Recensione: TOMMASO PARADISO – “Sensazione stupenda”

Recensione: TOMMASO PARADISO – “Sensazione stupenda”

È strana la sensazione che mi suscita Paradiso. Questo suo nuovo disco “Sensazione stupenda” è solo il suo secondo album solista ma la mia percezione è quello che sia almeno il suo decimo disco. 

Forse i mille singoli fatti, forse la vita musicale insieme ai The Giornalisti, forse la mia non giustificabile non sopportazione della sua vocalità. Il risultato è che mi sembra che Paradiso ci sia da sempre e questa non è una sensazione stupenda. 

A prescindere da questo preambolo soggettivo e non oggettivo questa sua seconda prova è molto meglio del suo debutto e molto meglio di tanti singoli inutili disseminati qua e là nel tempo. 

Paradiso ha voluto mettere insieme un progetto coerente che parli di un quarantenne che cerca di trovare un giusto equilibrio rispetto a una vita spesso al limite vissuta nei decenni precedenti.
Una nuova consapevolezza alle prese con la quotidianità, con attimi di vita e momenti di assoluta gioia e contentezza che si intercalano con frammenti di dolore, con il quale riconciliarsi per dare spazio al cambiamento. Una positività a volte stucchevole che vuole trasformare anche i momenti più cupi in positivo.

Una maturazione anagrafica che alla fine non soffoca la sua voglia di essere per sempre ragazzo. 

Sotto il profilo delle liriche c’è poco da disquisire, lui arriva: “Foglie sdraiate Che aspettano il vento, Rimesse di barche Asciugate a metà, Transenne che bloccano il centro, Per qualche ragione, Io ti aspetto fumando, Sui gradini di un bar” è una gran bella poetica pop, cosi come: “Figlio del mare, Distratto sedotto, rincoglionito, Non sai camminare, Perché hai piedi in cielo, Ma moriresti solo, N’goppa sta terra”. 

E poi Paradiso ci sa fare con il romanticismo, conosce alla perfezione i meccanismi per ammaliare e vince facile: “L’ultimo pensiero sei tu, È che quando chiudo gli occhi la sera, L’ultimo pensiero sei tu”.

Musicalmente invece Paradiso affonda le mani nella tradizione musicale italiana e nei suoni anni ottanta e primi anni novanta. I tappetoni synth sono ogni presente e la sua forma musicale è abbastanza scontata e ripetitiva. 

Ci si può sentire Vasco, ci può’ sentire Carboni, pure Springsteen nell’inizio di Quando si alza il vento. Ma alla fine tutto viene Paradisizzato, e questo forse è un suo pregio, l’essere unico e sempre riconoscibile.  

Quello che non mi piace di Paradiso è la sua prevedibilità. Mi aspettavo un disco così e così è stato.
Unica variazione al tema il finale strumentale de “L’ultimo valzer”, quasi un esercizio di stile orchestrale alla Tenco, forse per fare vedere anche la sua versatilità musicale?

Volevo essere stupito, smentito, sorpreso ma alla fine, purtroppo, non è stata una sensazione stupenda e stata la solita sensazione. 

SCORE: 6,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Trieste – La canzone di Andrea – Figlio del mare 

DA SKIPPARE SUBITO

46 minuti sono troppi per più di due ascolti. Il terzo non ce la faccio

TRACKLIST

SENSAZIONE STUPENDA
BLU GHIACCIO TRAVOLGENTE
VIA
TRIESTE 
INTERLUDE
VIAGGIO INTORNO AL SOLE
LYN
LA CANZONE DI ANDREA
AMORE INDIANO 
PER SEMPRE RAGAZZI
QUANDO SI ALZA IL VENTO
FIGLIO DEL MARE
L’ULTIMO VALZER

DISCOGRAFIA

2022 – Space Cowboy
2023 – Sensazione stupenda

I VIDEO 

WEB & SOCIAL 

 

 

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