SANREMO 2020: Le pagelle della prima serata

SANREMO 2020: Le pagelle della prima serata

Al via il 70esimo Festival della canzone italiana. Pronti a partire, sia gli artisti, sia noi.

Siamo ai blocchi di partenza del 70esimo Festival della Canzone Italiana. Questo sarà un festival di novità. La prima è la conduzione e la direzione artistica affidata ad Amadeus, per la prima volta in veste di presentatore del concorso canoro più importante d’Italia. Novità anche per quanto riguarda le donne: Diletta Leotta e Rula Jebreal sono state le regine di questa prima serata. Ospite fisso Fiorello, pronto a regalare risate. Novità anche nell’organizzazione. Quest’anno non si esibiranno subito tutti gli artisti in gara, ma inizieranno in 12 stasera e saranno votati solamente dalla giuria demoscopica. Per quanto riguarda i giovani, gli artisti si sfideranno in un testa a testa. Due coppie stasera e due coppie domani.

A dare giudizi per noi ci saranno Andrea e Ferro, che ascolteranno con attenzione i brani, pronti a non risparmiare nessuno.

SANREMO 2020 SEZIONE CAMPIONI

IRENE GRANDI – Finalmente io

Ferro: Si sente forte la presenza di Vasco in questo brano. Dal testo alle sonorità, è tutto molto rock. Interpretazione magistrale della Grandi, una vera bomba atomica, ma forse gli manca un po’ di legame tra strofa e ritornello.

Voto: 7 ½

Andrea: Basso e batteria in primo piano, Irene rispolvera la sua primigenia grinta rock coadiuvata un pezzo firmato (anche) da Vasco Rossi, dove nel ritornello esplodono gli archi. Linea melodica però non indimenticabile, sound retro e un po’ slegato.

Voto: 6 ½ 

MARCO MASINI – Il Confronto

Ferro: ritornello troppo nasale, ha voluto strafare con l’estensione e non l’ha aiutato. Brano con poco potenziale, poche emozioni. Ma solo a me il coro è sembrato fuori tempo?

Voto: 5 ½

Andrea: Masini fa il bilancio con sé stesso e i 30 anni della sua (onorevolissima) carriera. Proprio per questo meritava un brano più corposo ed emozionante di questo, scritto con Federica Camba e Daniele Coro, che musicalmente non trova una direzione precisa e viaggia nel limbo senza infamia e senza lode, nonostante il suo carisma riesca in parte a risollevarlo nella dimensione live.

Voto: 6+

RITA PAVONE – Niente (RESILIENZA 74)

Ferro: Ma che energia ha sprigionato la Pavone! Peccato che più della metà delle parole non si sono capite. Ma apprezziamo la forza. Arrangiamento troppo confusionario. Voce che ogni persona superati i 70 anni vorrebbero avere.

Voto: 5 ½

Andrea: “Bentornata, Rita!” le gridano dalla platea (mancava dalla gara da 47 anni). E hanno ragione, con buona pace delle polemiche. A 74 anni suonati ha grinta e voce da vendere a tante ventenni. Peccato che il brano pop-rock firmato dal figlio Giorgio Merk sia musicalmente un po’ fracassone e con una linea melodica zoppicante. Standing ovation dell’Ariston per la voce e per la carriera, ci auguriamo.

Voto: 5 ½ (8 alla voce) 

ACHILLE LAURO – Me Ne Frego

Ferro: gli darei 4 solo per come si è presentato sul palco. Il brano è lo stesso dell’anno scorso, ma proprio uguale. Ma nonostante questo è un brano che spinge forte. Alla fine, Achille deve puntare sullo shock, ma sul palco dell’Ariston forse è meglio puntare sulla musica.

Voto: 6 ½

Andrea: Dopo “Rolls Royce” era difficile tornare al Festival: “Me ne frego”, al netto dell’esibizione live volutamente provocatoria, mischia come il predecessore rock ed elettronica ma con meno grinta e meno effetto sorpresa (anzi, ne sembra il remix 2.1). Orecchiabile e con un buon crescendo ma non svetta come vorrebbe.

