Benvenuti al nuovo appuntamento con Newsic Friday Vol. 17-2025! Ecco la nuova playlist del venerdì. Questa settimana si va dalla delicatezza di Niccolò Fabi e Diodato al pop-urban di Rkomi e Luchè. Tanti brani un po’ per tutti i gusti!
LA PLAYLIST
LE PAGELLE BRANO PER BRANO
Niccolò Fabi – Voto 8,00 – Fabi si spoglia di ogni orpello e con chitarra e voce regala un’intimità rarefatta, quasi eterea. Un omaggio delicato allo stilnovismo. Grazia e poesia!
Arcade Fire – Voto 7,75 – Un pezzo complesso e introspettivo, che incarna quel paradosso di voler evitare un pensiero ma ritrovarsi inevitabilmente immersi in esso. La band conferma la propria capacità di scavare nelle pieghe dell’animo con sfumature sofisticate.
Lorenzo Senni – Voto 7,50 – Tra minimalismo ed eccesso, Senni costruisce l’ennesima esplorazione ipnotica. La conferma della sua maestria nel destrutturare la trance, tra rigore concettuale e un’energia sottile ma potente.
Curtis Harding – Voto 7,50 – Soul lisergico, groove vintage e un tocco di mistero da serie TV anni ’60. Curtis Harding c’è ancora, più elegante che incendiario. La classe non è acqua. Tra Stevie Wonder e Jimi Hendrix… forse!
Diodato – Voto 7,50 – Diodato si ribella con classe: un inno civile travestito da ballata, sincero e diretto. L’urgenza c’è, la sostanza pure. Il crescendo emoziona, anche se la miccia brucia più lenta del previsto
Tom Odell – Voto 7,15 – Tom torna a raccontare il suo mondo con delicatezza e intimità. Un viaggio lieve tra le pieghe dei sentimenti, che conquista senza clamore. Elegante e pacato, il suo tocco rimane un sussurro che lascia un segno sottile.
Rkomi – Voto 7,15 – Rkomi torna a parlare di sé, ma più che uno scavo profondo sembra un check-in emotivo. ” Apnea da un po’” scorre bene, tra versi pensati e qualche trovata brillante. Lo stile c’è, così come il ritorno alle origini. Un buon diario, non un manifesto!
Golden Years – Franco126 – Dov’è Liana – Voto 7,00 – Un incontro di mondi e suoni senza fronzoli. Il groove contagioso di Franco126 si fonde con la sensibilità dei Dov’è Liana, illuminato da un ritornello corale che resta in testa. Una festa sonora che anticipa un progetto solido, raffinato e autentico.
I Patagarri – Voto 7,00 – Con il loro stile autentico e radicato, i Patagarri trasformano la luna in simbolo di una realtà ai margini, sospesa tra terra e sogni. Un folk che racconta storie di confine con discrezione e poesia, capace di affascinare senza urla.
Samuel – Voto 7,00 – Utopia da dancefloor: Samuel balla tra idealismo e cassa dritta. Il messaggio è nobile, il sound funziona, anche se un po’ didascalico. Amore per la musica, amore per il club, amore per lo stare insieme in pista davanti a una console. Muove la testa!
Surusinghe – Voto 7,00 – Club-ready e cervello acceso: Surusinghe affila i suoni, incrocia bassi rotti e techno nervosa. Non tutto colpisce al cuore, ma l’intenzione c’è. Testa, piedi e un po’ di veleno.
Lorde – Voto 7,00 – Lorde riappare e il titolo sembra già una domanda del pubblico. Il brano incuriosisce, ma non travolge: atmosfera on point, ma il guizzo manca. Buon rientro, senza fuochi d’artificio. Si scalda il motore, vediamo dove porta in attesa del nuovo album.
Benson Boone – Voto 7,00 – Il nuovo pop globale ha trovato il suo volto da copertina. Boone brilla tra falsetti e nostalgie patinate, con quella mistica da boyband solista. Tutto suona già sentito, ma è confezionato così bene che ci si casca volentieri.
Luchè – Voto 7,00 – Luchè si svuota l’anima su un tappeto firmato Night Skinny: beat elegante, testo disilluso. È uno sfogo più che una hit, lucido e tagliente, ma a tratti autocompiaciuto. Emozioni pesanti, senza scampo. Il dolore c’è, ma l’incendio rimane sotto controllo.
Gigi Perez – Voto 6,75 -Una poesia potente che lascia spazio a un’intimità riflessiva. Perez esplora dolore, amore e fede con delicatezza, offrendo un viaggio emotivo senza eccessi ma con autentica profondità.
DADA’ – Voto 6,75 – DADA’ evoca l’antica magia delle streghe di Benevento in un intreccio ipnotico tra folklore mediterraneo e ritualità sonora. Suggestiva e fascinosa.
Marrakech Express – Voto 6,75 – Tra nostalgia e clubbing, con atmosfere evanescenti e ritmi vibranti. In equilibrio tra emozione e potenza.
Etta – 99 Posse – Voto 6,50 – Etta rianima “Curre Curre Guagliò” in versione nu metal, portando energia e rabbia autentica. Un omaggio sentito ai 99 Posse, ma la freschezza originale si perde in una produzione un po’ troppo urlata. Il messaggio resiste forte anche se preferisco l’originale!
Mondo Marcio – Voto 6,50 – Old school da maestro, con barre dirette e senza filtri che smascherano la scena. Peccato per un beat troppo simile a “Drop It Like It’s Hot” di Snoop che ne limita l’originalità. Uno sguardo crudo ma con qualche eco di troppo.
