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Recensione: MARK PRITCHARD & THOM YORKE – “Tall Tales”

MARK-PRITCHARD-THOM-YORKE-Tall-Tales

Mutazioni musicali, nuove interconnessioni, archeologia strumentistica e visioni: l’essenza di “Tall Tales”, album d’esordio collaborativo tra il producer Mark Pritchard e Thom Yorke, si condensa in una narrazione distopica che rifrange l’ansia contemporanea attraverso filtri elettronici, armonie disarticolate e architetture sonore dissonanti.

“Tall Tales” è una sinfonia post-umana in dodici movimenti, dove la voce di Yorke– talvolta decontestualizzata, altre volte filtrata come un’eco lontana – si fa oracolo di una civiltà al collasso. L’elettronica analogica di Pritchard agisce come un paesaggio mentale rarefatto, popolato da droni sinistri, sintetizzatori fuori tempo massimo, e timbriche organiche mutate, deformate, quasi disciolte nel magma digitale.

Brani come A Fake in a Faker’s World o Ice Shelf disegnano scenari glaciali, sospesi in un eterno presente allucinato: Yorke vi si aggira come uno spettro errante, a tratti evangelico, a tratti disumanizzato. L’incipit del disco funziona da manifesto sonoro: minimalismo inquieto, pulsazioni in ritirata, glitch percettivi che collassano il tempo. L’assenza di percussioni in Ice Shelf acuisce una sensazione di spaesamento acustico, come se l’intero album fosse una chiamata d’allarme persa nel vento artico.

Eppure, in questo universo sonoro post-apocalittico, affiorano squarci ritmici di sorprendente vitalità. Back in the Game e Gangsters recano in sé il germe di una fisicità distorta, danzante e autodistruttiva, dove Yorke riesce a trasformare nichilismo e repulsione in espressione coreutica. Le sue liriche si muovono tra cronache interiori e personaggi allucinati, evocando oligarchi digitali, IA cannibali, e un’umanità ridotta a ologramma.

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Non meno rilevante è il contributo di Jonathan Zawada, artista visivo che firma l’apparato visuale dell’album con una serie di video disturbanti, generativi, in cui l’universo di Tall Tales prende forma come una mitologia sintetica. La triangolazione Pritchard-Yorke-Zawada funziona come un organismo unitario: ciascun elemento rafforza l’altro, generando un discorso transmediale sulla rovina e sul desiderio di redenzione.

Spiccano momenti di fragile empatia come White Cliffs e The Spirit, dove la voce di Yorke risuona limpida, quasi arresa, sopra un tessuto armonico che si fa carezza sintetica. Lì dove il disco rischierebbe di implodere nella propria gravitas, irrompe una luce discreta, malinconica, ma capace di ridare fiato al respiro.

Tall Tales non è un semplice album collaborativo: è una cartografia dell’angoscia, una elegia post-industriale che suona come un requiem per il presente.

In un’epoca dominata dal rumore e dall’oblio algoritmico, la coppia Pritchard-Yorke ci invita a ritagliarsi un’ora di tempo per un ascolto radicale, difficile, ma necessario.

DA ASCOLTARE SUBITO

A Fake in a Faker’s World – Ice Shelf – This Conversation is Missing Your Voice

DA SKIPPARE SUBITO

Non necessario lo skip. 

SCORE: 8,00

A Fake in a Faker’s World
Ice Shelf
Bugging Out Again
Back in the Game
White Cliffs
The Spirit
Gangsters
This Conversation is Missing Your Voice
Tall Tales
Happy Days
The Men Who Dance In Stags’ Heads
Wandering Genie

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

MARK PRITCHARD

1993 – A Collection of Short Stories by Reload
1994 – 76:14 by Global Communication
1996 – New School Science by Jedi Knights
2002 – Extraordinary People by Harmonic 33
2004 – Time Out of Mind as Troubleman
2005 – Music for Film, Television & Radio Volume One as Harmonic 33
2008 – When Machines Exceed Human Intelligence as Harmonic 313
2011 – 93 Million Miles by Africa Hitech
2016 – Under the Sun
2016 – Under the Sun: Expanded Vol. 1
2018 – The Four Worlds
2025 – Tall Tales (with Thom Yorke)

TOM YORKE

2006  – The Eraser
2014 – Tomorrow’s Modern Boxes
2019 – Anima 
2025 – Tall Tales (with Mark Pritchard)

VIDEO 

WEB & SOCIAL 

https://www.instagram.com/markpritch/
https://www.instagram.com/thomyorke/

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