Recensione: FRANCESCO GUCCINI – “Canzoni da intorto” [Traccia per traccia]

Recensione: FRANCESCO GUCCINI – “Canzoni da intorto” [Traccia per traccia]

Dieci anni, nella musica, sono una eternità. Rispetto a dieci anni fa la musica è cambiata nello stile ma anche nei formati e soprattutto nel modo di ascoltarla e fruirla. 

Questo però non interessa a Francesco Guccini. Lui torna a fare musica dopo dieci anni dall’ultima volta e torna a farlo a suo modo, come ha voglia, come si sente, seguendo il suo istinto e senza porsi grandi domande.

Lo streaming? Cosa è?

Ha detto durante la conferenza stampa di presentazione di “Canzoni da intorto”. 

Progetto speciale, unico nel suo genere, uscirà solo in vinile ed è quasi come un concept album.

11 brani appartenenti alla cultura popolare, con arrangiamenti dal richiamo balcanico e folk. Una raccolta delle canzoni del cuore di Guccini, arrangiate e interpretate in una veste nuova.
Un disco che ha valore culturale e educativo, all’interno del quale il Maestro ci accompagna a conoscere pietre preziose della musica italiana e internazionale con le quali GUCCINI ha dato vita a una sorta di biografia musicale.

Il titolo è un’illazione maliziosa anche se parzialmente affettuosa. Significherebbe che le canzoni da me spesso cantate in allegre serate con amici, servissero solo ad abbindolare innocenti fanciulle le quali, rese vittime dal fascino di quelle canzoni, si piegavano ai miei turpi voleri e desideri. Ammetto che un paio di canzoni qui presenti, forse, potrebbero essere state usate alla bisogna, ma solo per un paio di volte e non di più.

Un disco per ammaliarci e non tanto per abbindolarci alla bisogna.
Un disco fatto come una volta … tutto da ascoltare, dall’inizio alla fine! 

TRACCIA PER TRACCIA 

1.      MORTI DI REGGIO EMILIA (Per i morti di Reggio Emilia)

Ritmo incalzante, fisarmonica e percussioni: è con questa storica ballata popolare, tra riferimenti storici alla guerra e alla Resistenza, che Francesco Guccini sceglie di aprire le porte del suo nuovo progetto discografico. Scritta da Fausto Amodei – cantautore torinese – la canzone ha origine dagli eventi tragici accaduti a Reggio Emilia il 7 luglio 1960, in occasione dei moti popolari contro il governo di Fernando Tambroni che coinvolsero molte città italiane con scontri sanguinosi, morti e feriti, e che portarono alla Strage di Reggio Emilia.

2.      EL ME GATT

Dalla scuola di Milano arriva EL ME GATT di Ivan Della Mea, che in questo brano abbandona la sua vena politica per raccontare una vicenda tragicomica, semplice ma disarmante: una vecchia uccide il gatto di un giovane ragazzo che si vendica picchiandola. La melodia qui è malinconica, appoggiata sul suono grave e cadenzato dei fiati. Sorprende la modalità del racconto, cruda e diretta, in dialetto milanese.

Io sono un gattaro, ho sempre avuto a che fare con gatti (attualmente ne ho tre: Paurina, Bianchina e Stagno), quindi ho fatto mia questa bella canzone”. 

3.      BARUN LITRUN

Canto popolare epico-lirico, in questa rivisitazione la chitarra acustica fa da padrona, accompagnata da percussioni, fisarmonica, cori, a sottolinearne la leggendarietà. Conservato nell’opera I canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra, racconta la storia del barone Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, militare di origine germanica, già a 14 anni al servizio dei Savoia, nominato governatore di Cuneo. Difende con successo la città da un’armata franco-spagnola e da quel momento è inarrestabile e invincibile, entrando così nella fama popolare. Da anziano, in punto di morte, riceve la visita del Re Carlo Emanuele III e il loro dialogo virile, quasi da western, entra a far parte del testo di questo celebre brano.

4.      MA MI

Entrata a far parte del repertorio tradizionale delle canzoni popolari milanesi e in quello della Resistenza, MA MI ha qui il carattere sonoro di una divertente “ballatona”. È la storia di un partigiano catturato dai nemici, che resiste quaranta giorni e quaranta notti alle percosse dei carcerieri neri e alle lusinghe del commissario, senza confessare o rivelare nulla sui suoi compagni.

5.      TERA E AQUA (Polesine acqua e tera)

Con le parole in veneto polesano di Gigi Fossati, giornalista e poeta vicentino, Guccini inserisce in CANZONI DA INTORTO un brano – costruito su una rete di particolarissimi effetti sonori – che guarda al sociale e racconta:

La genesi di Polesine, o Tera e aqua, mi affascinava. Si diceva che il testo, vergato su un semplice foglio di quaderno, fosse stato lasciato sulla scrivania di Liberovici, che lo aveva musicato”.