Rrari Dal Tacco – Voto 6,50 – Beat potente e barre senza filtri per un risultato d’impatto. A tratti pleonastico, ma la carica resta intatta. Un pugno duro che convince, anche se qualche parola in meno avrebbe fatto solo bene.
Wecma – Voto 6,30 – Wecman si mette a nudo. Il pezzo punta in alto ma inciampa su cliché e frasi già sentite. La produzione e il beat reggono. Luci e ombre, con più pose che colpi.
Vale Lp – Lil Jolie – Irbis – Voto 6,50 – Tre voci, un’intesa emotiva che si sente. Il pezzo è riflessivo e costruito con cura. Ma l’alchimia, pur sincera, non sempre scocca sul piano musicale: il messaggio arriva, la melodia un po’ meno. Bello il ponte.
Lauryyn – Voto 6,50 – Un R&B leggero e accattivante. La produzione è fresca, il ritornello resta, ma l’equilibrio tra leggerezza e profondità a volte traballa. Un passo sicuro, ma senza grandi scossoni. Sensuale!
PinkPantheress – Voto 6,50 – PinkPantheress sussurra su un beat che pulsa sotto pelle. Sensuale e sfuggente, accende la pista senza mai perdere il controllo. Brucia e fa ballare, ma resta un po’ in superficie: fascino istantaneo.
Sophie and The Giants – Voto 6,50 – Sophie sa come farci muovere, ma il pavimento non trema. Elettro pop ben fatto, energico quanto basta, ma senza la scintilla che accende il club. Formula rodata, effetto garantito, ma il salto di qualità resta in sospeso.
Alice Cooper – Voto 6,50 – Alice morde ancora, ma senza troppo veleno. Il riff c’è, l’ospite pure (Robby Krieger dei Doors), ma il morso lascia il segno solo a metà. Più nostalgia che shock rock.
Proteo – Voto 6,50 – La chimera affascina. Buone intenzioni, buon ritornello e l’atmosfera sonora dal sapore jazz. Forse un po’ già sentito…
Vins – Voto 6,50 – Vins gioca col rap e con l’ironia in una parata sonora che spiazza. Banda dal vivo e barre taglienti per un inno all’autenticità, ironico e sopra le righe. Un pezzo che diverte, ma rischia di rimanere un curioso siparietto più che un classico.
Rocco Hunt – Irama – Voto 6,50 – Napoli chiama, Irama risponde (in napoletano). Il mix piano-trap funziona, ma la lacrima sul beat resta un po’ prevedibile. La wave love scorre, anche se la marea emotiva non travolge. Professionale, ben fatto, ma nulla che faccia tremare i polsi.
Sacrane – Voto 6,30 – Una ballad di rinascita e liberazione, intensa ma a tratti troppo fragile. Un viaggio emotivo tra ricerca personale e nostalgia. Un fiore nero che sboccia con dignità.
Cicco Sanchez – Voto 6,30 – Un’intima riflessione sul rimandare gesti e parole importanti. Tra blocchi emotivi e desideri sospesi, il brano invita a fermarsi e prendersi cura di sé e degli altri prima che sia troppo tardi, in un’atmosfera rarefatta e sospesa nel tempo.
Cara – Voto 6,30 – Ballata intima e visiva, tra ricordi e silenzi mai colmati. Cara racconta l’addio mancato con delicatezza, supportata da una produzione sobria. Emozioni sincere, ma il pezzo resta più evocativo che coinvolgente, quasi sospeso nel tempo.
Carl Brave – Sarah Toscano – Voto 6,30 – Carl si mette il cappello da cowboy ma gli manca il cavallo. La svolta latin-country suona più posa che pancia, anche se la voce di Sarah addolcisce e sparge di miele tutto quel fieno. Hit chiamata!
Tony Boy – Voto 6,30 – Trap curata, delivery sicura, produzione sopra la media. Ma l’uragano resta in mare aperto: promette devastazione, ma arriva come pioggia fine. Tony esplora, sperimenta, ma non travolge. Il talento c’è, il colpo di fulmine un po’ meno.
Sophie Ellis-Bextor – Voto 6,30 – La regina del dancefloor si riaffaccia con un brano da pista, ma il risultato stenta a convincere. Suona come una versione moderna di una hit degli ABBA, senza però raggiungere la stessa carica né originalità. Eurodisco senza vertigini!
Delvento – Voto 6,25 – Synth nostalgici, cuore anni ’80. Il pezzo scivola via piacevole ma prevedibile, come un sabato sera che sai già come finisce.
Sofia Sole – Voto 6,25 – Un racconto intimo e delicato di ferite e rinascita. L’autenticità c’è, ma il viaggio introspettivo fatica a distinguersi tra le tante riflessioni sul cuore spezzato. Un passo sincero, ancora in cerca di freschezza.
Shori – Voto 6,00 – Un’introspezione sincera e a tratti spigolosa. Onestà e dubbio si scontrano in un brano che a tratti si perde nel dualismo, senza però perdere la sua genuinità. Un passo avanti timido, ma ancora da affinare.
Sonoruggiero – Mavie – Voto 6,00 – Tra Baudelaire, pillole e specchi vuoti, Sonoruggiero si perde in una malinconia estetizzata. Il concept è ambizioso, ma la resa non scuote davvero. Bello il sogno, meno l’effetto.