LA RUA: la musica è un’educazione che arriva senza chiedere permesso

LA RUA: la musica è un’educazione che arriva senza chiedere permesso

Tornano i La Rua con il coraggio di esser coerenti sempre.

I La Rua reduci dal Sanremo Giovani World Tour si raccontano senza riserve. La band capitanata da Daniele Incicco ha ancora una volta la capacità di porre il focus sul mondo interiore ma anche su una generazione che vive un periodo storico difficile.

Nessuno segna da solo è un disco, ma anche un trampolino di lancio verso quello che sarà.

Siete reduci dal giro del mondo con il Sanremo Giovani World Tour. Cosa avete visto e vissuto?

Ho imparato che in realtà dall’altra parte ho scoperto di sapermi adattare adoni cosa. Prendevo la melanconia per dormire in acero e arrivato a destinazione mi organizzavo per prendere il fuso. Ti trovi con culture diverse che parlano una lingua comune quando si parla di music. Il finale con i timpani faceva la stessa presa a Sydney come a Buenos Aires. C’è una fratellanza tra popoli e culture diverse, un’assonanza per cui di fronte all’arte e alla musica diventiamo tutti uguali, malgrado il diverso atteggiamento. Tutti siamo pronti di frontale musica qualunque lingua parli e l’italiano venga visto come qualcosa di speciale

A che velocità vanno i La Rua?

Per me molto meno rispetto a quello che vorrei. Scrivo canzoni tutti i giorni e ne pubblicherei una a settimana.Non è detto che in un futuro non venga fatto anche perché penso che per capire un’artista devi in qualche modo scoprire anche il suo percorso evolutivo. Per me andiamo a una velocità giusta ma vorrei andare più rapidamente.

E’ un album in cui vi rimettete a fuoco. Quali contaminazioni hanno influito o son entrate in gioco?

Questo album è una sfida. E’ il primo album in cui davvero ci siano le idee di tutti, sono intervenuti i ragazzi per la produzione, Dario Faini ha lasciato molto spazio. Nessuno segna da solo racchiude il bisogno di far sentire l’idea di tutti. Questo ha aperto uno spiraglio molto importante. Vogliamo non avere più un limite di genere, ma ogni canzone è credibile di per sé. credo che sia fondamentale per quello che sta avvenendo nella musica. Ci piacciono le canzoni che parlano in maniera autonoma. Non vogliamo avere limiti.

Quanto pesano le insicurezze?

Tanto, sono alleate e nemiche. In questo momento storico sono nemiche basti guardare cosa risulta hit. Bisogna avere coraggio di esser se stessi. L’unico rimpianto è non aver messo Cinghiali in questo album, da una foto di chi sono e cosa ho vissuto. Le insicurezze ci formano anche a livello artistico e ci permettono di essere ciò che siamo. Le insicurezze ci definiscono più delle nostre sicurezze.

Hai un modo di scrivere in cui ti metti molto in prima persona, dall’altra parte c’è la voglia di parlare di una generazione. Come si riesce a sdoppiarsi?

Io non posso solo descrivere chi sono io, Per motivi di insicurezza è la spedizione massima di chi è Daniele. Un brao dato dopo un bicchiere di vino e si inizia a parlare, una confidenza ad un amico. E’ un periodo storico che ci ha silenziato e omologato. Si deve anche parlare di questo. La musica è ancora più efficace della politica. E’ un’educazione che arriva senza chiedere permesso. Bisogna trattarla in modo attento. Negli anni si è persa la sacralità della musica, l’attenzione a ciò che attraverso questo viene veicolato.

 

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