Recensione: DRAKE - “Certified Lover Boy"

Vince lui! Assolutamente Drake… Sto parlando del confronto con l’altra super uscita della scorsa settimana, ovvero “Donda” di Kanye West.

Per capire il taglio di “Certified Lover Boy” basta ascoltare i primi secondi della prima traccia Champagne Poetry, con la revisione di Michelle dei Beatles.
Tanta roba. Un rischio assoluto, quella di fare una bella cagata, invece Drake riesce a confezionare un pezzone che funziona per ben cinque minuti!

Ma questo è solo l’inizio!

“Certified Lover Boy” è il disco che mi aspettavo. Morbido e oscuro al tempo stesso. Super soul ma anche trap e drill. R&b e pop al modo giusto.

Anche Drake, come Kanye, forse è un po’ troppo prolifero. 22 canzoni per un ora e 26 minuti. Forse è diventato questo lo standard?

Di Kanye West ci sento qualcosa in Papi’s Home (Say You Will), ma è solo un eco.
Anche le collaborazioni mi sembrano tarate: Jay-Z, Travis Scott, Future, Kid Cudi, Lil Baby, Rick Ross & Lil Wayne, Lil Durk & Giveon e molti altri.
Guardando bene trovo anche qui un’assonanza con Kanye, più o meno i feat. sono gli stessi!!!

Parlando dei pezzi. Girls Want Girls , In The Bible e Tsu sono la versione trap di Drake, Love All ha un beat troppo figo e poi il rap di Jay-Z è come incastonare un diamante su qualcosa di già molto prezioso. Way 2 Sexy e N 2 Deep sono le immancabili collaborazione con Future.
Yebba’s Heartbreak è assolutamente un pezzo da letto, così come Get Along Better.

No Friends In The Industry è critica pura al sistema. Drake si sente tradito dall’industria musicale e disprezzato dagli amici (Kendrick Lamar e ritorna Kanye West), critici e ascoltatori. In Fountains riporta la barra su atmosfere caraibiche alla Passion Fruit.

You Only Live Twice è un pezzone quasi old style, mentre IMY2 è introspettiva e cupa.
Il tutto si chiude con The Remorse, un inno all’amicizia vera e alla lealtà.

Per quanto riguarda le liriche il filo conduttore è sempre l’amore, lo status sociale, la riflessione sul passato e la difficoltà dei rapporti.

Davvero l’unica grande critica a “Certified Lover Boy” è quella che potevano essere benissimo due dischi.
Forse oggi i dischi lunghi non sono più una cosa comune. Non mi dispiace questa nuova via e questo ritorno al doppio, o al triplo…
L’unico rischio è quello di addormentarsi, ma fa niente!