Voto: 6 ½

DIODATO – Fai Rumore

Ferro: Brano classico sanremese. Bella voce, giro semplice. Si è comportato come un cantante che sale sul palco dell’Ariston deve comportarsi, pulito ed educato, senza fronzoli. Ma credo manchi una spinta, qualcosa di nuovo.

Voto: 6 ½ 

Andrea: Mi sbilancio, questo suo terzo Festival sarà finalmente la consacrazione: una power ballad da brividi in crescendo cantata divinamente. Classe, senza la volontà di voler strafare a tutti i costi.

Voto: 7 ½ 

LE VIBRAZIONI – Dov’è

Ferro: la mossa del linguaggio dei segni ha fatto il suo. Ma il brano poteva dare qualcosa di più. Le Vibrazioni sono grandi musicisti, e dovevano tirar fuori qualcosa di innovativo. Testo ripetitivo, tanto, troppo ripetitivo. Nel complesso, discreti.

Voto: 6 ½

Andrea: Difficile non indovinare il titolo, visto che Francesco lo ripete tipo 14mila volte. Ballad pop-rock corposa e melodica che non trova però sul palco dell’Ariston il suo contesto migliore per spiccare.

Voto: 6 ½

ANASTASIO – Rosso di Rabbia

Ferro: intro con chitarre elettriche cazzutissimo. E il resto non è da meno. Il ritornello è fenomenale, le strofe sono rappate come si deve, e l’assolo di chitarra alla fine è una chicca. Incastri perfetti, non c’è un momento sottotono. Grande Nasta!

Voto: 8

Andrea: Guidato da un riff di chitarra anni ’70, il vincitore di X-Factor 2018 porta anche all’Ariston il suo rap crudo e intenso, con un ritornello ruffiano e potente quanto basta ma non esplode mai davvero, manca il guizzo finale. Ha saputo regalare molto più pathos in altre occasioni. Non è una canzone che sulla carta potrebbe vincere il Festival, vedremo se farà la rivoluzione…

Voto: 6 ½ 

ELODIE – Andromeda

Ferro: il testo di Mahmood le veste perfettamente, quasi come il vestito che indossa. Ritmo dance, cassa in quarti e drop da paura. Va forte fino al primo ritornello ma perde interesse dal secondo in poi. Potrebbe dare di più la ragazza.

Voto: 7

Andrea: Con la firma dei vincitori uscenti Mahmood e Dardust non poteva non portare un pezzo super stiloso.  La costruzione musicale non è lineare ma fra le più interessanti del lotto, con un bridge spiazzante e un ritornello potente, ritmiche quasi tribali ed elettronica. Il rischio è che all’ascoltatore medio suono tutto un po’ “too much”. Radio e piattaforme streaming lo consumeranno, ma sull’Ariston on è detto che arrivi in zona Champions.  La resa vocale live meno sicura di quanto ci si aspettasse (o forse si sente troppo il richiamo della voce di Mahmood).

Voto: 7-

BUGO E MORGAN – Sincero

Ferro: Brano super elettronico. Morgan si muove sul palco come se fosse sul palco di San Siro, e fa bene, un po’ di movimento ci vuole. Bugo più ordinato, ma non passivo, anzi, è in contrasto perfetto con il suo compagno di palco. La canzone riprende sonorità alternative.

Voto: 7

Andrea: Complicità artistica e umana per un midtempo dal sound anni ’80 e con un refrain che entra in testa; divertimento e riflessione che tenta di unire ruffianeria radiofonica e cantautorato sbarazzino. E a tratti ci riesce anche.

Voto: 6 ½ 

ALBERTO URSO – Il Sole ad Est

Ferro: Amo i cantanti lirici, spesso mi creano forti brividi. Ma questo Alberto Urso non mi ha convinto a fondo. Il suo brano, o meglio, la sua voce dovrebbe creare più emozioni. Invece la sua performance è stata un po’ anonima. Sufficiente ma non di più.

