RECENSIONE: BILLIE EILISH – “Happier Than Ever”

RECENSIONE: BILLIE EILISH – “Happier Than Ever”

Billie Eilish è tornata con un disco potente e vulnerabile, fragile e risoluto: “Happier Than Ever“.

Un omaggio a sé stessa, alla propria identità come giovane donna che si affaccia sul mondo e si deve scontrare con dei giganti giorno dopo giorno. Un viaggio alla scoperta dell’autoriflessione.

Pochi artisti hanno il coraggio, la voglia e la voce di mettersi a nudo auto analizzandosi fino in fondo, fino all’ultimo granello della propria essenza. Billie Eilish ci riesce benissimo e lo fa con una naturalezza e una maturità sorprendenti nel suo ultimo progetto discografico, prodotto dal fratello e stretto collaboratore Finneas e rilasciato su etichetta Interscope Records.

Happier Than Ever” è un disco che spazia su più generi, dall’R&B patatinato alla Jorja Smith, alle ballad (in un formato ben poco tradizionale), passando per il rock, la bossanova, il l trip-hop, e quell’electro-pop psichedelico che aveva in parte definito il suo debutto dei record: “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” Nel 2020, l’EP in questione la consacrò definitivamente e la lanciò in quella macchina tritacarne che è l’industria musicale. Durante la pandemia, Billie si è chiusa nello studio sotterraneo del fratello per raccontare la sua verità, ergo le pressioni legate alla fama, gli abusi subiti e la necessità di essere sempre perfetta e all’altezza delle aspettative della società in ogni momento e i condizionamenti che questo comporta sulle giovani donne che vogliono emergere nella musica.

Dalla straziante presa di coscienza sul turbolento passaggio all’età adulta (“Getting Older“), alla rivendicazione della propria libertà (“my future“); dalla percezione del successo sui social media (“Overheated“) all’ironia malinconica sul senso della vita (“Everybody Dies“). Dai riferimenti espliciti al sesso (quell’ “Oxytocin” nominato nella canzone è considerato l’ormone dell’amore per eccellenza) all’abuso di potere, sessuale e psicologico, in una coppia (“Your Power“), fino all’inevitabile e conseguente rottura che porta con sé un marcato senso di rivalsa (“Happier Than Ever“).

L’obiettivo della Eilish è stata proprio la creazione di un disco senza tempo, uscendo dai canoni tradizionali che definiscono cosa sia un album o meno, mescolando e sperimentando senza perdere le fila del discorso ed essendo coerente con sé stessa in primis. Influenzata dalle grandi voci calde dei crooner e dei torch singers degli anni ’50 e ’60, ma soprattutto lavorando senza pressioni di alcun tipo da parte della sua label, ha creato quello che può essere definito uno dei migliori dischi che il 2021 ha saputo regalarci.

Si prospettano dei mesi caldi per la pop star: a settembre Disney+ rilascerà il concerto-evento “Happier Than Ever: a Love Letter to Los Angeles” e nel 2022 l’attende un tour mondiale, che la vedrà calcare i palchi più importanti d’Europa, America ed Asia.

Non è semplice, ma Billie ci ha fatto l’abitudine. Ora ha il piede sull’accelleratore, ma alle sue condizioni. 

SCORE:  8,75

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