Intervista: SIBERIA da Ian Curtis all’amore

Intervista: SIBERIA da Ian Curtis all’amore

D’amore se ne parla troppo e in maniera troppo superficiale, ambigua, irreale. Noi abbiamo sentito il bisogno di dedicarci un intero concept per poterne parlare in maniera approfondita, dandogli la dignità che merita.

“Tutti amiamo senza fine” è il terzo album della band di Livorno dei Siberia, disco preceduto dai singoli Ian Curtis e Non Riesco a respirare, Tutti amiamo senza fine, e del nuovo singolo Mon Amour.

Un disco che ha come tematica comune l’amore espresso in diverse anime musicali che partono da un sapore “sonico” tipico delle band anglosassoni e da una consapevolezza che senza la sofferenza non esisterebbe la bellezza e che senza la bellezza non sarebbe possibile concepire l’amore pulsione immensa più forte anche della morte. 


Abbiamo fatto due chiacchiere con loro: Eugenio Sournia (voce), Cristiano Sbolci Tortoli (basso), Luca Pascual Mele (batteria) e Matteo D’Angelo (chitarra) ecco cosa ci hanno detto_ 

Cosa rappresenta per voi l’amore? 

Nella società odierna, bombardata da impulsi continuativi di ogni tipo, c’è la tendenza a banalizzare l’amore. Attraverso le nostre canzoni vorremmo riportare l’amore ad essere protagonista in quanto convinti che esista una propensione irrinunciabile dell’uomo all’amore, da dare e da ricevere, nelle sue più svariate valenze”.

Questo è un disco corale con una identità tematica che racchiude la collaborazione di più penne e di più essenze. Abbiamo passato tanto tempo insieme, siamo grandi amici e alla fine abbiamo raccontato le nostre storie reali, la nostra vita di tutti i giorni e soprattutto il nostro modo di amare e vivere l’amore. 

In Ian Curtis raccontate delle influenze che un personaggio iconico come Ian Curtis ha avuto sulla vostra vita. Cosa ne pensate delle nuove icone degli adolescenti di oggi? 

Gli adolescenti di oggi hanno come riferimento sempre più i rapper e gli artisti trap. La trap è l’equivalente di un certo rock indie degli anni ’90 sotto il profilo lirico. Testi crudi e ruvidi che raccontano la realtà in modo diretto e senza filtri anche se forse nei testi dei trapper vige il criterio che “vale tutto” che rende l’impianto lirico qualche volta al limite della moralità. 

Tra indie e trap dove si inserisce la vostra musica? 

Noi cerchiamo una terza via. Abbiamo un pubblico trasversale al quale piace un elemento dark, più cupo ed oscuro. La nostra musica è un pop che ha queste tinte e cerchiamo di tenere dure e continuare a fare quello che ci piace senza compromessi e mediazioni. 

Cosa ascoltate in questo periodo?

Eugenio Sournia – Achille Lauro – 1969

Cristiano Sbolci Tortoli – Verdena 

Luca Pascual Mele – Nick Cave  – Ghosteen

Matteo D’Angelo – Cosmo – Cosmotronic 

Quale sarà la vostra dimensione live? 

Suonare dal vivo, per una band con il trascorso come il nostro, è come una cartina di tornasole. Da qui troviamo l’energia giusta e la forza per proseguire sulla nostra strada. 

I Siberia si sono divertiti a scriverci una micro-partitura… eccola

Ecco il disco, traccia per traccia, raccontato dalla band

TUTTI AMIAMO SENZA FINE

Manifesto del disco, lo apre come la copertina di un libro annunciando che il concept è dedicato all’amore come impulso più forte anche della morte. Gli altri brani rappresentano i vari punti di questo manifesto. Nel precedente disco c’era l’impulso a scappare, ora c’è la consapevolezza che bisogna restare perché l’inclinazione ad amare è insita nella natura umana ed è più forte di ogni tentativo di annullamento.

IAN CURTIS

Se “Tutti amiamo senza fine” è la copertina di un libro, “Ian Curtis” è il primo capitolo e racconta come tutto ha inizio, da dove parte l’inclinazione a innamorarsi. Il titolo dissocia il personaggio chiave della new wave, Ian Curtis, dall’oscurità e cupezza a cui di solito è accostato, raccontando il suo ruolo nella vita di un adolescente che inizia a scoprirsi e identificarsi con un gruppo sociale e un mood. Questo va naturalmente a influire, nella vita di ciascuno, sulle scelte amorose e sulle prime cotte. La musica è uno degli elementi che, soprattutto in adolescenza, spinge a invaghirsi dell’altro. Esiste una concreta inscindibilità tra musica ed esperienza amorosa.

