Recensione: MANNARINO – “V”

Venere, Voce, Vita, Ventre, Valore, Volume, Veleno, Violenza, Villaggio, Vertebre, Vagina, Vulcano, Vagabonda, Vento, Vene, Vegetazione, Vanità, Verbo, Verità. Diciannove parole che iniziano con la “V” alle quale ne aggiungerei una forse essenziale per raccontare questo nuovo disco di Mannarino, ovvero V come Viaggio! 

“V” è il nuovo album di Mannarino, a mio parere un nuovo suo viaggio  tra la musica e le sue mille pieghe interpretative ed emozionali.
Un viaggio intorno al mondo alla ricerca dell’umanità che parte dall’Africa, l’attraversa a livello concettuale e dei suoni, per poi arrivare nelle Americhe, in Oriente e in Europa. 

Un disco che parla le lingue del mondo. Mannarino va alla ricerca della sorgente tribale e atavica dell’umanità, proposta come unico e potente antidoto contemporaneo alla brutalità del disumano. Natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna, sono questi solo alcuni dei temi affrontati dal cantautore nel disco più politico e visionario della sua carriera dove l’amore, l’irrazionale e un senso magico della vita diventano strumenti reali di decolonizzazione del pensiero e di resistenza umana.

Questo taccuino sonoro di viaggio trova anche riscontro nei luoghi dove MANNARINO ha registrato il disco: New York, Los Angeles, Città del Messico, Rio De Janeiro, l’Amazzonia e l’Italia e anche nel coinvolgimento – su alcuni brani – dei produttori internazionali Joey Waronker (Beck, REM, Atoms for Peace) e Camilo Lara (Mexican Institute of Sound) oltre che di Tony Canto e Iacopo Brail Sinigaglia,

Sotto il profilo musicale “V” è ricco di ricerca e di suoni del mondo (è intriso di suoni di foresta e voci indigene registrate in Amazzonia). Una sorta di compendio della word music sulle quale è adagiata la capacità cantautoriale di Alessandro. 

Un disco impegnativo. Non da ascoltare in modo distratto e superficiale. 

SCORE: 7,00

DA ASCOLTARE SUBITO

DA SKIPPARE SUBITO

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