Intervista – MALIKA AYANE: La consapevolezza di volersi divertire

Intervista – MALIKA AYANE: La consapevolezza di volersi divertire

“Ti piaci così” è il titolo del brano in gara al Festival di Sanremo.

Il più delle volte si è parlato di lei per la sua voce, speziata, calda, una voce fuori dal comune è vero, però circoscrivere Malika Ayane a un dono di ugola, sarebbe veramente riduttivo e quanto mai di più sprecato. Malika Ayane è una cantautrice, cosa che non viene quasi mai segnalata e scritta, oltre che una professionista nel suo mestiere, altra cosa che non viene quasi mai segnalata e scritta. Il tempo delle dimostrazioni però è terminato con l’uscita di Domino, il suo precedente lavoro, curato nel dettaglio dalla stessa Ayane sia nella stesura che negli arrangiamenti. Ora con questo Sanremo alle porte, è il momento di sapersi godere la festa a discapito di tutto e tutti. Malika Ayane sempre pronta a cambiare pelle musicale, mettersi in discussione e sperimentare,  si presta in questa veste ad affrontare quel palco a lei noto. Il brano che apre le danze al suo nuovo album “Manifesto” in uscita a marzo.

Ti piaci così è il brano che definisci della consapevolezza. Cosa hai capito di te?

Ho capito che ho perso un sacco di tempo a dovermi sentire dire brava, sono sempre stata molto autocritica. Tante volte mi sono persa la parte più bella della festa, perché dovevo controllare che la festa andasse bene.

Parliamo dell’arrangiamento. Ci hai ormai abituato a dei cambi eppure ancora una volta alzi l’asticella.

Diciamo che sono entrata a gamba tesa. Per chi ha seguito il mio mondo artistico forse questo arrangiamento verrà visto come una scelta plausibile. Chi ha avuto una visione meno attenta, o chi conosce solo i singoli noti e meno gli album, questo arrangiamento risulterà più spiazzante. La vera svolta è che questa volta abbiamo fatto un lavoro al contrario, invece che scrivere prima la canzone e poi arrangiarla, ho scritto l’intero testo su un groove e su un mondo che sarebbe diventata la base di questo brano. Quando ho voluto aggiungere  l’orchestra di Mendoza, mi hanno detto che ero completamente pazza.

Non sei una new entry al Festival. Conosci, volente o nolente, anche le sue dinamiche. Ricordo anche il momento lancio degli spartiti in un’edizione che fu. Come affronti questo Sanremo?

Posso dire che è il primo Sanremo che vivo a pieno. Una festa a cui mi invitano e a cui partecipo, appunto, per godermi la festa. Ovvio che sto studiando, prendo le mie lezioni di canto. Mi rendo conto che le mascherine mi fanno urlare quando parlo e quindi ho mal di gola, sto facendo tutto un lavoro di rieducazione alla mia presenza sul palco. Ho voglia di andare, cantare per la gente che guarda il Festival da casa, metterci del mio meglio, divertirmi un sacco, vestirmi carina e tornare a casa la sera, essere contenta di aver fatto la mia parte. Non penso che sia un brano da lancio di spartiti perché è una storia diversa. E’ il tipico brano, però, che sembra facile invece poi quando lo canti ti chiedi esattamente chi te lo ha fatto fare. Però non è quella cosa lì, non è: sono giovane, incazzata e adesso mi prendo ciò che voglio. E’ piuttosto un affermazione di essere in pace con la vita e cerco di dare tutto quello che ho di buono, in un momento in cui è giusto che i cantanti cantino e il pubblico trovi nuove canzoni in cui immedesimarsi.

Quali sono le tre tappe o  i tre brani fondamentali del tuo percorso musicale?

Sicuramente Feeling Better, vai più in alto di Madonna in classifica da emergente, impossibile scordalrlo. Poi, forse perché è un momento analogo per quanto concerne le aspettative, che è un argomento su cui ho riflettuto molto, ci metterei Tre cose . E’ un brano in cui  c’è stato un arricciamento di naso, tipo “oddio ma la Ayane fa le cose pop e divertenti”. Dulcis in fundo, tutta l’esperienza Domino perché è stato il momento in cui mi sono accorta che è giusto fare ciò che si vuole. Se non avessi fatto Domino forse non andrei a Sanremo a divertirmi, forse sarei ancora lì a credere di dover dimostrare che mi merito di essere considerata una che fa il suo lavoro.

A tal proposito avevamo già affrontato questo discorso forse proprio con Domino, il fatto di esser sempre stata messa nel catalogo interpreti e mai in quello cantautrici. A che punto di consapevolezza sei adesso riguardo ciò?

Il discorso della disparità, non è che abbiamo fatto troppi passi avanti. Ho visto certi articoli proprio sul Festival dove le donne sono una categoria a parte. Quindi Arisa, Annalisa, Noemi ed io siamo messe tutte nello stesso calderone, quando non abbiamo mai fatto una cosa che fosse vagamente simile. Siamo quattro personalità diverse, con storie diverse e con dischi diversi, eppure il concetto era “Valutiamo le donne, meglio questa di questa”. Questo discorso ti porta a chiederti ma esattamente perché, perché tra i maschi queste generalizzazioni non avvengono ad esempio?. Ho imparato a saper pizzicare quando c’è l’occasione e non a ostinarmi a fare quella battaglia sempre e ogni volta. Penso che l’esperienza di Domino, oltre al fatto o meno di esser certificata come cantautrice, che sarà una cosa sempre molto faticosa, il fatto di aver fatto musicalmente quello che volevo ha un valore infinitamente grande. Quindi, se litigare con un/a giornalista X mi fa perdere tempo e non riesco a sviscerare completamente un mio disco, è una guerra a perdere. Sono nella fase di pensiero per cui ti bastono quando me ne dai l’occasione, ma diversamente preferisco parlare della mia musica.

Ti piace così è l’incipit di un disco nuovo e quanto pesa la libertà?

La libertà pesa tantissimo, però l’altro lato della libertà è che se non mi fossi mai presa la responsabilità di fare il disco meno commerciale di tutta la mia storia, non avrei trovato la strada per fare Manifesto il prossimo album. Un disco che non voglio sprecare.

IL TESTO

Non è mai tardi
Non è mai detto
Che tutto sia fermo
Immobile
Già scritto
Forse c’è una possibilità
Che desideri
E puoi scegliere
Ti fa muovere
Senza spingere
E ti piace sì
Ti piace così

E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Non era, non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo senti che cedi
Come lo sguardo al fulmine
Non c’è intuizione
Senza scintilla
Perderti senza chiedere ti assomiglia
Non è spocchia ma necessità
Di sorprenderti
Di decidere
Cosa prendere, quando smettere
E ti piace sì

Ti piace così
E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Com’era non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo senti che tremi
A che serve resistere
Ti desideri e vuoi scegliere
Cosa muovere, quando spingere
E ti piace sì

Ti piace così
E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Non era, non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo vedi che tremi
Non ha senso resistere

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