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Recensione: BENSON BOONE – “American Heart”

Benson-Boone-AMERICAN-HEART-album-2025.

Ci vuole un certo coraggio—o forse un “cuore americano”—per affrontare il delicato passaggio dal debutto acclamato alla prova del secondo atto.

Benson Boone, giovane astro in ascesa dopo “Fireworks & Rollerblades”, torna con “American Heart”, un disco che ambisce a consolidare la sua presenza nell’Olimpo del pop senza rinunciare a una timida evoluzione. Il risultato? Un lavoro dignitoso, ma non privo di contraddizioni, che oscilla tra lampi di autenticità e concessioni al formulario commerciale.

Boone, classe 2002, originario di Monroe (Washington), compirà 23 anni il prossimo 25 giugno. È giovane, ma non ingenuo. Il suo secondo lavoro non è una rivoluzione né un semplice compitino: è un album costruito con mestiere, consapevole dei suoi punti di forza – una vocalità d’impatto, un’apparenza fotogenica, un certo talento melodico – e attento a non scivolare nell’eccesso di patina.

Dieci brani che inseguono la nostalgia degli anni ’70 filtrata da una sensibilità contemporanea, come dimostrano Mystical Magical, Sorry I’m Here for Someone Else e Momma’s Song, una ballata sospesa tra pathos e teatralità, con più di un’eco mercuriana.

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Il disco si muove su coordinate ben riconoscibili: la narrazione autobiografica, il dolore come motore espressivo, la celebrazione della figura paterna e della working class americana – come nell’intensa Mr. Electric Blue, dedicata al padre, archetipo del bravo americano lavoratore, che diventa quasi una figura epica in salsa synth-pop. È forse il momento più compiuto del disco, quello in cui Boone riesce a incarnare un’identità personale, anche vocalmente, spingendosi al limite senza apparire costruito.

In “American Heart” ci sono anche le dinamiche emotive già esplorate, con un vocabolario sentimentale che tende all’enfasi e una certa prevedibilità melodica. Gli alti e bassi della sua vita amorosa sono un filo conduttore dell’album. Ha un imbarazzante incontro con un’ex fidanzata durante un appuntamento in un ristorante nell’incalzante brano d’apertura, Sorry I’m Here for Someone Else, e rimpiange la persona che era prima di una relazione che gli ha succhiato l’anima nella tormentata Man in Me

Boone, in fondo, è ancora alle prese con la definizione del proprio stile: guarda a Springsteen nella sua fisicità e nella narrazione dell’America di provincia, a Freddie Mercury per l’estro performativo e la teatralità (indimenticabile la sua cover di Bohemian Rhapsody al Coachella), a Billy Joel per l’eleganza e stile (ascoltate la finale Young American Heart per capire cosa dico). 

Boone non è una teen idol prefabbricata, e questo va riconosciuto. La sua traiettoria non è solo marketing ben oliato: c’è una tensione sincera verso l’autenticità, un’urgenza espressiva che, pur vestita di produzione radiofonica, resta riconoscibile. In questo senso, “American Heart” è un album di consolidamento più che di slancio, in cui si intravedono possibilità future interessanti, pur dentro un impianto che tende alla cautela.

Benson Boone ha tutte le carte in regola per piacere a un pubblico trasversale, senza scadere nella vacuità da copertina.
Il cuore c’è ed è un giovane cuore americano !!! 

DA ASCOLTARE SUBITO

Reminds Me Of You – Momma Song – Young American Heart 

DA SKIPPARE SUBITO

Una mezzoretta per capire dove sta andando il pop internazionale! 

SCORE: 7,25

Sorry I’m Here For Someone Else – Voto 7,25
Mr. Electric Blue – Voto 7,25
Man In Me – Voto 7,00
Mystical Magical – VOTO 7,00
Reminds Me Of You – VOTO 7,50
Momma Song – VOTO 7,50
I Wanna Be The One You Call – Voto 7,00
Wanted Man – Voto 7,00
Take Me Home Voto 7,00
Young American Heart  – VOTO 7,50

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

2024 – Fireworks & Rollerblades
2025 – American Heart

VIDEO 

WEB E SOCIAL

https://www.instagram.com/bensonboone

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