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Intervista – SAMUEL: in “Maree” il ritmo è centrale

Samuel_FOTO DI ALESSANDRO TREVES

“Maree” è il nuovo album di Samuel, un nuovo capitolo solista per l’artista.

Maree è un’onda sonora che oscilla tra energia da dancefloor e profondità introspettiva, un progetto in cui la cassa pulsante si mescola a paesaggi elettronici ipnotici e a una scrittura lirica potente, quasi poetica. Un’elettronica d’autore che vibra nel buio, pensata per far ballare ma anche riflettere, in un equilibrio perfetto tra club culture e songwriting esistenziale.

Samuel presentando il disco ci guida attraverso le maree emotive del disco: dal ritorno alle sonorità elettroniche pure alla fusione con la sua vena cantautorale, dalla critica sociale nei testi alla rinascita della club culture in chiave contemporanea. Un dialogo che svela le correnti nascoste di un album destinato a lasciare il segno.

​L’INTERVISTA

Partiamo dal principio: che disco è “Maree”?

È il mio terzo album da solista. Per me è un punto d’arrivo ma anche di ritorno.

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Dopo anni trascorsi tra Subsonica, Motel Connection,  Krakatoa e altre esperienze legate all’elettronica, ho sentito il bisogno di esplorare la mia voce come strumento pop.
Con i dischi precedenti e collaborazioni come quelle con Canova o Jovanotti, ho assaggiato un approccio più immediato, ma è stato durante la pandemia, isolato nello studio, che ho davvero scoperto una dimensione cantautorale.

Negli ultimi due anni ho suonato ovunque, ho ascoltato tantissima musica club. Sono tornato alle mie origini: il dancefloor. Maree nasce da lì, ma attraversa anche il pop più estremo, il cantautorato, la techno. È un viaggio che chiude un ciclo e ne apre un altro, dove ogni suono è un’onda che riporta alle radici. Non è solo un disco, è il racconto sincero di dove sono stato e di chi sono oggi.

Maree è un disco tutto mixato, tutto in battuta. Un disco per ballare quasi completamente fatto a Venezia. È un disco che vuole far ballare, ma anche emozionare.

Uno degli aspetti più interessanti è l’equilibrio tra ritmi dance e testi profondi. Come hai lavorato su questo contrasto?

È una sfida tecnica ed emotiva. Nella musica dance, spesso la voce è solo un elemento ritmico, un ornamento, quasi un fastidio. Ma io volevo che le parole avessero lo stesso peso della cassa. Con i Subsonica abbiamo sempre giocato su questo confine, e negli anni ho capito che la chiave sta nel trattare la voce come uno strumento musicale, non come un testo da sovrapporre.

Prendi un genere come l’Amapiano: ha melodie molto malinconiche e scure, ma è il ritmo a trasformarle in qualcosa di vitale. Ho usato lo stesso approccio.
In “Maree” è il ritmo è centrale. Le percussioni non sono solo un motore: sono un contrappeso emotivo. Anche quando i testi parlano di solitudine o disagio, il groove ti tiene ancorato alla pista. È un disco che balli, e solo dopo realizzi cosa hai ascoltato.

La club culture oggi sembra in crisi. Come vedi il suo futuro?

I grandi templi della techno sono diventati cimiteri, ma non è la fine. Semplicemente, si è tornati a una dimensione più umana. Negli anni ’90 c’erano rave da migliaia di persone; oggi nascono micro-realtà dove la musica è esperienza, non consumo.

La trap ha stravolto le regole, ma la techno resiste perché è un linguaggio universale. A Torino, festival come Club2Club o il Kappa dimostrano che c’è ancora fame di questo suono. Il problema è il business: quando il profitto diventa prioritario, la musica muore. Servono spazi che valorizzino l’ascolto.

In “Mare Nero” e “Preghiera” affronti temi come guerre e capitalismo. Cosa vuoi comunicare?

Mare Nero è una riflessione sul nostro posto nel mondo. Viviamo in un’epoca in cui il capitalismo ha fallito: ci ha promesso benessere e invece ci ha reso più infelici. Le guerre sono diventate business, la religione un’arma.