Voto: 6

Andrea: Il tenoretto vincitore della scorsa edizione di Amici sembra posseduto dallo spirito di Josh Groban e ci inonda di pathos e di melodia classica. Classico con stile, fin troppo barocco, quindi perfetto per l’Ariston e i nostalgici, potrebbe anche fare il colpaccio…

Voto: 6 ½ per la coerenza

RIKI – Lo sappiamo entrambi

Ferro: Perché diavolo ha usato quell’effetto sulla voce? Che bisogno c’era? Anche lui poco convinto sul palco.

Voto: 4 ½

Andrea: Dal Sud America ce l’hanno rispedito indietro, dritto sul palco del Festival, con una ballata strappa-mutande ricca di sospiri, iati e colate di auto-tune, per il ludibrio di zie e nipotine.

Voto: 5

RAPHAEL GUALAZZI – Carioca

Ferro: Il brano ha un sound brasiliano che ti fa muovere le gambe in continuazione. La sezione di fiati è fenomenale, azzeccatissima. Ma l’assolo di pianoforte? Una vera bomba!

Voto: 8

Andrea: Profumo di Cuba per un inedito Gualazzi, che porta una ventata di freschezza e divertissement (stavo per dire financo sensualità ma mi pare esagerato…) ma che non trova una vera e propria dimensione.

Voto: 6+

SANREMO 2020 SEZIONE NUOVE PROPOSTE

EUGENIO IN VIA DI GIOIA – Tsunami

Ferro: Brano dal ritmo travolgente. Può sembrare un brano leggero, ma il testo non è per niente scontato. Coinvolgente l’esibizione dei ragazzi sul palco, che arrivano suonando qualsiasi oggetto possibile (una tastiera del computer?)

Voto. 7

Andrea: Ironici, divertenti, travolgenti. La band torinese di gavetta ne ha macinata tanta, tanto che qualcuno si è chiesto perché loro fossero fra i Giovani e gente con meno pedigree sia nei Big. Il brano in gara parla di temi importanti con apparente leggerezza e tanto ritmo ma l’impressione è che ci sia persino troppa roba dentro, rischiando di sfuocare il contenuto. Resa live migliore della serata di dicembre e una menzione particolare perché hanno rotto il ghiaccio di questo 70° Festival.

Voto: 6 ½

TECLA – 8 Marzo

Ferro: voce fortissima, testo complesso ma con un messaggio molto diretto. Lei forse troppo timida sul palco, ma con un brano del genere è inevitabile.

Voto: 6

Andrea: La vincitrice di Sanremo Young ha 15 anni e canta già con tanta (troppa) maniera un brano troppo impegnato per la sua età, che potrebbe essere credibile se lo cantasse Fiorella Mannoia. La voce non è nemmeno male (ricorda un’acerba Arisa) ma il risultato finale sa troppo di costruito e fittizio.

Voto: 5 ½

FADI – Due noi

Ferro: Un brano carino, ma niente di particolarmente nuovo. La sua presenza sul palco è di un livello discreto.

Voto 6 ½

Andrea: Il cantautore italo-nigeriano cresciuto a Riccione propone un brano semplice, melodico e orecchiabile, con strofe completamente inutili ma con un refrain irresistibile, “per le strade di Bologna”.

Voto: 7-

LEO GASSMAN – “Vai Bene Così”

Ferro: Estensione vocale da paura. Bella presenza sul palco. Il coro ha aiutato tanto per dare più pathos al brano.

Voto: 7

Andrea: Cognome pesante da portare ma Leo dimostra di esserselo meritato da solo il palco dell’Ariston. Il brano è fin troppo teatrale e sanremese e non basta aggiungerci in coda cori pseudo-tribali da la Re Leone per provare a dargli colore e spessore.

Voto: 6+

 

 

 

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