P come Mariasole Pollio che voleva dedicare il Festival a sua nonna ma Carlo l’ha preceduta e lo ha detto lui, per lei. Q come Quando c’era lui. Vai alla lettera A.
R come Rkomi: anche Cattelan nell’ultima puntata prende in giro Rkomi per la sua dizione. Ma ci ride anche lui e ci ridiamo tutti. E “Il ritmo delle cose” all’ultimo ascolto sul palco vince il premio per il pezzo che è cresciuto di più.
S come Serena Brancale: felicissimi di vederla lì. Serena Brancale ha una voce blues e ascoltarla al piano nella serata cover è stata una benedizione.
T come Joan Thiele: in fin dei conti la rivelazione del Festival. Per grazia, tenerezza e bravura.
U come Uomini: ancora una volta ne arrivano 5 alla fine. Uomini. Nel senso di maschi.
V come voce: lo strumento tramite cui abbiamo ascoltato le canzoni.
Z come ZZZ: noi andiamo a nanna. È stato bello, come sempre.