Preghiera amplifica questo concetto. Usando il linguaggio della devozione, smaschera l’ipocrisia di chi strumentalizza la fede per giustificare violenza. Sono brani duri, ma necessari. La musica dance non deve essere sempre evasione: può essere un pugno nello stomaco.

“Dalla parte di chi subisce” è un brano crudo sulle guerre. Come è nato?

Dalle immagini che mi perseguitano. Dai bombardamenti in Iraq agli orrori di oggi, ho sempre pensato: “Sotto quelle bombe ci sono persone come me”. È un brano nato di notte, in quelle ore in cui la mente non riesce a fingere che tutto vada bene.

Credo che l’arte debba urlare queste verità. Se una canzone dance può far ballare e, allo stesso tempo, costringerti a pensare, allora ha raggiunto il suo scopo.

L’artwork dell’album è volutamente sfocato, quasi anni ’90. Perché questa scelta?

Venezia è il cuore di “Maree”. L’ho scritto in una soffitta affacciata sui canali, e l’acqua è diventata una metafora del disco: un flusso continuo tra passato e presente. La grafica richiama i primi lavori dei Subsonica,  erano scatto che facevo io con mezzi di fortuna. Quella sfocatura non è un errore: è un tributo all’estetica DIY degli anni ’90, periodo che mi ha plasmato.

Come porterai Maree dal vivo?

Immagino un live ibrido, a metà tra concerto e DJ set. Vorrei una console circolare, con il pubblico intorno, come in un club anni ’90. Suoneremo elettronica e strumenti tradizionali, e canterò senza filtri. L’obiettivo è ricreare l’alchimia delle vecchie serate al Velvet di Rimini, dove musica e condivisione erano la stessa cosa.

Il titolo Maree suggerisce movimento. C’è ancora spazio per la speranza?

In me sì. Sono cresciuto negli anni ’80, tra utopie e crolli. Si pensava che il mondo potesse migliorare. Forse era un’illusione, ma ci ha forgiati. Abbiamo vissuto la fine di certe cose e l’inizio di altre, ma dentro di me quella speranza non si è mai spenta. Alzarsi ogni giorno e provarci è già una forma di speranza.

LA TRACKLIST 

COVER_MAREE_SAMUEL-ALBUM-2025

1. Mare Nero
2. Sogno Padano
3. Ragazzo Angelo
4. Chimica
5. Il Sol Dell’Avvenire
6. Tamburo
7. Corrente Elettrica
8. Sei Bella
9. Abbracciami
10. Preghiera

IL LIVE SET 

Samuel suonerà in tutta Italia quest’estate: da Ama Festival in Veneto a Polifonic in Puglia alternando live e dj set su vari palchi delle città dello stivale.

22.06 – BRA (Krakatoa), Br
28.06 – Lumen, Campo Marzo (VI)
05.07 – Radio Deejay Festival, Trani
06.07 – Finisterre Beach, Marina di Ravenna
10.07 – Mengo Music Fest, Arezzo
11.07 – Marina di Pisa
12.07 – Edipore Splash, Venezia
24.07 – Modena
02.08 – ADP Event, La Punta Beach Club, Torre Faro (ME)
08.08 – Doble Flavor Festival, Caorle
09.08 – Space, Riccione
10.08 – Bande a Sud, Trepuzzi (LE)
17.08 – Base Open Air Club, Sistiana (TS)
23.08 – AMA Festival, Romano d’Ezzelino (VI)
24.08 – Edipore, Lido
13.09 – E1, Londra

LIVE SET

29.06 – Woodoo Festival, Cassano Magnago (VA)
25.07 – Diorama Festival, San Salvo (CH)
26.07 – Polifonic, Valle d’Itria
29.08 – Cogoleto (GE)
11.09 – Castello Sforzesco, Milano
20.09 – Formigine (MO)

WEB & SOCIAL

https://www.instagram.com/samuelufficiale/

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