MY LOVE

Si parla dell’amore giovanile, non più adolescenziale. L’ arrangiamento festaiolo e il testo catchy nascondono in realtà forti emozioni negative (“Tu reciti una vita, io ballo nel terrore”). Si parla infatti di quella fase della vita in cui si arriva ad avere un’identità falsata, si innalzano i muri e si vive nel terrore di non conoscere davvero le persone con cui si condivide un grande sentimento come l’amore.

PIANGERE

È il brano che maggiormente ricorda le radici della band, un brano classicamente Siberia, un omaggio alle origini anche nel titolo cupo e nel mood malinconico. Parla in maniera autentica del potere liberatorio del pianto, della bellezza della malinconia, del poter accettare di soffrire in nome di qualcosa di più forte, nucleo della poetica che da sempre ha contraddistinto la penna dei Siberia.

NON RIESCO A RESPIRARE

La canzone con meno sovrastrutture nel disco, arrivata in sogno e scritta alle 5:00 del mattino, sgorgata dalla testa al cuore alla penna così com’è, la meno rielaborata e più auto esplicativa.

MON AMOUR

Brano apparentemente leggero, è in realtà fortemente malinconica. L’amore di cui si parla è quasi bohemien e la canzone descrive come l’esperienza di vivere insieme un attimo o una piccolissima esperienza (vedere un film insieme o parlare d’arte), a volte possa risultare più importante dell’eros. Un quadro che comprende: sogno, illusione, finzione.

SCIOGLITI

È una canzone positiva, leggera, immediata e sincera, che parla nella differenza d’età nell’amore, del desiderio di vedere l’altra persona mettersi in gioco e scoprirsi. Più in generale, della speranza che l’altra persona accolga il sentimento vivendolo nella sua interezza.

CANZONE DELL’ESTATE

È un brano altamente introspettivo e arguto, la canzone più pop nell’arrangiamento ma la più complessa nelle emozioni raccontate. L’ispirazione arriva da “Guilty Party” dei The National (“I say I’m sorry/I know it’s not working/I’m no holiday/It’s nobody’s fault”). Descrive, nella coppia, l’individuo con la personalità oscura che, in questo caso, va di pari passo con quella dell’artista. L’artista sente di non possedere per indole, la caratteristica di essere una persona semplice o con cui possa risultare facile relazionarsi, così come non possiede la leggerezza per poter essere “la canzone dell’estate”.

CARNEVALE

Il brano rappresenta la canzone più sociale del disco e tratta il tema dell’amore casuale, inteso come amore non attento. Prende spunto da un riferimento estremamente pop, ossia il verso “vorrei poterti dedicare di più” di una canzone di Eros Ramazzotti e prosegue con un “ma sono fatto”. L’assuefazione di cui si parla è quella degli impulsi costanti da cui la società odierna è costantemente bombardata e che induce gli individui a scarsa attenzione nelle relazioni ed estrema sostituibilità. Parla di come siamo stati resi superficiali, del fatto che siamo circondati da un costante clima di festa (Carnevale) che non arriva mai all’apice e alla vera felicità, quella vissuta e goduta appieno. “Carnevale” perché è una festa malinconica, precede la Quaresima ed è l’ultimo triste bagordo, prima della penitenza.

MADEMOISELLE

È una canzone semplice sul tema delle relazioni illecite: “Sapore amaro di uno sbaglio”.

PECCATO

La parola peccato è ambivalente: rappresenta un’occasione persa ma anche un’esperienza che vìola una regola morale o etica, quindi trattasi di un pezzo profondamente oscuro. Tratta l’amore passionale e il ricordo ottenebrato di una persona. “Peccato” perché sembrava ci fosse qualcosa, ma era solo qualcosa di occasionale.

I Siberia partiranno a febbraio con un nuovo tour nei club. Ecco le prime date confermate:

15 febbraio 2020 Livorno – The Cage

19 febbraio 2020 Milano – Ohibò

22 febbraio 2020 Roma – Monk

12 marzo 2020 Torino – Hiroshima Mon Amour

14 marzo 2020 Modena – Off

28 marzo 2020 Firenze – Glue

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