6.      LE NOSTRE DOMANDE

Una canzone d’amore, forse l’unica del disco, che si fa largo tra sognanti cori di voci femminili. Il testo – scritto dal poeta Franco Fortini – vero, vicino alla realtà, tanto essenziale quanto speciale, è cantato nella versione storica da Margot (Margherita) Galante Garrone, regista, interprete e cantautrice. Ricordo di gioventù di Francesco Guccini, LE NOSTRE DOMANDE era all’interno di un LP regalatogli da una compagna d’università con cui studiava in preparazione degli esami.

7.      NEL FOSCO FIN DAL SECOLO (Nel fosco fin dal secolo morente)

Di questo brano non sono mai riuscito a scoprire nulla, né il vero titolo, né l’autore. Ho sempre definito questo inno, però, come ‘la nonna della mia Locomotiva’ per lo stile retorico, quasi tragico, di certi versi” – spiega Guccini. Canto di rivolta, il tema centrale è l’avvento della dinamite, che diventò in quegli anni – oltre che strumento per la carica esplosiva e mezzo per sfondare la roccia, oggetto di saggi e canzoni.

Avevo alle superiori una professoressa di lettere, tale Dina, il cui vero nome, avrei saputo anni dopo, era proprio Dinamite”. 

8.      GREEN SLEEVES

Celebre melodia popolare di tradizione inglese – qui intervallata da fraseggi di suggestivi e coinvolgenti cori di voci femminili – la leggenda narra che a comporla sia stato il Re d’Inghilterra Enrico VIII per la sua futura consorte Anna Bolena, decapitata poi per tradimento dallo stesso Re. Le “maniche verdi” appartenevano alle vesti delle cortigiane che le macchiavano giacendo nell’erba. In realtà è più probabile che l’anonimo autore, forse un amante tradito da una donna, abbia scritto questa canzone verso la fine del XVI secolo, successivamente quindi alla morte di Enrico stesso.

Andava in onda alla televisione, la domenica mattina, una trasmissione intitolata ‘A come agricoltura’ la cui sigla, solo suonata, era Green Sleeves.
elle dieci strofe e più che costituivano il componimento originale ne conoscevo e ne cantavo solo tre.

Non so dove abbia imparato quei versi, né esattamente quando. Solo recentemente ho scoperto che la linea melodica fa parte della struttura di Amsterdam di Jacques Brel.” – racconta Francesco Guccini.

9.      QUELLA COSA IN LOMBARDIA

Scritta dal poeta Franco Fortini e dal musicista Fiorenzo Carpi, questa canzone racconta di un amore fisico, autentico, rubato in un albergo a ore o in automobile o sull’erba gelata di una periferia. Un amore di fretta e necessità che rende QUELLA COSA IN LOMBARDIA l’opposto di quello che erano i brani sdolcinati, in radio e in televisione.

Chi ha scritto ‘sono solo canzonette’ sbagliava o non ha mai ascoltato queste canzoni”.

10.  ADDIO A LUGANO (Addio Lugano bella)

Poesia anarchica – datata 1895 – scritta da Pietro Gori nella settimana trascorsa in carcere per un ordine di espulsione, Addio Lugano bella venne dapprima tramandata oralmente, per poi diventare nel 1899, sull’aria di un canto popolare toscano, una canzone trascritta nel Canzoniere ribelle, patrimonio dell’intero movimento operaio italiano, da cui Francesco Guccini sceglie di attingere ricostruendo il brano su toni melodici divertiti e divertenti.

11.  SEI MINUTI ALL’ALBA

Chiude CANZONI DA INTORTO l’importante interpretazione di Guccini del brano storico scritto da Enzo Jannacci SEI MINUTI ALL’ALBA. La canzone, in dialetto milanese, è dedicata al padre partigiano di Enzo e rende giustizia con grande consapevolezza e rispetto, ai temi popolari e della Resistenza.

SCORE: 7,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Tera e aqua – Green Sleeves – Sei minuti all’alba

DA SKIPPARE SUBITO

Dai nulla! Non si skippa il Maestro! 

DISCOGRAFIA

1967 – Folk beat n. 1
1970 – Due anni dopo
1970 – L’isola non trovata
1972 – Radici
1974 – Stanze di vita quotidiana
1976 – Via Paolo Fabbri 43
1978 – Amerigo
1981 – Metropolis
1983 – Guccini
1987 – Signora Bovary
1990 – Quello che non…
1993 – Parnassius Guccinii
1996 – D’amore di morte e di altre sciocchezze
2000 – Stagioni
2004 – Ritratti
2012 – L’ultima Thule
2022 – Canzoni da intorto

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